Leonardo da Vinci: «Alle origini del genio»

Terni, nuova sortita di Luca Tomìo. Lo storico dell’arte è certo: «Le vere radici non sono a Firenze, ma a Roma e anche in Umbria, dove ha maturato l’idea del paesaggio»

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Da quel 25 novembre del 2016, quando venne alla luce – lo scrisse umbriaOn in anteprima – che Leonardo da Vinci aveva ritratto la Cascata delle Marmore in un suo celebre disegno, Luca Tomìo – che di quella scoperta è l’artefice – non ha mai smesso di cercare ulteriori prove del passaggio del genio toscano in Umbria.

LEONARDO DA VINCI IN UMBRIA

Il ‘Paesaggio’ di Leonardo da Vinci

Battute a vuoto Anche perché, per motivi che nessuno – tra i rappresentanti delle varie istituzioni locali – hai mai chiarito su quella scoperta è calato un inquietante silenzio. Nonostante gli inviti rivolti – a Terni e non solo – ad «aprire gli occhi». E mentre altrove, in Valnerina in particolare, si lavorava per valorizzare quanto si andava scoprendo sul ‘passaggio’ di Leonardo.

L’ESPERIENZA IN VALNERINA 

Le conferme Ed a nulla sono servite anche le prese di posizione – nel suo stile caratteristico – di uno come Vittorio Sgarbi che, pure, in Umbria sembra conquistare spazi sempre crescenti e di godere della fiducia delle istituzioni stesse. 

SGARBI: «TOMIO ROMPE, MA HA RAGIONE» – L’INTERVISTA

Luca Tomìo

La novità E adesso Luca Tomìo alza il tiro: «Le vere radici del Genio non sono a Firenze, ma a Roma e anche in Umbria, dove ha maturato l’idea del paesaggio». Lui lo dice così, come se la faccenda fosse semplice da metallizzare. umbriaOn ha cercato di capire meglio. Parlandone direttamente con lui.

La ‘Consolazione’ di Todi

Recentemente hai dichiarato che la Consolazione di Todi è ascrivibile sia a Leonardo che a Bramante. Cosa significa?
«L’elaborazione dell’idea di un tempio a pianta centrale avviene a Milano intorno al 1490, quando entrambi maturano l’idea studiando la Basilica Paleocristiana di San Lorenzo. Ne sono prova i bozzetti di Leonardo contenuti nel Manoscritto B di Parigi che già Arnaldo Bruschi aveva associato alla Consolazione nel 1991. Il progetto esecutivo, più ascrivibile al Bramante che a Leonardo, deve aver preso forma non oltre il febbraio del 1503, quando entrambi sono a Roma al servizio dei due Borgia, il Duca Valentino e papa Alessandro VI».

Nel febbraio 1503 Leonardo esegue anche il progetto per ‘il lago di Todi‘, che hai presentato in anteprima a Civitella del Lago con Sergio Trippini e la Società Cartografica Almagia’
«Sono gli ultimi giorni in cui Leonardo è al servizio del Valentino, dalla presa di Siena all’arrivo a Roma passando per Acquapendente e Lugnano in Teverina: il rapporto tra Leonardo e i capitani di ventura del tempo è importantissimo; lui era innanzitutto un ingegnere militare e con Bartolomeo d’Alviano potrebbe essersi incorociato nel 1500 durante la predisposizione delle difese contro i Turchi in Friuli… anche se maturato nel periodo in cui è al servizio del Valentino “il lago di Todi” non ha funzioni militari ed è un progetto utile alla Roma di papa Alessandro VI, cioè regolamentare il flusso del Tevere creando un bypass idrico che avrebbe collegato il Tevere con il Nera e di cui comunque avrebbe beneficiato la città di Todi».

