M5s: «Nel programma le ragioni per votarci»

Thomas De Luca snocciola i ‘cento passi’ con cui punta a conquistare palazzo Spada. Lavoro, ambiente, città, turismo. E spunta l’idea di fare surf sul fiume Nera in città

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«Non un elenco di vuote promesse, ma ‘cento passi’ per Terni ed i ternani, perché la nostra città diventi un modello europeo da seguire. Il 10 giugno (data del voto amministrativo, ndR) rappresenta un bivio fra continuare a guardare al passato oppure avanti. Noi abbiamo scelto di voltare pagina, contro quel contesto che più di chiunque altro abbiamo combattuto negli anni passati».

TERNI, IL PROGRAMMA DEI 5 STELLE – SCARICA

Cento proposte su cinque assi Nel pieno della campagna elettorale il candidato sindaco del M5s a Terni, Thomas De Luca, ha presentato il programma ‘di governo’. Oltre cento pagine e cento proposte, venti delle quali rappresentano le priorità della città. Cinque gli assi fondamentali: lavoro, salute, comunità, territorio e cultura.

L’appello «Dietro il nostro simbolo c’è il mio volto e una squadra che ha le ‘mani libere’. Il confronto è con una moltitudine di liste avversarie che concorrono per una poltrona. Il mio appello a chi non pensa di votarci è: leggete il nostro programma e valutate le proposte del Movimento 5 stelle. Non fatevi influenzare ma siate protagonisti di questo cambiamento, attraverso una scelta consapevole».

Il lavoro «Per aggredire i fattori che impediscono sviluppo e investimenti a Terni – ha detto De Luca – dobbiamo puntare su un ‘contenitore’, un polo di innovazione che unisca formazione, ricerca, università e imprese. Perchè i cambiamenti in atto su scala mondiale, giganteschi, devono essere intercettati. Anche con un lavoro di sistema che parta dalle opportunità dell’area di crisi complessa. Sul fronte interno va riformata la ‘macchina comunale’ perchè troppe sono le professionalità all’altezza ma accantonate dalle precedenti amministrazioni. Persone che potrebbero occuparsi anche di individuare, attraverso uno sportello di Europrogettazione, quei finanziamenti che ci sono ma di cui Terni non ha mai usufruito se non in sporadici casi. Sul fronte dell’acciaio, Terni può diventare un modello europeo di produzioni ambientalmente sostenibili, attraverso un’azione concertata fra governo nazionale ed enti locali che porti alla definizione di un piano strategico dell’acciaio. Infine l’industria chimica che può trasformarsi in laboratorio europeo per la sostenibilità tecnologica, orientato alla fitorimediazione dei terreni – e in 20/30 anni possiamo riportare lo stato di nostri suoli a quello pre-industriale – ed alla creazione di una filiera della biochimica, delle bioplastiche e dei biomateriali. Un’opportunità di coniugare ambiente e lavoro che non ha precedenti».

Salute «Il tema della salute – ha spiegato il candidato sindaco del M5s – è per noi soprattutto prevenzione e quindi ambiente. Basta negazionismo, lo dirò anche quando, da sindaco, seguirò direttamente la delega all’ambiente. Serve un osservatorio permanente con figure di alto profilo, anche di livello internazionale, e serve uno studio epidemiologico, che attendiamo da quattro anni, per capire la correlazione fra contesto e patologie. Allo stesso modo dobbiamo lavorare sulla riconversione degli impianti produttivi, frenata per troppo tempo dalla Regione, così come intervenire in maniera scientifica e puntuale sulle problematiche del polo siderurgico: riportando i valori di nichel e cromo al di sotto della soglia di rischio e avviando un percorso sulle emissioni che trasformi l’Ast in un punto di riferimento mondiale. Sul fronte della mobilità dobbiamo dialogare con chi, oggi a Terni, produce ossigeno e idrogeno. Assurdo che il comune di Bolzano utilizzi automezzi alimentati ad idrogeno e che qui da noi, nonostante la presenza di questa realtà produttiva, nessuno abbia pensato di farlo. Interverremo poi in maniera definitiva per la realizzazione della pista ciclabile che colleghi via Bramante e borgo Rivo, grazie anche a risorse che nessuno ha mai saputo utilizzare perchè manca il progetto definitivo dell’opera. Sul Sin di Papigno, per la sua bonifica, ci sono invece 3 milioni di euro fermi da troppo tempo e che noi vogliamo rimettere in moto. Per essere ‘performanti’ su questi fronti è necessario creare una squadra negli uffici comunali: troppo poche le risorse umane destinate finora allo scopo. Infine si può cambiare volto alla città piantando 100 mila alberi, uno per ogni cittadino».

