Leonardo da Vinci: ‘Grand Tour’ in Umbria

«Bastano sei mesi per organizzare una serie di eventi in grado di farlo diventare un evento condiviso», Luca Tomìo lancia la sfida e la Fondazione Carit lo sostiene

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di Marco Torricelli

Veloce, velocissimo. Il flusso è continuo. Un pensiero dopo l’altro, un’idea da cui ne sgorgano di nuove che si ramificano, progetti che si mescolano e che si alimentano l’un l’altro. Fino a comporre – proprio come nel ‘Paesaggio’ di Leonardo da Vinci da cui tutto ha avuto origine – una composizione complessa, ma in fondo semplicissima: pura arte.

La Cascata delle Marmore vista da Leonardo da Vinci

La Cascata delle Marmore vista da Leonardo da Vinci

L’idea Perché se è ormai accertato che quel ‘Paesaggio’ riproduce la Cascata delle Marmore di Terni, è altrettanto chiaro che il genio di Vinci, nel 1473, ha percorso miglia e miglia – attraversando l’Umbria ed il Lazio – accumulando disegni e bozzetti da cui poi ha tratto elementi che hanno trovato posto in opere compiute e che hanno ispirato altri artisti dell’epoca. E tutto questo non può e non deve restare nascosto sotto una patina di polvere o rimanere celato dentro le stanze asettiche di pur prestigiosi musei, ma può e deve essere condiviso e diventare patrimonio comune. E da qui, l’idea.

Luca Tomìo

Luca Tomìo

Il comitato «Sono orgoglioso di essere riuscito a tradurre il cospicuo sostegno della Fondazione Carit nel costituendo comitato tecnico-scientifico composto da Vittorio Sgarbi, Francesco Scoppola (il direttore generale per istruzione e ricerca del Mibact; ndr), Cristina Acidini (la presidente dell’Accademia delle arti del disegno di Firenze; ndr), Elisabetta David (direttrice dell’archivio di Stato di Terni; ndr) e in cui il mio ruolo operativo è garantito al più alto grado da un perimetro scientifico di altissimo profilo. Eike Schmidt (il direttore della galleria degli Uffizi; ndr) ha poi sancito, proprio davanti all’originale del disegno di Leonardo, l’adesione a questo comitato di Marzia Faietti, la direttrice del Gabinetto dei disegni e delle stampe degli stessi Uffizi».

cascata-leonardo-terni-disegnoUn museo a Terni? Insomma, la fase del ‘riconoscimento’ ufficiale della scoperta può essere considerata definitivamente superata: «L’incontrovertibilità della scoperta, sancita non più solo dalle protocollazioni ministeriali e dalla prossima pubblicazione sul Bollettino d’Arte, ma proprio dai riscontri oggettivi e inoppugnabili emersi anche dall’analisi diretta del disegno – dice Tomìo – permetteranno a questo comitato tecnico-scientifico sostenuto dalla Fondazione Carit di preparare la mostra alla Galleria Nazionale dell’Umbria del 2020, anche se, viste le premesse, non dispero si possa davvero organizzare, anche per il forte impegno della stessa Fondazione, un polo espositivo a Terni che diventerebbe complementare a quello di Perugia».

Eike Schmidt

Eike Schmidt

La condivisione Ma non solo Umbria, perché il valore della scoperta deve, secondo lo studioso, portare ad una condivisione più ampia: «Sono davvero grato a Eike Schmidt – spiega – di aver favorito la condivisione di questo percorso anche con il polo espositivo di Vinci del 2019. A meno che qualcuno non voglia perseverare nel voler cercare nella Valdarno o nella Valdinievole quello che vi si può ritrovare solo con un alto grado di fantasia ma non di scientificità, ritengo fondamentale che proprio la città natale di Leonardo si faccia promotrice e condivida questa nuova linea di ricerca e che tra l’altro avrà ricadute di grande rilievo proprio su Vinci e il suo territorio come bacino di incubazione del piccolo genio, e piccolo intendo naturalmente d’età: se concordavo con Marzia Faietti che se il disegno in questione implica che Leonardo appena arrivato a Firenze guardasse nella direzione stilistica dei Pollaiolo; la sua precedente formazione è avvenuta da bambino mancino non contrastato, da autodidatta, al cospetto della natura che poteva esperire nelle campagne e sui dolci declivi della campagna di Vinci».

