Molestie sul lavoro: «Realtà sommersa»

Terni, presentata l’indagine di Chiara Damiani ‘Portiamo la donna in prima pagina’: «Tante discriminazioni ma parlarne rimane un tabù»

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Quando una donna subisce un ricatto sessuale sul lavoro, nell’80,9% dei casi non ne parla con nessuno sul posto di lavoro. Solo il 15,8% di coloro che hanno subito molestie nel corso della vita ha infatti raccontato la sua esperienza e ne ha parlato con i colleghi (8,2%), con il datore di lavoro (4,1%), con i dirigenti nel posto di lavoro 3,3%, con i sindacati 1%. Sono i dati dell’ultima indagine condotta dall’Istat ‘Le molestie e i ricatti sessuali sul lavoro’ relativa agli anni 2015/2016, uno studio dal quale è partita a sua volta l’indagine ‘Portiamo la donna in prima pagina’ condotta dalla giornalista ternana Chiara Damiani. Un lavoro, quest’ultimo, commissionato dalle consigliere di parità della Provincia di Terni, Maria Teresa Di Lernia e Ivana Bouché, e presentato martedì pomeriggio presso la Casa delle Donne.

Oltre i numeri

I dati, secondo Damiani, «rivelano una prima verità: quando una donna subisce una discriminazione sul lavoro o una molestia non la racconta a nessuno, per paura delle conseguenze, per timore di non essere creduta o di perdere il posto di lavoro. Un primo aspetto è dunque questo, sui media si parla poco di discriminazione sul lavoro perché il fenomeno resta sommerso, non ci sono molti casi di cronaca disponibili da cui partire, ma non è tutto, ovviamente». «È solo il nostro punto di partenza – aggiunge -, l’analisi si concentra sull’uso degli stereotipi, rassicuranti e prevedibili ma non aderenti alla realtà dei fatti, stereotipi che infarciscono numerosi articoli sia sui quotidiani sia nell’informazione on line, che privilegiano i corpi e castigano l’intelletto delle donne». Che cosa sono le discriminazioni di genere sul lavoro, la rassegna stampa e l’analisi del linguaggio dei media nella rappresentazione dell’immagine femminile, come la stampa si attrezza contro le discriminazioni, sono i tre temi al centro della ricerca.

Discriminazioni a 360 gradi

«Il problema delle discriminazioni – ha detto Di Lernia – necessita della messa in campo di azioni anche di ordine culturale, la ricerca è stata a questo proposito inserita nella formazione obbligatoria per i giornalisti e sarà presentata nel corso in agenda per il prossimo 7 giugno a Terni». Tra le varie attività avviate dall’ufficio della consigliera, la recente collaborazione con l’ispettorato del lavoro di Terni e le realtà datoriali e sindacali del territorio per sviluppare sistemi di monitoraggio e autoregolamentazione per le pari opportunità sul lavoro. Alla presentazione hanno partecipato la presidente dell’Associazione Terni Donne, Paola Gigante, che ha ricordato come «le discriminazioni sui luoghi di lavoro colpiscono per le più le donne, basti pensare al gap salariale frutto di uno dei più difficili stereotipi di genere da scardinare. Alle discriminazioni si aggiungono, le molestie, le umiliazioni e le violenze, come tutto ciò viene affrontato dai media è quello che abbiamo voluto proporre alla cittadinanza con questo incontro pubblico».

Non solo femminicidi

Non è voluta mancare alla presentazione la giornalista esperta di diritti umani, membro della Cpo dell’Ordine dei giornalisti, Luisa Betti Dakli. «Quello delle molestie sul lavoro è ancora un tabù – ha sottolineato -, perché se è vero che i media si occupano sempre di più di violenza maschile sulle donne parlando di femminicidio, quello delle molestie, e della discriminazione sul lavoro rimane un ambito ancora poco narrato e questo per ragioni prettamente culturali, in quanto il lavoro è un ambito in cui il potere maschile gioca in un modo che per molti è ancora nell’ambito di comportamenti normali, dove le molestie non vengono addirittura spesso neanche riconosciute».

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