Marcegaglia: «Siamo interessati ad Ast»

Il presidente del Gruppo Marcegaglia ha esternato il proprio interesse per gli stabilimenti di Terni in occasione di innovA a Brescia

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Antonio Marcegaglia

«La nostra intenzione è che quando sarà avviato un processo di possibile dismissione, come appare dalle dichiarazioni del top management di ThyssenKrupp, e cioè che lo stabilimento di Terni non sia strategico per il loro gruppo, noi siamo certamente interessati a guardarlo con grandissima attenzione. Infatti abbiamo un grande consumo di acciaio inossidabile, Terni è il nostro principale fornitore e noi siamo di gran lunga il loro più importante cliente. Siamo leader nei tubi di acciaio inossidabile e abbiamo, credo, tutte le caratteristiche per fare una serie di sinergie industriali e commerciali e, nel nostro percorso di crescita in Italia e in Europa nel core business, ci sentiamo candidati ‘qualificati’ per questa corsa. Possibili cordate? Per ora stiamo studiando e riflettendo perché non c’è ancora un’interlocuzione formale. Il tema è aperto, non escludiamo possibili partnership ma certamente vogliamo poter svolgere un ruolo determinante e da protagonisti, come gruppo». Lo ha detto sabato mattina Antonio Marcegaglia, presidente del Gruppo Marcegaglia, ai microfoni di Siderweb in occasione di innovA, la convention dell’innovazione per il settore siderurgico che si tiene a Brixia Forum (Brescia).

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Gli interrogativi

«Basta voci ed indiscrezioni, non fanno il bene dello stabilimento né dei lavoratori» aveva detto martedì scorso al Mise il capo delle relazioni esterne di ThyssenKrupp, Peter Sauer, durante il vertice con istituzioni e sindacati. Ma la notizia che arriva da Brescia è qualcosa di più, visto che ad uscire allo scoperto è direttamente il presidente del gruppo mantovano. Ovvio che l’annuncio dell’interessamento sia rimbalzato immediatamente a Terni, dove – dopo l’incontro al ministero – gli interrogativi non si sono diradati, tutt’altro. Ora, in molti, si chiedono come il gruppo Marcegaglia, che è noto sia già particolarmente esposto con le banche, possa avere la forza di accollarsi un’azienda come Ast. Quasi impossibile che lo faccia da sola, tanto che lo stesso presidente del gruppo non ha escluso partnership con altri nomi, una strada già tentata nel 2013, prima del ritorno ‘obbligato’ di Ast in ThyssenKrupp. Allora la cordata era stata creata con Aperam e Arvedi, altro nome, quest’ultimo, che ritorna ancora una volta a cinque anni di distanza. Proprio ad un possibile interessamento di Arvedi ha fatto cenno sempre martedì il direttore del Mise, Giampietro Castano: sembra dunque che il destino dell’Ast – oggi diventata molto appetibile sul mercato -, possa parlare italiano.

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