Mense scolastiche: nasce Comitato a Terni

Si chiama Cosec e vuole dare battaglia. In campo anche la Cgil che «giudica estremamente negativa qualunque ulteriore esternalizzazione del servizio»

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Si chiama Comitato servizi educativi comunali (Cosec) ed è stato costituito venerdì scorso nell’assemblea plenaria dei rappresentanti dei nidi e delle scuole dell’infanzia comunali. Lunedì sarà presente in consiglio comunale, visto che si parlerà di temi che gli stanno a cuore e vuole andare «oltre le problematiche di ciascun servizio e affrontando un’unica grande questione prioritaria, che è quella dello smantellamento degli stessi servizi, relativamente alle criticità emerse in relazione al tema della refezione scolastica». E la prima uscita formale è decisamente dura.

Lo ‘smontaggio’ Per cominciare il Comitato dice che «apprezzando lo sforzo e l’impegno (del consgliere comunale del Pd, Michele Pennoni; ndr) – la posizione del partito è stata esplicitata anche dal segretario ternano, Jonathan Monti – nel presentare un atto di indirizzo su cui far convergere i consiglieri di maggioranza, ciò non di meno ci siamo trovati a constatare la totale insussistenza dell’atto stesso in relazione a reali vincoli di cui l’amministrazione voglia concretamente farsi carico, per tutelare le cucine in loco tuttora esistenti. Dall’atto si evince piuttosto una volontà, già ben nota all’utenza, di lasciare margini di manovra per continuare a smontare pezzo dopo pezzo quel che resta dei servizi stessi».

«No forzature» La volontà dell’utenza, dice il Cosec, «è espressa in forma chiara e completa dall’atto di indirizzo ‘Servizio di refezione scolastica, coinvolgimento del consiglio comunale e dei comitati dei genitori nei processi decisionali dei criteri di gestione del servizio’, protocollato il 15 dicembre scorso in Comune» e che di fatto amplia e approfondisce i concetti espressi nell’incontro con l’assessore Carla Riccardi e nel corso del quale «è stato ribadito il favore dell’utenza per il pasto ‘cotto e mangiato». Poi il Comitato mette altri puntini su altre ‘i’: «Auspichiamo che nessuno indugi in interpretazioni forzate, visto che la volontà dell’utenza è stata espressa proprio nell’atto di indirizzo citato».

La Fp Cgil Sulla vicenda prende posizione anche Giorgio Lucci, segretario della Fp Cgil di Terni, che «giudica estremamente negativa qualunque ulteriore esternalizzazione del servizio mensa delle scuole del Comune di Terni.
L’ ipotesi di una totale rinuncia alla preparazione e distribuzione dei cibi in loco senza un progetto sperimentale, innovativo e di ampio respiro, senza la condivisione degli obiettivi con i soggetti che operano e usufruiscono del servizio non può che determinare un peggioramento dei servizi e delle condizioni di lavoro di chi vi opera».

Il lavoro Nelle scuole dell’infanzia, nei nidi, e nella primaria, ricorda Lucci, «opera personale del Comune di concerto con circa 60 operatrici della cooperazione sociale, comparto che versa in gravi difficoltà occupazionali e che non può assolutamente permettersi di perdere nemmeno un’ora di lavoro. Se l’obiettivo dell’amministrazione comunale è quello di operare dei risparmi, questo non può e non deve essere raggiunto con interventi che rischiano di peggiorare la qualità dei pasti e che possano determinare riduzioni occupazionali».

La richiesta Se veramente, conclude il sindacalista, l’amministrazione vuole operare per razionalizzare ed effettuare risparmi di gestione convochi un tavolo con tutti i soggetti coinvolti (genitori, lavoratori coinvolti pubblici e privati le parti sociali che li rappresentano, e le cooperative interessate) da cui siamo sicuri potranno uscire proposte chiare e innovative».

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