Malalanda, il fumetto come psicoterapia

L’opera prima di due perugini – Paolo Maria Taddei e Maurizio Vignaroli – è in finale al concorso della casa editrice de L’Espresso

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Si chiama «Il Segreto di Malalanda» ed è una storia scritta da due fumettisti perugini ‘giovani dentro’: Paolo Maria Taddei e Maurizio Vignaroli. È in finale nel concorso ‘Il mio esordio’, concorso letterario nato nel 2011, grazie alla collaborazione tra la piattaforma ilmiolibro.it, la Scuola Holden (quella di Baricco) e la casa editrice La Feltrinelli.

IN ANTEPRIMA ALCUNE TAVOLE DI ‘IL SEGRETO DI MALALANDA’ – GALLERY

Il segreto di Malalanda fumetto Paolo Maria Taddei e Maurizio Vignaroli

Effetto catartico L’idea del racconto è nata nell’aprile del 2015, pochi mesi dopo che gli autori Paolo Maria Taddei e Maurizio Vignaroli, amici di lunga data, si sono ritrovati in occasione di un triste evento. Un lutto. «Dopo la scomparsa di mio padre – racconta Vignaroli – avevo bisogno di coinvolgermi in un progetto piacevole e questo è stato per me come una specie di terapia. Avevo sempre avuto voglia di realizzare un cartone animato, così ho pensato di iniziare con un fumetto complesso e strutturato». «È un lavoro ironico – puntualizza Taddei – una metafora del mondo contemporaneo ma anche un modo per rimettersi in gioco e trovare nuove energie»

Passione comune Da quel momento, la passione per il disegno, che i due autori hanno condiviso fin da quando erano compagni di banco alle scuole medie, si è concretizzata nella realizzazione di un progetto comune. «Il Segreto di Malalanda», ambientato in un mondo fantasy senza tempo, è la storia di due lemuri (Pi ed Emme) artisti squattrinati che a seguito di un involontario errore nel restauro della statua di San Madido, patrono della città di Guastaregia, scappano per evitare le responsabilità e gli eventuali reclami del Camerlengo, indiscussa autorità della citta.

L’avventura Seguendo le indicazioni di Suso, uno strano essere nascosto interno della statua, vengono inseguti dagli SMS (acronimo di San Madido Seguaci) emissari del perfido Camerlengo. Dopo una serie di vicissitudini, attraversano il Bosco Tristo e giungono nella città di Malalanda nota per la famosa festa del ‘Grasso che Cola’. Per scappare dall’ordine di cattura emesso dall’Abate Soriano, laido personaggio legato a filo doppio al Camerlengo di Guastaregia, i due protagonisti si rifugiano nei sotterranei della Torre Fumante, luogo da dove ufficialmente zampilla il miracolo grasso. In realtà la torre nasconde un ben più reale segreto: il segreto di Malalanda, appunto. I due protagonisti, cercando una via d’uscita dai meandri del sotterraneo, loro malgrado prenderanno coscienza della reale attività che sta alla base della prospera vita degli abitanti della città di Malalanda «e a loro modo – raccontano gli autori – cambieranno il proprio e l’altrui destino».

Metafora dei mali della nostra società «Pur essendo ambientato in un’epoca indefinita, il nostro lavoro affronta temi e situazioni aderenti alla nostra società – raccontano Taddei e Vignaroli – i due protagonisti Pi ed Emme (che non a caso sono le iniziali dei due autori; ndr) sono gli unici animali della storia, quasi a voler differenziare la loro sensibilità rispetto agli altri umani. La loro avventura, pur iniziando per caso, li coinvolge in situazioni precise, specchio della nostra realtà toccando temi a noi vicini come la credulità popolare, l’esercizio del potere, la corruzione, l’emigrazione, il culto del cibo e dell’apparire. Le tavole – che umbriaOn pubblica in anteprima – saranno esposte dal 3 al 31 dicembre presso la chiesa san Francesco delle Donne – museo Brozzetti – a Perugia.

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