La comunità «Dal punto di vista sociale, ma anche urbanistico, Terni ha subìto un’atomizzazione dei quartieri e delle periferie che ha portato la gente a dividersi, ad allontanarsi. Ricostruire il tessuto sociale vuol dire partire dagli ‘ultimi’, da chi è stato lasciato indietro. E il Comune deve tornare di nuovo protagonista, riportando nella sfera del diritto ciò che oggi è delegato alla beneficenza. Al momento chi è in difficoltà trova sostegno soltanto in realtà esterne all’amministrazione. Idee come le ‘case dei quartieri’, spazi per il co-working giovanile a fronte di un patrimonio immobiliare sempre più abbandonato, la tutela delle fasce deboli e il loro reinserimento lavorativo – valutando anche questa possibilità per le donne vittime di violenze – rappresentano misure in grado di dare una risposta concreta su più fronti. Dobbiamo fare il possibile per rendere accessibili le strutture comunali, a partire da quelle legate al turismo: oggi 11 milioni di persone in Italia scelgono le proprie mète anche in base all’accessibilità. Parliamo di disabili sì, ma anche di anziani e di persone con una mobilità temporaneamente limitata. Sul piano della sicurezza, vogliamo fornire nuovi strumenti a chi ha il ruolo di garantire una città tranquilla e vivibile. In passato non è stato fatto, è sempre mancato un intervento dell’istituzione presso i ministeri per avere più dotazioni organiche e risorse. Allo stesso modo non è stato garantito quel decoro che rende vivibili gli spazi cittadini, allontanandoli dal ‘buio’ della microcriminalità, quest’ultima figlia di dinamiche delinquenziali ben più serie e inquietanti che vanno stroncate».

Territorio «A Perugia c’è il Freccia Rossa. Qui continuiamo ad andare avanti con i treni regionali stracolmi di pendolari verso i quali non si ha alcun rispetto. Un nuovo protagonismo del Comune, non più succube di certe dinamiche, è vitale per la nostra comunità. Servono anche interventi ‘quotidiani’, come un piano veloce ed efficace per le strade, azioni contro il dissesto idrogeologico che, basti vedere cosa accade a borgo Rivo ogni volta che piove, mette a rischio i cittadini, attività e beni privati. Serve un nuovo Prg che prenda in considerazione una visione della città più umana e collegata alle esigenze di territori e quartieri. Ma le infrastrutture contengono anche tante opportunità. Vogliamo dialogare con la Ternana Calcio per la creazione del nuovo stadio sul modello di quanto fatto a Bergamo, dove comune e Atalanta hanno programmato a lungo termine, creando le condizioni per crescere dal punto di vista sportivo e non solo».

Cultura e turismo «Terni può diventare la capitale degli sport all’aria aperta, outdoor, e di quelli ‘estremi’. Il contesto naturale ci aiuta ed esempi come quello di Queenstown, in Nuova Zelanda, sono illuminanti. Oggi abbiamo a Terni tanti soggetti che operano da soli su questo fronte: rafting, canyoning, canoe, speleologia, arrampicata, downhill e spazi utilizzati anche per competizioni di livello nazionale, ai più sconosciuti.Tanto può essere fatto mettendo a sistema questi mondi che coniugano sport, turismo e business». Poi ‘spunta’ anche l’idea di fare surf sulle acque cittadine del fiume Nera: «A Monaco di Baviera, da tempo e grazie alla costruzione di una barriera in cemento lungo l’Isar, tutti possono fare surf in città. A Terni, con un esborso limitato, possiamo creare la prima struttura del genere in Italia, attirando turisti, sportivi e appassionati». Fra le altre idee, quella di creare legami con le realtà europee che celebrano ‘Il maggio’ ed un ‘wall of fame’, con i contributi di personaggi di rilievo, per caratterizzare la festività di San Valentino: «L’offerta turistica e culturale, in questo caso, va estesa su tutto l’arco dell’anno con un calendario ‘open’ di iniziative ed eventi». Infine Umbria Jazz: «Bene che ci sia e non possiamo continuare a vivere con il complesso dello ‘scippo’. Dobbiamo però creare una nostra dimensione qui, così come in ambiti culturali e musicali diversi. Si può dare vita ad un ‘Umbria Rock Festival’ grazie alle tante competenze organizzative su cui Terni può contare. Ma dobbiamo operare anche per far sì che i mondiali di canottaggio del 2024 si svolgano a Piediluco». Sul Verdi: «Lavoreremo perchè riapra e venga inserito in una programmazione incentrata sulla fondazione ‘Teatro Verdi – Musei di Terni’, strumento snello per riprogrammare l’intera offerta culturale e museale del territorio. In questo senso il ‘Caos’ deve essere il luogo dell’arte contemporanea, non più in maniera esclusiva o elitaria, ma fornendo a tutti gli strumenti per comprendere ed anche produrre arte». Chiusura sull’università: «Terni non può continuare a vivere delle briciole di Perugia. Siamo disponibili a continuare a collaborare se ci sarà la volontà di operare per il bene della nostra comunità. Altrimenti, a fronte di una politica di accentramento sul capoluogo, dialogheremo – ed i contatti sono stati già avviati – con altre realtà, italiane e non, attraverso lo strumento della ‘federazione di atenei’».

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