Marini: «Regione, cambiare non è tabù»

Umbria, la presidente analizza il voto: «Sconfitto il partito, non le persone. Ora ripartire. Prendiamo atto dei nuovi assetti»

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«Responsabiltà collegiale, ricostruzione e partecipazione». Sono le parole d’ordine scelte da Catiuscia Marini, la presidente della Regione Umbria che di fronte a un Pd in crisi d’identità in tutta la regione – martedì il segretario regionale Giacomo Leonelli si è dimesso – e a pressioni crescenti nei confronti dell’esecutivo di palazzo Donini, esterne ma anche interne alla maggioranza, la Marini ha voluto dire la sua. Un appuntamento molto atteso, in particolare dagli addetti ai lavori, visto il numero di giornalisti e telecamere presenti, in religiosa attesa anche di fronte a mezz’ora di ritardo della presidente. Che poi parla: del partito, delle elezioni e della sua giunta, attesa a quanto si è capito da un cambiamento nelle prossime settimane.

LA PRESIDENTE MARINI: «C’E’ VOLONTA’ DI RIPARTIRE» – IL VIDEO

L’analisi del voto «Nel mese di maggio – ha detto la presidente della Regione – andremo al voto in 8 città della nostra regione, alcune importanti dimensionalmente e demograficamente come Terni, Spoleto, Umbertide; altri sono Comuni dove ci sono in carica sindaci espressione del Pd che hanno fatto il primo mandato e tornano al voto, come Corciano o Trevi. Gli elettori sono cittadini adulti e noi dobbiamo rispettarli: oggi le preferenze sono molto più mobili rispetto a prima. L’elettorato è andato principalmente verso la Lega. Anzi, in Umbria vince solo e soltanto la Lega. È già cominciata l’analisi e, per fare un esempio, il pubblico impiego, composto da ‘fannulloni’ secondo Brunetta e bollato come ‘casta’ dai 5 Stelle, ha comunque votato queste due forze. È evidente che si impone una riflessione anche per noi».

Dimissioni Leonelli e futuro Pd «Ringrazio il segretario regionale che ha voluto fare una scelta», ha detto la Marini in relazione alle dimissioni di Giacomo Leonelli. Poi, di nuovo sul post-elezioni: «In parlamento il Partito Democratico starà dove i cittadini lo hanno collocato cioè all’opposizione. Non abbiamo bisogno di un congresso permanente ma abbiamo bisogno di diventare punto di riferimento per gli elettori del nostro campo». Per lunedì 12 marzo è stata fissata la direzione nazionale del partito mentre mercoledì 14 si terrà quella regionale. «I candidati usciti sconfitti dalle urne, sono una parte del gruppo dirigente regionale e dovranno continuare a farne parte. Sono convinta che il risultato sia stato un risultato collegiale: non un giudizio sul singolo candidato ma sul partito».

Tagina, Perugina, acciaierie «Ci sono tanti temi sul campo e sarà compito dei sedici candidati eletti farsene carico. A loro mando un saluto e un augurio, ripromettendomi di incontrarli non appena si insedierà il Parlamento». E proprio in merito a Tagina, alle 18, subito dopo la conferenza, in programma il vertice a palazzo Donini per studiare la situazione.

A Terni meglio del previsto «Ci saremmo aspettati un voto molto difficile nella città di Terni dove il Pd registra il voto della media regionale. Ci saremmo aspettati di più invece in città che sono molto ben amministrate, dove invece la Lega arriva quasi a scavalcare il Partito Democratico. Approfondiremo, ma ci dice molto questo voto».

Il futuro della giunta «Non ci sono tabù sull’assetto della giunta e siamo disponibili a prendere atto dei nuovi assetti politici» che, tradotto, sembra suonare così: ‘Il Psi (che vanta l’assessore Chianella in giunta regionale, ndR) ci ha lasciati a piedi alle politiche e non è detto che noi non ricambieremo (prima o poi) il favore’. Qualcosa accadrà, ma non subito: «In questo momento il governo regionale deve tenere la barra dritta, con quello nazionale sospeso fra prorogatio e un futuro da scrivere. Con tavoli aperti a Roma di forte interesse regionale, non è il caso di fare cambiamenti adesso. Come il Pd si assume le responsabilità, dovranno farlo anche i nostri alleati».

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