Finanza, ‘Bad lady’: sequestri in Umbria

Fiamme Gialle in azione in diverse province italiane per bloccare patrimonio della 63enne imprenditrice Patrizia Gianferrari per evasione: c’è Terni

Condividi questo articolo su

Villa, appartamenti, terreni, auto, conti correnti e sette società operanti nei settori dell’immobiliare e del commercio all’ingrosso di materia plastiche. Valore complessivo di circa dieci milioni di euro: sono state sequestrate dalla Guardia di finanza di Bologna a Patrizia Gianferrari, 63enne imprenditrice residente a Castellarano (Reggio Emilia) nell’ambito dell’operazione ‘Bad lady’. Scattate misure di prevenzione patrimoniale in numerose province italiane, tra le quali c’è anche Terni. La donna si è resa protagonista nel corso degli anni di estorsione, minaccia, calunnia, falso ideologico e materiale, evasione fiscale, truffa e bancarotta fraudolenta anche con il ricorso a fatture per operazioni inesistenti dichiarati dalla stessa e dal suo nucleo familiare.

Finanzieri in azione

Le Fiamme gialle sono intervenute nelle provincie di Bologna, Reggio Emilia, Rimini, Modena, Ferrara, Roma, Firenze, Prato, Terni, Verona, Padova, Vicenza, Rovigo, Milano, Bergamo, Brescia, Como, Pesaro e Potenza. La 63enne è attualmente agli arresti domiciliari e a suo carico, dal 1989, ci sono numerosi precedenti penali e plurime sentenze definitive per reati di natura economica-finanziaria contro il patrimonio, l’economia e la fede pubblica – commessi anche in forma associativa – tra Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Toscana e Umbria. «Riconoscimento a carico della persona prevenuta di un’allarmante pericolosità sociale, estrinsecatasi nell’ambito economico-finanziario, con sistematiche e professionali condotte fraudolente e simulatorie a danno dell’Erario, e palesatasi in maniera incessante e crescente negli ultimi trent’anni, durante i quali alcun effetto deterrente o rieducativo hanno prodotto, non solo le numerosissime condanne emesse a suo carico, ma, nemmeno i periodi di detenzione scontati come pene o in forza di misure cautelari», si legge nel provvedimento del sostituto procuratore di Reggio Emilia Valentina Salvi.

I legami

Dall’esame del complessivo curriculum criminale, particolare rilievo assume la vicenda che ha visto la donna tratta in arresto nel 2013 dalla Guardia di finanza di Ferrara, e per la quale è stata condannata nel 2018 dal tribunale di Reggio Emilia a 6 anni e 8 mesi di carcere in quanto coinvolta in indagini per contrabbando, emissione di fatture per operazioni inesistenti, occultamento o distruzione di documenti contabili, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte unitamente, tra gli altri, al noto Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco di Palermo Vito.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli