Musei a Perugia: «Conti non tornano»

Dati in controtendenza, mostre solo dietro sponsorizzazioni, scontrini con intestazioni diverse. Il Pd all’attacco sulla gestione Munos

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Dati in controtendenza rispetto a quelli nazionali, un appalto che presenta alcune anomalie e scontrini con dati diversi.

Il sistema museale Al centro degli approfondimenti dell’opposizione del Pd stavolta c’è l’assessore alla cultura Teresa Severini e il sistema museale comunale quello cioè che comprende la cappella di San Severo, il museo civico di Palazzo della Penna e il complesso templare di San Bevignate. «E’ un tema che in tutta Italia sta andando molto bene, facendo registrare ottimi risultati, come annunciato dal ministro Franceschini nei giorni scorsi – dichiara Tommaso Bori – Cioè che i musei, in tutto il paese, registrano ovunque degli incrementi negli accessi. Purtroppo, invece, da noi, i musei comunali registrano un calo mentre ad andare a gonfie vele è solo la Galleria Nazionale dell’Umbria».

Anomalie «Il sistema museale a Perugia è in controtendenza rispetto al resto dell’Italia – commenta anche la consigliera Sarah Bistocchi – e questo ci preoccupa. Atti alla mano abbiamo riscontrato delle anomalie che devono essere approfondite». La gestione dei servizi, tema su cui i consiglieri del Pd, guidati dal capogruppo Mencaroni, hanno organizzato una conferenza stampa lunedì mattina, è stata affidata a un’azienda, la Munos di Roma che, in base all’offerta economica – quella tecnica è ancora da approfondire, presenterebbe alcuni punti poco chiari.

La vicenda, riepilogata dalla consigliera Sarah Bistocchi, prende le mosse nel giugno scorso, quando l’amministrazione ha indetto la gara per la concessione dei servizi per il pubblico del circuito museale, comprendente tre strutture. Il 7 gennaio del 2017, con una determinazione dirigenziale, si è provveduto all’aggiudicazione definitiva in favore della Munus Srl, una società di Roma che gestirà il circuito per i prossimi tre anni. Ma su alcuni punti, secondo i consiglieri, sono necessarie alcune verifiche. Mostre, eventi e spettacoli, scontrini poco chiari e dati in netta controtendenza.

Le mostre Al capitolo mostre, eventi e spettacoli, ad esempio, c’è una clausola: cioè organizzazione previo reperimento di sponsorizzazioni. «E’ evidente – dichiarano i consiglieri – che le sponsorizzazioni siano una risorsa aleatoria, possono realizzarsi o meno, e allora qualora i fondi non si trovino? Le mostre non si fanno?». Eppure, come indicato nel contratto, sarebbe prevista una spesa, tra il 2017 e il 2019 di circa 208 mila euro. Investimenti troppo aleatori, dichiarano convinti Bori e Bistocchi, sui quali ora sarà la commissione controllo e garanzia, attivata a tal proposito, a far luce. «La commissione dovrà verificare se queste attività, ritenute perentorie nell’ambito della gara ai fini della presentazione della domanda, verranno effettivamente sviluppate oppure se, come appare, rischiano di essere cancellate».

Scontrini Ad oggi, poi, sembra non sia possibile capire quanti siano stati gli accessi al sistema museale comunale, in considerazione del fatto che gli scontrini emessi non riportano alcun numero di serie. «Analizzando gli scontrini emessi dal personale addetto al bar di palazzo della Penna e della biglietteria della cappella di San Severo – proseguono i consiglieri – risulta che la partita iva e la denominazione riportata negli scontrini medesimi appartengono ad un’azienda denominata Perugia musei srl, diversa, dall’aggiudicataria dell’appalto Munus e non legata ad essa da alcuna forma di partecipazione come subappalto o raggruppamento temporaneo di imprese. E, per giunta, costituita successivamente alla scadenza del bando di gara in esame. Crediamo sia necessario capire se è tutto regolare», concludono i consiglieri.

Pozzo etrusco Fa riflettere, anche, il fatto che lo scorso mese di aprile il Pozzo etrusco, opera di straordinaria importanza per la città, sia di fatto uscito dal circuito museale comunale. «Una scelta che ha determinato effetti deleteri con significativo calo degli accessi al circuito medesimo, essendo il pozzo etrusco la struttura trainante del percorso museale». Nasce da qui l’interrogazione rivolta alla giunta per sapere, nel dettaglio, quali sono state, se ci sono state, le azioni messe in campo dall’amministrazione per evitare che il Pozzo fosse lasciato fuori dal circuito museale del comune. Non solo, ulteriori chiarimenti riguardano la mancata istituzione di una convenzione turistica unica (cosa sia stato fatto finora) che i consiglieri istanti avevano proposto nel maggio 2016 con specifico odg avente ad oggetto ‘Perugia viva, card unica per accesso illimitato a tutti i musei, monumenti, mezzi di trasporto pubblico e mobilità alternativa’.

Appalti Il giudizio, dunque, appare spietato: «Questa purtroppo è un’amministrazione che soprattutto in termini di appalti continua ad operare in modo altamente discutibile e scarsamente trasparente. È già successo per gli impianti sportivi e le mense comunali, dove le relative gare sono state successivamente cancellate a causa degli evidenti errori commessi, ed oggi ci sembra che la stessa cosa stia succedendo per i servizi museali».

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