Leonardo da Vinci

La città di Todi è centrale anche per la prima scoperta, quella del disegno degli Uffizi che raffigura il paesaggio ternano
«Proprio negli stessi giorni dell’agosto del 1473 in cui Leonardo raffigura le Marmore e la Valle di Terni, il Cardinale Riario è proprio a Todi su incarico di Sisto IV e un altro capitano di ventura come Bernardino degli Atti ne tiene informato proprio Lorenzo de’ Medici. Non è assolutamente casuale e qui la ricerca storica deve fare il suo corso sia con il gruppo di studio che si è formato a Lugnano in Teverina sia con un progetto in corso di elaborazione ad Alviano e naturalmente confido nella competenza di Filippo Orsini, direttore dell’Archivio Storico Comunale di Todi. Da storico dell’arte invece, a questa data, ritengo molto indicativo e importante il possibile già instaurato rapporto tra Leonardo e Bramante, con tutte le implicazioni per un sodalizio così precoce».

Leonardo e Bramante si conoscevano già nel 1473?
«Anche se sono stati fianco a fianco per vent’anni a Milano, il rapporto tra i due è molto sottovalutato. Ho già illustrato come il viaggio di Leonardo in Umbria nel 1473 ne delinei meglio i rapporti con due colleghi umbri come il Perugino e Piermatteo d’Amelia, ma a questa data potrebbe risalire anche l’inizio del rapporto con Bramante. A questa data si annidano le origini del Genio e una cosa è certa: la svolta in questo senso non gli è stata data da Firenze ma dall’Umbria e da Roma; se fosse rimasto a Firenze non sarebbe mai diventato il caposcuola della “maniera moderna” come viene celebrato dal Vasari».

Luca Tomìo, Tiziana De Angelis e Vittorio Sgarbi

Tu quindi dici che senza l’Umbria e Roma, Leonardo da Vinci non sarebbe mai diventato quello che è diventato?
«Se fosse rimasto a Firenze sarebbe rimasto uno dei tanti. La frequentazione dell’Umbria significa automaticamente la frequentazione di Roma. Prima di tutti gli altri pittori fiorentini, nel corso degli anni ’70 del Quattrocento, Leonardo deve aver compiuto molti viaggi a Roma».

Ci sono documenti che comprovano questa tua ipotesi?
«Gli storici cercano i documenti negli archivi ma la ricerca può comportare anni. Per uno storico dell’arte i documenti sono le opere e io ritengo che sia impensabile che Leonardo abbia potuto realizzare l’Adorazione dei Magi degli Uffizi o il San Gerolamo dei Musei Vaticani senza conoscere in maniera approfondita e non mediata l’arte romana presente a quel tempo solo nella città di Roma. Leonardo deve aver compiuto non uno, sicuramente quello del 1473 con tutta la bottega al seguito del Verrocchio, ma diversi viaggi a Roma nel corso degli anni ’70 e la sua permanenza deve anche essere stata molto prolungata. Le vere radici del Genio non sono a Firenze ma sono in primis a Roma, ma anche in Umbria, dove ha maturato l’idea del paesaggio al fianco di compagni umbri come Perugino e Piermatteo ma dove ha anche potuto formarsi come ingegnere idraulico al cospetto delle opere annesse alle Marmore, a Narni e ad Amelia».

L’Archivio di Stato di Terni

Parlerai di questi argomenti durante le Giornate Europee organizzate a settembre dagli Archivi di Stato di Terni e Rieti?
«A Terni, il 23 settembre, svilupperò il tema delle opere idrauliche del ternano, fondamentali per la formazione ingegneristica del giovane Leonardo. Degli argomenti inerenti la storia dell’arte parlerò il giorno dopo all’Archivio di Stato di Rieti, il 24 settembre: un dipinto della National Gallery di Londra è realizzato a quattro mani dai giovani Leonardo e Perugino e sullo sfondo si riconoscono nel paesaggio Piedimoggio e la città di Rieti; nel Battesimo di Cristo degli Uffizi compare il paesaggio umbro-sabino del Terminillo, delle Marmore e della Montagna Sacra sopra Cesi. L’ambito di ricerca che si apre è immenso: le vere origini di Leonardo da Vinci non sono a Firenze, ma tra le rovine di Roma e i paesaggi dell’Umbria».

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