Morte sulla Marattana, 34enne patteggia pena

Terni: 10 mesi e 20 giorni di reclusione – sospesi – per il giovane che nell’aprile del 2018 aveva urtato il ciclista 69enne Alberto Trotta

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Ha patteggiato una pena – sospesa – pari a dieci mesi e venti giorni di reclusione, il 34enne di Arrone che il 22 aprile dello scorso anno, lungo la strada Marattana a Terni, a bordo del proprio furgone, aveva urtato un ciclista – il 69enne Alberto Trotta residente a Narni – causandone la morte. Quest’ultimo, sposato e padre di due figli, era finito contro il guardrail riportando un trauma toracico, rivelatosi fatale.

CICLISTA MORTO, ESEGUITA L’AUTOPSIA

Il patteggiamento

L’applicazione della pena su richiesta delle parti, concordata fra il difensore del 34enne – l’avvocato Stefano Colalelli – e il pm Camilla Coraggio, è stata avallata giovedì dal gip Simona Tordelli. L’assicurazione ha già liquidato i familiari della vittima dell’incidente mortale.

Patente sospesa, non revocata

Contestualmente il giudice, in linea con quanto recentemente sancito dalla Corte Costituzionale, ha anche applicato la sospensione della patente per due anni nei confronti del conducente del furgone. Una decisione che lo stesso avvocato Colalelli definisce «saggia e coerente con le ultime disposizioni» visto che la Consulta si era espressa proprio in merito alla normativa sull’omicidio stradale – ritenendola complessivamente in linea con i dettami della Carta Costituzionale – ed in particolare sul fatto che la revoca del titolo di guida venisse applicata in tutti i casi, dai più gravi a quelli – come per l’incidente lungo la Marattana – dove non sussistono responsabilità ulteriori come la guida in stato di alterazione o particolari violazioni al Codice della Strada. Un elemento, la revoca tout court, ritenuto illegittimo dalla Consulta il cui punto di vista è stato subito recepito dal tribunale di Terni.

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