Morbillo, nuovo caso: sono 22 ora a Terni

Nel weekend all’ospedale ternano si è aggiunto il 15simo caso tra il personale sanitario: procede lo screening immunologico

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All’ospedale di Terni procede lo screening immunologico sul personale sanitario che non era stato già vaccinato contro il morbillo o che non aveva certezza di aver contratto la malattia. Su 263 prelievi effettuati dall’inizio dell’epidemia, 13 operatori sono risultati suscettibili, cioè non immuni al virus del morbillo, 9 di questi sono stati vaccinati, uno è in attesa di più approfondita consulenza immunologica, altri 2 saranno vaccinati nei prossimi giorni e uno ha, nel frattempo, contratto l’infezione, che si è manifestata lo scorso fine settimana, facendo salire a 15 il bilancio dei contagi nel personale che lavora all’ospedale (a 22 il numero totale dei casi accertati dall’ospedale).

Indicazioni operative La direzione aziendale ringrazia «tutti gli operatori sanitari che si sono tempestivamente iscritti alla lista di valutazione del proprio stato immunologico, 280 ad oggi». Come da circolare del Ministero della Salute sulle indicazioni operative per la gestione dell’epidemia di morbillo in atto a livello nazionale, «oltre all’immediato isolamento dei casi sospetti e all’offerta della vaccinazione pro attiva a tutti i suscettibili, era necessario poter contare sulla collaborazione dei sanitari stessi. È infatti grazie alla loro adesione e alla tempestività con cui l’azienda ospedaliera Santa Maria di Terni e il Servizio sanità pubblica della Usl Umbria 2 hanno attivato le misure di prevenzione e di controllo della trasmissione di morbillo, che si è potuto contenere l’epidemia all’interno dell’ospedale».

La vaccinazione Continuano a restare naturalmente attivi sia lo screening di valutazione dello stato immunologico sia l’offerta della vaccinazione antimorbillo per tutti coloro che sono risultati o risulteranno non immuni all’infezione, in modo da salvaguardare se stessi e tutti i cittadini che frequentano l’ospedale e in particolare i pazienti immunodepressi che, si ricorda, per le loro particolari condizioni di vulnerabilità non possono essere vaccinati.

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