Nardi, firmato decreto per cassa integrazione

San Giustino, i sindacati: «Il ministro Poletti ha rispettato la promessa». Verini (Pd): «Ora uniti per garantire i livelli occupazionali»

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«Il ministro Poletti che sabato scorso al tavolo di Fiom, Fim e Uilm con i sindaci di San Giustino, Città di Castello e Citerna, aveva dichiarato che se non ci fossero state problematiche particolari avrebbe firmato a breve il decreto, ha rispettato la promessa fatta». Venerdì 23 febbraio è stato, infatti, firmato il decreto ministeriale per l’attivazione della cassa integrazione straordinaria alla Nardi di San Giustino (Pg).

La firma di venerdì consentirà il pagamento a breve delle indennità ai lavoratori, che hanno ricevuto come ultimo pagamento un acconto di 500 euro (riferito alla mensilità di novembre) lo scorso 18 dicembre 2017. «È evidente dunque – commentano Fiom, Fim e Uilm – che l’attesa per l’erogazione dell’ammortizzatore sociale è molto grande». Intanto, l’attività che è ripresa a decorrere dal 31 gennaio 2018, dopo 23 giorni di sciopero consecutivi, è ancora ai minimi termini. Solo circa il 20% dei dipendenti è al lavoro e permangono, almeno fino ad oggi, le difficoltà finanziarie per l’acquisto delle materie prime.

Rilancio produttivo «L’amministratore delegato però – riferiscono ancora i sindacati – ha dichiarato che dai prossimi giorni alcuni problemi andranno a risolversi e l’attività crescerà gradualmente. Il nostro auspicio è che nella vertenza possa intervenire un soggetto imprenditoriale che abbia le caratteristiche adatte a promuovere il rilancio produttivo della Nardi e la salvaguardia occupazionale per i circa 100 dipendenti ancora in essere nell’azienda».

«Garantire i livelli occupazionali» Per Walter Verini (Pd) «è una buona notizia, per i lavoratori che da mesi non prendono stipendio, è un impegno rispettato da un ministro serio che conosce il mondo del lavoro e dell’impresa. Ora uniti, tutti insieme con i sindacati, i comuni di Città di Castello, la Regione, perché si creino le condizioni imprenditoriali per un futuro produttivo e per garantire i livelli occupazionali di quello che era il Gruppo Nardi».

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