Crinali che incorniciano il Lago di Ventina che compaiono in un dipinto della bottega del Verrocchio

Crinali che incorniciano il Lago di Ventina che compaiono in un dipinto della bottega del Verrocchio

Tempi e strategie Da qui al 2020, insomma, il percorso è tracciato, ma «una preoccupazione che ho subito condiviso con i vertici di Fondazione Carit è stata anche quella di trovare una strategia a breve per far ritornare la città di Terni alla vocazione turistica che per secoli ha esercitato come uno dei grandi poli attrattivi del fenomeno europeo del Grand Tour. Non dimentichiamo che prima di diventare il baricentro della politica industriale del centro Italia a partire dalla fine dell’Ottocento, Terni e il suo territorio sono stati descritti per secoli come un ‘paradiso terrestre’ sia naturalistico che artistico e archeologico. La Fondazione Carit, già impegnata in questo senso nel progetto dei Plenaristi, vuole fortemente questo rilancio ed in questo senso mi sono assunto personalmente – è l’impegno di Tomìo – la responsabilità di ottenere risultati rapidi, entro sei mesi».

Il 'Paesaggio con fiume' di Leonardo da Vinci

Il ‘Paesaggio con fiume’ di Leonardo da Vinci

Il ‘Paesaggio’ a Terni Un elemento importante, per procedere in questa direzione è rappresentato dalla rassicurazione offerta da Eike Schmidt a Elisabetta David: «A breve gli Uffizi forniranno una versione ad altissima risoluzione del disegno con cui potrà essere elaborata una mostra didattica e multimediale tra gli spazi della Fondazione Carit e l’Archivio di Stato. E questo – spiega Luca Tomìo – potrebbe accadere a brevissimo, tempi tecnici e logistici permettendo, già a fine gennaio, in concomitanza della quale, grazie al supporto del nuovo assessore Tiziana de Angelis, auspico possa essere attivato un ciclo di conferenze didattiche nelle scuole di Terni».

tomio-sgarbi-cascata-leonardo-carlini terniIl convegno Nel medio termine, l’obiettivo è la primavera e questa volta su input del vice presidente della Regione Umbria, Fabio Paparelli e sempre con l’Archivio di Stato di Terni protagonista «si andrà ad organizzare un convegno internazionale sul tema ‘Leonardo da Vinci e le bonifiche rinascimentali alla Cascata delle Marmore’ in cui l’apporto e il coordinamento di Miro Virili sarà determinante. Sempre in primavera saranno organizzate a Papigno due giornate del Fai e anche qui sono sicuro che tutti daranno il massimo sostegno all’iniziativa di Silvia Giani».

leonardo da vinci, cascataIl Grand Tour Uno degli appuntamenti decisivi, per sviluppare questo progetto di rilancio cittadino e territoriale, sarà anche un altro: «Vorrei metterlo a punto per l’inizio della stagione turistica, a giugno e con la chiusura delle scuole. Sarà una grande mostra diffusa su tutto il territorio, con Terni e la Cascata a fungere da perno, che avrà per titolo ‘Il Grand Tour di Leonardo’ e così come l’amico Vittorio Sgarbi ha accettato di tenere a battesimo la mia scoperta, spero sia ancora lui a benedire questa iniziativa, anche perché è stato lui il primo a cogliere come sia appunto Leonardo, con il suo excursus in Umbria, ad assurgere a pioniere del Grand Tour».

