Una categoria diventata, nel corso degli anni, essenziale per mandare avanti – ogni giorno – la macchina della giustizia italiana, soprattutto a fronte dell’annosa carenza di organici. È quella dei magistrati onorari – ben 7 mila in Italia, contro gli oltre 10 mila ‘togati’ – che dal 20 al 26 febbraio hanno proclamato lo ‘sciopero’, astenendosi dalle udienze, per chiedere la giusta considerazione del proprio ruolo. Sono infatti migliaia gli ‘onorari’ – laureati in legge, soprattutto avvocati, che svolgono attività di giudici di pace, esperti di tribunali di sorveglianza, giudici ausiliari di tribunali e corti d’appello – che attendono di essere stabilizzati dopo anni di attività a tempo pieno negli uffici giudiziari e requirenti.
Terni Anche a Terni l’adesione alla protesta è stata decisamente alta, con conseguenti disagi nelle varie udienze programmate. Un’adesione del 100% fra i vice procuratori ‘onorari’ di ruolo a Terni – i pm che spesso rappresentano l’accusa di fronte al giudice di pace e monocratico – e consistente anche fra i giudici di pace e onorari, con ruolo giudicante. L’astensione, promossa da tutte le sigle della magistratura onoraria – FederMot, Angdp, Anmo, Cgdp, Unagipa, Unimo – ha incontrato il sostegno di numerose ‘toghe’, ben 200 fra procuratori della Repubblica e presidenti di corti d’appello, e del presidente dell’Anm Luca Palamara. Un’adesione motivata anche dal fatto che gli ‘onorari’, oggi in Italia, seguono circa il 60% dei procedimenti penali e civili attualmente in corso.