L’Umbria ‘differenzia’, ma non ricicla rifiuti

Narni, Bastia Umbra e Orvieto sul podio dei comuni migliori secondo Legambiente. Cosp Tecno Service: «Risultato frutto del lavoro». Scandalo pannolini nell’organico per l’Ati2

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L’erba del vicino è sempre più verde. Lo è sicuramente per gli umbri e, in particolar modo, per i perugini, declassati quest’anno dalla classifica dei comuni che si sono maggiormente distinti per le buone pratiche in cambio ambientale.

Le percentuali di riciclo secondo Legambiente

Due terremoti Oltre alle scosse provocate dal terremoto del 24 agosto e del 30 ottobre ce n’è stato un altro, in Umbria, che ha messo a dura prova istituzioni e società civile. L’inchiesta sui rifiuti di Guardia di finanza, Corpo forestale dello stato e magistratura che ha coinvolto la dirigenza Gesenu e quella della consorella Tsa ha infatti portato alla luce il distorto core business instauratosi nella gestione dei rifiuti, soprattutto quelli della frazione organica, che in ampie zone del territorio è risultata di qualità così scarsa da alimentare ulteriormente i conferimenti in discarica. «La formula rifiuti=risorsa è stata sicuramente mal interpretata e certo, l’obiettivo principale del recupero di materia, non è stato adeguatamente perpetrato» spiegano dall’associazione.

I dati I numeri indicano che in Umbria la raccolta differenziata ha raggiunto nel 2016 la quota del 57,7% con un aumento rispetto all’anno precedente del 7,1%. L’aumento è in gran parte dovuto al netto balzo compiuto dall’ATI4 , quello della provincia di Terni, che ha visto crescere la propria percentuale di differenziata da un modesto 40,7% del 2015 fino 57,4% del 2016, un balzo in avanti del 16,7% dovuto all’applicazione del piano d’ambito che ha previsto l’estensione del porta a porta con contestuale eliminazione dei cassonetti stradali in tutti i comuni dell’ambito. «Un risultato che presumibilmente sarà ancora migliore nel 2017 – afferma Maurizio Zara – quando l’estensione del porta a porta sarà entrata a regime anche nel capoluogo di Terni e nei comuni più grandi, e che si spera possa far da traino anche al resto della regione che comunque registra negli altri ambiti piccoli miglioramenti anche se mancano pianificazioni efficaci e coraggiose come quelle del ternano».

I mastelli

Quantità Parallelamente, anche la produzione di rifiuto urbano residuo, ovvero quello non differenziato da parte dei cittadini umbri, è in calo di ben 22,8 kg ad abitante attestandosi su 201 kg pro capite annuali e se si considerano anche gli altri rifiuti urbani sottoposti a smaltimento -ingombranti, cimiteriali e spazzamento strade – il dato sale a 210 kg annui. Ben lontani dai 123 kg pro capite del Veneto, anche in questo caso la zona del ternano fa registrare miglioramenti più importanti, con meno 82,5 chili rispetto all’Ati2 dove, invece, la produzione è in leggero aumento.

Sul podio Tra i comuni sotto i 5 mila abitanti, ai primi posti svettano Attigliano, Montefranco e Ferentillo con una differenziata rispettivamente dell’80,9%, 78,4% e 77,45. Sopra i 20 mila il premio va a Narni, con il 65,4%, seguito da Bastia Umbra col 68,8% e da Orvieto col 66,6%

Indice di riciclo Meno incoraggianti, invece, sono i dati sull’effetto avvio a riciclo dei rifiuti. L’Umbria fa registrare appena un 40% contro quanto stabilito, invece, dalla Direttiva europea del 2008 che stabilisce che almeno il 50% dei rifiuti urbani, debba essere interessato da operazioni di preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio. Le cause? Secondo Legambiente vanno rintracciate nella scarsa capacità di intercettare le frazioni recuperabili da parte dei sistemi di raccolta differenziata, in particolare per la frazione organica e, tra le frazioni secche, per la carta e la plastica, nella scarsa qualità delle frazioni umide e negli eccessivi scarti del processo di compostaggio, denunciati dai dati di gestione degli impianti.

