Narni, ambulatorio ginecologico: i numeri

Cura disfuzione e sofferenza pavimento pelvico: attivato nel maggio 2017, in poco più di un anno 143 paziente e oltre 700 prestazioni

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Oltre 700 prestazioni di rieducazione motoria e collettiva con 143 pazienti prese in carico. Questi dati svelati dall’unità operativa di ostetricia e ginecologia – centro donna dell’ospedale di Narni diretto dal dottor Daniele Gallorini – a quindici mesi dall’attivazione dell’ambulatorio ginecologico per la cura della disfunzione e sofferenza del pavimento pelvico.

Il via il 22 maggio 2017 Il nuovo ambulatorio consiste in una prima visita di circa 40 minuti eseguita da personale altamente specializzato: si esegue una scrupolosa anamnesi per ottenere più informazioni possibili sulla storia clinica e sullo stile di vita della paziente. Si prosegue dunque con una visita uro ginecologica per valutare, escludere o individuare eventuali alterazioni anatomiche della statica pelvica, al fine di stabilire un piano terapeutico che può essere farmacologico, chirurgico, fisico. L’ambulatorio è rivolto alle donne di tutte le età, comprese quelle in stato di gravidanza e si avvale di un team composto da più figure professionali: la dottoressa Nadia Cherli, specialista in ginecologia, è affiancata da un gruppo di ostetriche coordinate da Alesia Longhi, dedicate al percorso. Si tratta di Lorella Regi, Consilia Calabrese, Valentina Zuccacci e Francesca Anna Filippelli.

Fiducia e collaborazione «La rieducazione – viene sottolineato in una nota dell’Usl Umbria 2 – del pavimento pelvico è raccomandata come trattamento conservativo di prima scelta per le donne che lamentano incontinenza urinaria. Nella casistica del presidio ospedaliero di Narni essa è risultata risolutiva in oltre un terzo della popolazione trattata e l’esperienza maturata consente di affermare che un trattamento rieducativo personalizzato, scelto in base alla storia psicofisica della paziente e alle sue capacità muscolari, permette di costruire un rapporto di fiducia e collaborazione che incentiva l’aderenza alla terapia. Per un buon successo è infatti necessario che la donna partecipi attivamente alle sedute e sia disposta a modificare il proprio stile di vita e abitudini cercando di replicare al domicilio quanto appreso».

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