leonardo-cascata-terni-papignoOttimizzazione Quello che Luca Tomìo vuole mettere subito in chiaro è che «dovrà essere un evento ‘massima resa/minima spesa’ perché non comporterà i costi enormi e la logistica complessa di una mostra organizzata in uno spazio delegato. Sarà una mostra diffusa, che agirà sull’esistente, sul territorio, sulle singole aree di interesse, che verranno per così dire riattivate e messe in rete a partire dai nuclei storici del Grand Tour: Cascata delle Marmore con immancabile Arcobaleno; il borgo di Papigno e la Villa Graziani; Marmore-Piediluco e l’antico Lago Velino fino a Rieti; San Salvatore e centro storico di Terni; Bocche del Vento a Cesi e, ultimi, ma non certo ultimi il Ponte di Augusto e la bellissima città di Narni. A queste si aggiungeranno tutte le altre eccellenze del territorio: la città romana di Carsulae e la vicina San Gemini; il magnifico borgo di Cesi e il complesso naturalistico-archeologico di Sant’Erasmo-Monte Maggiore; l’antichissima e artisticamente ricchissima Amelia, con le sue mura ciclopiche; i codici miniati di Stroncone; la garibaldina Collescipoli; Palazzo Cesi di Acquasparta, le struggenti campagne tra Montecastrilli e Avigliano, con la Foresta Fossile e la Grotta Bella; fino ad estendersi verso Calvi dell’Umbria e Otricoli, e lungo tutta la Valnerina».

La Cascata delle Marmore

La Cascata delle Marmore

Il turismo, finalmente Queste saranno le direttrici dei flussi turistici e i punti nevralgici di una rete diffusa su tutto il territorio che, però, per funzionare necessita che sia potenziato, «e qui – chiarisce lo studioso – bisognerà agire con la massima cura e impegno (anche economico), l’asse Cascata delle Marmore-Centro Storico di Terni che dovrà necessariamente strutturarsi a sua sua volta lungo l’asse Stazione-Piazza Tacito-Corso Tacito-Palazzo Spada. Non solo i 400 mila visitatori attestati alla Cascata si vedranno accresciuti per l’allargata offerta turistica, ma soprattutto dovranno essere attratti a Terni con l’offerta espositiva alla Fondazione Carit, all’Archivio di Stato, a Palazzo Primavera, per poi essere convogliati sul centro storico di Terni e quindi sul territorio secondo le suddette linee di flusso attraverso una pianificazione di un servizio di bus-navette».

Luca Tomio e Marcello Luzzi in una delle grotte disegnate da Leonardo e utilizzata da Tomio come base logistica delle sue ricerche

Luca Tomio e Marcello Luzzi in una delle grotte disegnate da Leonardo e utilizzata da Tomio come base logistica delle sue ricerche

Le collaborazioni Inevitabile pensare, però, che per mettere in piedi tutto questo sarà necessaria una rete di collaborazioni in grado di agire in fretta ed efficacemente: «Sarà fondamentale – conferma Tomìo – non solo la spinta propulsiva della Fondazione Carit ma la sinergia davvero di tutti, dalle istituzioni ai privati cittadini, dal Fai a SlowFood, e in questo senso ritengo fondamentali la sinergia non solo con le tante dimore storiche sparse sul territorio, in primis la strategica Villa Graziani di Papigno della famiglia Luzzi e in questo senso sono sicuro non mancherà anche l’apporto di Giovanni Eroli, ma anche di quelle che dispongono appunto anche delle strutture ricettive per i turisti, da un capo all’altro del territorio, dall’Abbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo al Castello Corsini di Sismano».

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L’ossario di Stroncone

«Si può fare» Sulla carta, la cosa sembra in grado di funzionare. «Credetemi – dice con enfasi Luca Tomìo – si può fare. Per iniziare non servono grandi investimenti. Basta un buon coordinamento interno e una buona comunicazione all’esterno. E se magari non sarà ancora tutto davvero perfetto il turista potrà godere ancora di quel pizzico di senso di avventura e di riscoperta che ho potuto provare io ripercorrendo per primo i passi di Leonardo tra natura, arte e relitti industriali. Lo sapete che a Coppe di Stroncone c’è ancora una cripta affrescata con pavimento in terra battuta e ossario a vista? Sarà tutto necessariamente da sistemare a breve, ma nel frattempo chi vorrà godere di un’esperienza diretta, non mediata, non turistica, si avventuri come me su quel colle da cui Leonardo e la sua brigata umbra, cinque secoli fa, a cavallo, si sono diretti verso Calvi sui passi di San Francesco. Tutto sarà più chiaro».

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