Il caso Bettona Rientra in questa ‘penosa’ vicenda la questione pannolini che, fino allo scorso dicembre, Gest consentiva di gettare nell’umido – caso unico in Italia – i pannolini e gli assorbenti, con il danno di aver alterato il dato della raccolta differenziata e in particolare della raccolta dell’organico in quei comuni che hanno utilizzato questa modalità, ed infatti i dati delle indagini merceologiche confermano l’elevata presenza di materiali non compostabili all’interno della raccolta della frazione organica di alcuni dei comuni premiabili. Questo è particolarmente evidente nel comune di Bettona che, se non avesse avuto il 19% di materiali non compostabili, sarebbe stato ai primi posti dei Comuni Ricicloni umbri.

I prodotti sanitari assorbenti costituiscono in media un valore che oscilla tra il 15 e il 25 per cento del rifiuto secco residuo non riciclabile. Ogni bambino, fino a 36 mesi di età, consuma in media circa 4,5 pannolini al giorno, per una stima annua di circa 4000 pannolini. A fine dicembre 2016 Gesenu ha proposto un progetto di raccolta domiciliare dei pannolini e pannoloni riservato esclusivamente agli utenti serviti con la raccolta domiciliare TRIS, per un importo stimato di oltre 100 mila euro, con una media di costo ad utenza di 141 euro. Si prevede di fatto una raccolta sganciata dall’organizzazione del resto della raccolta dei rifiuti e una frequenza settimanale della raccolta stessa. Una frequenza insufficiente, secondo il Movimento 5 stelle, che ha depositato un ordine del giorno che impegna la giunta a promuovere l’utilizzo di pannolini lavabili, tramite un progetto dedicato, con il coinvolgimento degli asili nido comunali, di quelli privati e delle farmacie comunali.

Cosp Tecno Service esulta «Sull’ideale ‘podio’ umbro altre tre presenze di comuni della provincia di Terni gestiti da Cosp Tecno Service: Orvieto al terzo posto con il 66,6% di differenziata tra i comuni sopra i 20 mila abitanti, Amelia (73,1% differenziata, 110 kg/ab di rifiuto) e Montecastrilli (72,4% rd e 113 kg/ab pro capite) tra i comuni tra 5 e 20 mila abitanti (dati Arpa Umbria 2016). Oltre ai comuni che si sono piazzati ai primi tre posti, sono numerosi gli altri centri gestiti da Cosp Tecno Service menzionati nel Rapporto di Legambiente, ovvero 17 tra i primi 25 dei comuni sotto i 5 mila abitanti: Porano, Penna in Teverina, Castel Viscardo, Lugnano in Teverina, Montecchio, Alviano, Avigliano Umbro, Monteleone di Orvieto, Guardea, Montegabbione, Allerona, Baschi, Giove, Acquasparta, Castel Giorgio e Fabro».

La sperimentazione Ed è proprio nel Comune di Fabro che Cosp Tecno Service ha scelto di attivare la fase sperimentazione della misurazione puntuale dei rifiuti: «Il sistema di rilevazione di tutte le frazioni merceologiche raccolte (carta, plastica e metalli, vetro, organico e secco residuo) viene effettuato mediante la lettura dei singoli mastelli muniti, già alla consegna, di trasponder ad alta frequenza identificativo dell’utenza che si basa esclusivamente sul calcolo degli svuotamenti di ogni singolo mastello rilevati durante un arco temporale di riferimento. L’ambizioso progetto di accelerare l’entrata in vigore di una tariffazione puntuale dei rifiuti, insieme agli ottimi risultati ottenuti e certificati dal Rapporto di Legambiente, pongono Cosp Tecno Service perfettamente in linea con gli obiettivi di un’economia che tende ad essere sempre più circolare. Imminente la partenza di un ciclo di otto corsi sul compostaggio che verranno proposti in diversi comuni del territorio. I corsi prenderanno il via sabato 22 aprile da Montecastrilli e si concluderanno il 25 Maggio ad Orvieto. In parallelo con questa iniziativa, Cosp Tecno Service metterà infine a disposizione, nei Comuni di propria competenza e per tutti gli utenti che ne faranno richiesta, 150 compostiere a titolo gratuito».

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