«Leonardo da Vinci unisce Terni e Rieti»

Luca Tomìo lo ha annunciato sabato e lo ribadirà domenica pomeriggio, «Nella ‘Madonna con bambino e angeli’ un’altra traccia del passaggio»

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Leonardo da Vinci, Paesaggio con Cascata delle Marmore, Papigno e Valle di Terni, 5 agosto 1473, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi, f. 8P

Ne ha fatta un’altra: «Al di là di tutte le autorevoli conferme susseguitesi in questi mesi, l’ormai famoso disegno di paesaggio degli Uffizi raffigura il paesaggio ternano anche in base ad una nuova scoperta». Luca Tomìo l’ha annunciata sabato all’Archivio di Stato di Rieti e l’ha ribadita domenica pomeriggio in quello di Terni.

Hai dichiarato che “il cerchio si chiude”. In che senso e con quali prospettive? «Già Pietro Marani, tra i più autorevoli vinciani a livello mondiale, aveva intravisto la mano giovanile di Leonardo nel paesaggio della Madonna con Bambino e due angeli della National Gallery di Londra, opera già attribuita al giovane Perugino nella bottega del Verrocchio: gli alberi a “a coda di pavone” e il pinnaccolo roccioso rimandano allo stile del disegno delle Marmore degli Uffizi. Potervi riconoscere ora nello scorcio destro, pinnacolo escluso, la veduta pedilucana di Piedimoggio e in quello sinistro la piana e la città di Rieti, ci permette di ricostruire il “percorso” parallelo, non è solo stilistico ma effettivo, di Leonardo e Perugino che finora non si capiva bene perché il padre di Raffaello già nel 1490 definisse “due giovin par d’etade e par d’amori».

LUCA TOMIO: «IL CERCHIO SI CHIUDE» – L’INTERVISTA

Il dipinto esposto alla National Gallery

Illustraci il percorso stilistico «Anche il dipinto della National Gallery è ora databile al 1473 e questo getterà nuova luce sugli esordi pittorici sia di Leonardo che di Perugino. Dal recente restauro del dipinto di Londra sono inoltre emerse delle differenze stilistiche che potrebbero ricondurre alla mano di Leonardo anche l’angelo che regge il giglio. Inizia un lungo percorso che porterà a riscrivere la storia della formazione di Leonardo in Umbria e automaticamente anche a Roma e comunque nell’ambito della cultura centro-italiana, a contatto con Perugino e Piermatteo d’Amelia, autori insieme del polittico di Perugia appunto ancora nel 1473».

LA LUNGA BATTAGLIA SU LEONARDO DA VINCI

E il percorso effettivo? «Nel disegno degli Uffizi e nel dipinto della National Gallery possiamo davvero avere sotto gli occhi i paesaggi che Leonardo ha attraversato a cavallo e che sono non due valli qualsiasi ma sono le due delle tre Valli Sante di San Francesco, quella quella celeberrima reatina con Greccio e quella ternana che proprio San Francesco contribuì a fondare come Diocesi».

Tu avevi già messo in relazione il disegno degli Uffizi con la Diocesi di Terni. Qual’è il nesso? «Ora che la presenza di Leonardo a Terni nel 1473 è una certezza si possono cominciare ad approfondire le ipotesi sulla funzione del disegno. Per la particolare costruzione dell’immagine e per alcune stringenti affinità tecniche ho sempre pensato, e la ritengo tuttora l’ipotesi più plausibile, che il disegno degli Uffizi sia un bozzetto costruito a tavolino per un ciclo di affreschi nell’Episcopio della Diocesi di Terni. Che poi questo ciclo sia stato effettivamente realizzato o addirittura che possa ancora trovarsi sotto gli attuali paesaggi della metà del XVII è un’eventualità degna di indagine e che auspico venga promossa al più presto».

Al di là dell’effettivo ritrovamento, che sarebbe eccezionale, in che contesto Leonardo eseguirebbe quest’opera? «Leonardo e Perugino gravitano nella zona umbra-sabina venendo da Roma, dove il loro maestro Verrocchio è al servizio di Sisto IV, che è un papa francescano ed è il fautore della devozione mariana per il Giubileo del 1475: il disegno degli Uffizi è datato “Addì Santa Maria della Neve” ed è stato eseguito negli stessi giorni in cui il Legato Pontificio è a Todi e il vescovo di Terni è proprio il tesoriere di Sisto IV; il dipinto della National Gallery è una Madonna col bambino devozionale di ambito reatino, dove era stato governatore pontificio proprio un nipote di Sisto IV. Anche se il lavoro sarà lungo bisogna continuare a ricostruire il contesto storico non solo negli Archivi di Stato ma anche nell’Archivio Segreto Vaticano a cui ho già avuto accesso grazie a padre Giuseppe Piemontese, il Vescovo di Terni, e di don Claudio Bosi, direttore dell’Ufficio Ecclesiastico della Diocesi di Terni».

Cosa significa la presenza di Leonardo nelle terre della predicazione di Francesco? «Con Leonardo da Vinci nelle Valli Sante di San Francesco ci troviamo al cospetto del cuore vero, non simbolico, della potenza ecumenica culturale e spirituale d’Italia. Leonardo e Francesco sono le figure che più di ogni altra rappresentano la nostra identità più profonda. Non si può mettere a confronto un uomo, seppur straordinario, con un Santo, ma permettetemi di dire che i loro occhi si sono posati allo stesso modo sulle bellezze del mondo che ci circonda. Hanno solcato le stesse acque, in senso metaforico, ma anche concreto, e che, nel nostro caso, sono quelle del Velino che forma il lago di Piediluco e la Cascata delle Marmore, la “cerniera” millenaria che sancisce il legame tra le città e i territori di Terni e Rieti, dell’Umbria e del Lazio, cuore d’Italia e del Rinascimento».

Alviano E poi c’è ‘Leonardo da Vinci spy story. Le origini del genio‘: «La conferenza-racconto che terrò al castello di Alviano il prossimo 30 settembre. Tutti i particolari inediti dell’iniziativa li annunceremo mercoledì 27, alle 11, nella sala del consiglio provinciale. Insieme a me ci saranno anche il presidente della Provincia, Giampiero Lattanzi e il sindaco di Alviano, Giovanni Ciardo. Si tratta di un racconto per immagini di una ricerca ancora in corso ricca di rimandi storici, di ricostruzioni delle atmosfere del tempo, di dettagli misteriosi che gettano nuova luce sui primi passi del Genio Universale».

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