Licenziamenti in Ast, niente firma

Terni: primo incontro in Confindustria, i sindacati pongono le loro condizioni e chiedono un aggiornamento della discussione

Condividi questo articolo su

Inizia in salita il confronto tra segreterie provinciali dei metalmeccanici, rsu e azienda, sulla questione dei 15 licenziamenti annunciati da Ast lo scorso 21 settembre. La procedura ha preso il via davanti a Confindustria con il primo incontro convocato per esaminare il provvedimento. Ma l’esito è ancora incerto.

I temi

La riunione non ha infatti portato al momento risultati, visto che Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Usb riferiscono di non aver ricevuto risposte dai vertici aziendali e quindi auspicano che ci sia un aggiornamento della discussione per «definire il perimetro entro il quale rendere esplicito un percorso condiviso». Turnover, incentivo equo, criteri di stabilizzazione del personale a tempo determinato sono i paletti posti da segreterie e rsu, che hanno anche chiesto chiarimenti su altre questioni interenti organici ed organizzazione

Il punto di vista dell’acciaieria

Da parte sua l’azienda ha ribadito che il procedimento è finalizzato ad agevolare fuoriuscite per il pensionamento e che sarà caratterizzato dalla volontarietà. Uscirà quindi dalla fabbrica solo chi lo vorrà e avrà certi parametri, una condizione non ritenuta sufficiente dalle organizzazioni sindacali. Dunque per la firma dell’accordo – sempre che ci sarà, a differenza di quanto avvenuto nel 2017 in occasione del mancato accordo sulla fuoriuscita di una quarantina di impiegati – bisognerà attendere.

Il fronte Ilserv

Intanto, lunedì pomeriggio l’Ilserv ha convocato le rsu per cercare di rispondere alle preoccupazioni espresse nei giorni scorsi dalle rsu aziendali, che chiedono chiarezza sugli appalti in scadenza, alla luce dell’assegnazione dell’appalto per il recupero delle scorie Ast, perso dalla stessa Ilserv a vantaggio della finlandese Tapojarvi-oy. Per mercoledì i delegati di fabbrica hanno già proclamato uno sciopero dei lavoratori della principale ditta esterna dell’acciaieria, il tentativo dell’incontro è quello di cercare di evitare la mobilitazione.

L’altra polemica

La giornata era già iniziata con tensione nell’aria, dopo il blocco degli straordinari delle disponibilità da parte dei lavoratori del ‘treno a caldo’ dell’acciaieria proclamato dalle rsu al termine di un incontro in cui, sempre lunedì, l’azienda ha comunicato alcune modifiche temporanee alla turnistica, riguardanti sia i lavoratori di esercizio che quelli di manutenzione.

Problemi di ripartenza

Un tema, quello della turnistica, che secondo i rappresentanti dei lavoratori ha confermato «l’atteggiamento di indisponibilità e di irrigidimento delle relazioni da parte della direzione aziendale», di fronte al tentativo dei delegati di fabbrica di perseguire «un percorso di condivisione delle esigenze, anche attraverso possibili forme di riconoscimento per i lavoratori». Un irrigidimento che viene considerato «grave» dalle stesse rsu anche e soprattutto in virtù dei problemi che il treno a caldo sta dimostrando dalla ripartenza nel dopo fermata e che ad oggi non sembrerebbero essere in fase di completa risoluzione.

Questione di sicurezza

Ritenendo non condivisibile, soprattutto nelle modalità, quanto deciso dai vertici dell’acciaieria le rsu, oltre a proclamare il blocco, invitano i lavoratori «a denunciare tutte le eventuali pressioni che potrebbero essere esercitate», ma anche a segnalare «tutte le problematiche di sicurezza che a fronte degli ultimi cambiamenti potrebbero emergere». La protesta potrebbe non essere finita qui, perché i rappresentanti di fabbrica si riservano di intraprendere «ulteriori iniziative di mobilitazione».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli