MotoGp, Petrucci: «Voglio la Dakar»

Terni, il ‘ducatista’ tra presente e ambizioni future: «Uno dei miei sogni. Ora voglio essere il migliore dei piloti ‘satellite’. Con Valentino Rossi amicizia vera»

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Una chiacchierata con Paolo Ianieri in un momento di pausa a Zeltweg, Austria, a quattro giorni dal gran premio d’Austria in programma a Spielberg. Tra una birra e qualche battuta sulla propria sfera personale, Danilo Petrucci si è raccontato a La Gazzetta dello Sport: il pilota di Terni è carico in vista del finale di stagione.

L’INTERVISTA VIDEO COMPLETA

Petrucci con Romagnoli (foto Octo Pramac Racing)

Corporatura e gomme Petrucci per ora è ottavo – stessi punti di Crutchlow – a quota 75 punti dopo i due podi stagionali e la serie di buone gare che hanno contraddistinto la prima parte del mondiale. Al pilota del team Octo Pramac Racing è mancato il guizzo giusto per ottenere il successo numero uno della carriera in MotoGp: «Cosa è mancato? Dipende un po’ dai casi, generalmente – ha spiegato durante la diretta dedicata ai tifosi, live sul portale della ‘rosea’ – la gestione della gomma. Ancora non riusciamo a capire se siano quei chili in più che ho rispetto a Dovizioso e Lorenzo a farmi avere difficoltà con la posteriore, faccio più fatica. La differenza è quella. Ad Assen ci sono andato molto vicino».

IL PODIO DI ASSEN, PETRUCCI SCATENATO

Il podio di Assen (foto Pramac Racing)

Il rapporto con Rins e la Ducati In Olanda Petrucci non si era di certo trattenuto nel commentare il comportamento del collega spagnolo 21enne: «Ora va abbastanza bene, ci siamo parlati e mi ha chiesto scusa. Prima – ha sottolineato Petrucci – era incazzato, pensava fossi doppiato. Poi ai box ha capito di aver fatto un bel casino. È stato richiamato dalla direzione gara, anche se gli menavo – scherza – non mi avrebbero fatto vincere». Petrucci ha già rinnovato per il mondiale 2018: «Io con la Ducati? Ho un contratto e quindi non è possibile per l’anno prossimo, a meno che non ci siano sconvolgimenti incredibili nel resto del campionato. Spero che le cose migliorino per Jorge (Lorenzo, ndr), nel 2018 sarò ancora in Octo Pramac Racing. Dal 2019 i contratti saranno ‘liberi’».

IL PODIO DEL MUGELLO

Tania Cagnotto alla Cascata delle Marmore

La Cascata, la Cagnotto, la pazzia e le ragazze Tania Cagnotto di recente ha girato uno spot a Terni  – Cascata delle Marmore e Piscine dello stadio – per la valorizzazione degli sport outdoor: «Se sarei disposto a farlo alla prima vittoria? Se ti tuffi proprio dalla Cascata – scherza ancora – si festeggerebbe solo quella vittoria e basta, resterebbe l’unica. Ho saputo, non ho visto il video ma credo non si sia tuffata dal salto grande visto che sono un centinaio di metri. Sono stato a vederle prima di andare al Mugello. Per quel che concerne la pazzia più grande che farei, magari mi inventerò qualcosa all’ultima gara prima del ritiro, per movimentare un po’. I piloti fanno tutto al filo dei millimetri, è uno sport che è cambiato molto negli anni: sembra strano, quando giri si fa attenzione al fatto che lungo la pista c’è qualcuno a vedere. Sono molto attento a questa cosa. Le ragazze in tribuna? Si vedono, ho tutto sotto controllo. Rapporto pilota-ombrellina? Mai, è il solito mito. Le vediamo prima della gara e nei box quando c’è l’ingegnere che ti spiega determinate cose: spesso non mi sono ricordato se avevo una ragazza bionda o mora».

2015, PRIMO PODIO DELLA CARRIERA IN MOTOGP: LA RIMONTA DI SILVERSTONE

Il sogno Dakar Il 26enne ternano ha già in mente cosa fare dopo la MotoGp: «Voglio la Dakar, in moto e in auto. Precedenza alla moto, è uno dei miei sogni. Anche se non c’è più Parigi (la corsa si svolge interamente in Sudamerica dal 2009, ndr), è comunque un’impresa da compiere. Sarebbe il massimo, perché starebbe a significare che ho fatto bene anche in MotoGp.Ho avuto molti momenti difficili, così come quelli belli: c’è una bella pressione per i piloti, per noi si impegnano molte persone. A partire dal team Ducati. Quando non riesci magari ti chiedi: ‘Tutta questa fatica per cosa?’. Poi ho sempre trovato forza e lucidità per andare avanti».

IL RINNOVO

Petrucci sul podio a Silverstone nel 2015 (foto Pramac Racing)

McQueen, Ducati e Capirossi Per Petrucci un solo tatuaggio: «Ne ho uno sulla schiena – le sue parole – dedicato alla moto, è l’inizio della frase di Steve McQueen: ‘Life is racing’, la vita è una corsa. Una frase che mi piace e ho avuto quest’idea, mettendoci sopra il mio numero A chi donna paragono la mia Ducati? Sicuramente è una moto potente, me la immagino come una donna prorompente. Quasi tutti i piloti del paddock vorrebbero correre con una Ducati, è quella che ha fascino. Sono della polizia perché ero un grande tifoso di Capirossi quando sono nato e lui era un poliziotto. Avevo quel mito lì e volevo diventare come Loris: tre mondiale e il fisico, ecco cosa c’è di diverso. Sulla prima questione si fa più fatica diciamo».

Silverstone, la rimonta e l’obiettivo Il primo podio della carriera in MotoGp resta quello in terra inglese, ottenuta dopo una meravigliosa rimonta dalla sesta fila: «Qualifica penosa – ricorda – a Silverstone, poi feci una gara fantastica grazie anche alla pioggia. Difficile da ripetere, fu una grande domenica: quest’anno non si può pensare che possa ripetersi una cosa del genere. Mi piacerebbe fare una bella gara sull’asciutto in Inghilterra, ai livelli del 2015».

Petrucci e Rossi nel 2015 (foto Octo Pramac Racing)

L’immediato futuro Il prossimo compagno del ternano dovrebbe essere Miller: «Sembra che sarà lui, l’ho letto sui quotidiani. Mi piace Jack, una persona un po’ fuori dagli schemi: è veloce e molto giovane, impara in fretta. Credo sarà un osso duro soprattutto quando piove. Per quel che concerne l’Austria vorrei essere il migliore dei piloti satellite e il migliore dei piloti Ducati. Forse rispetto all’anno scorso è una pista favorevole per noi».

L’amicizia con il 46 Infine un cenno al rapporto con Valentino Rossi: «Siamo amici – conclude Petrucci – da molti anni, ci siamo giocati delle gare con lui e non un mondiale. La posta non è grande e oltretutto non sono tra i rivali più acerrimi di lui. Per ora non è successo e quindi lo siamo davvero, ci vediamo anche fuori dalle gare».

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