Narni, gli alunni della Valli ‘imitano’ Talete

Progetto con l’Università de L’Aquila: utilizzato il metodo del matematico greco per misurare l’altezza della torre di avvistamento di San Liberato

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La torre di avvistamento di San Liberato come la piramide di Cheope, gli alunni dell’istituto comprensivo Luigi Valli di Narni come Talete: gli studenti della scuola primaria di San Liberato si sono infatti cimentati nella misurazione dell’altezza del manufatto della loro frazione utilizzando il metodo inventato dal celebre filofoso e matematico greco che, attraverso le ombre, nel VI secolo a.C., riuscì nella stessa ‘impresa’ in Egitto.

Il gruppo L’esperienza vissuta in prima persona da 13 alunni della pluriclasse 4° e 5° della primaria – alla quale hanno contribuito anche i bambini della pluriclasse I°, II° e III° – rientra in un progetto formativo di tesi, in Didattica della matematica dell’Università degli Studi dell’Aquila, in Scienze della formazione primaria, coordinato da Luca Ascani. Lo stesso progetto è stato svolto attraverso una serie di incontri, otto in tutto: una volta introdotta la metodologia principale di lavoro e formati i tre gruppi, con il contributo dell’insegnante e responsabile di plesso, Marisa Cipolletti, sono stati assegnati ad ogni componente del gruppo i ruoli e i compiti da svolgere (coordinatore, ricercatore-reporter, scrittore-disegnatore e relatore).

Il metodo di lavoro I bambini, appartenenti ai tre gruppi, per rimarcare la loro appartenenza hanno realizzato un simbolo identificativo e si sono assegnati un nome: ‘Il team della torre’ ha costruito il plastico per osservare il variare della lunghezza delle ombre nei vari momenti della giornata e dell’anno, il gruppo ‘Degli antichi greci’ ha fatto un cartellone sui matematici e filosofi greci, localizzandoli in una cartina geografica e il gruppo ‘I macedoni’ ha realizzato un cartellone sulla storia della torre e sulle fasi di misurazione della sua ombra.

L’obiettivo finale è stato quello di approfondire le tematiche legate alla figura geometrica dei triangoli rettangoli, delle loro similitudini e dei loro angoli, attraverso la risoluzione di un problema pratico, appunto la misurazione della torre di avvistamento del proprio paese. I bambini hanno raccolto molto materiale sia cartaceo sia derivante da racconti e interviste, appurando che nessun documento riportava l’altezza della torre – che risale ad un periodo compreso tra la fine del 1100 d. C. e l’inizio del 1200 d. C. – in quanto la funzione principale era quella di avvistare il nemico, quindi è stata innalzata fino al livello sufficiente per garantire una visibilità adeguata.

Impegno a tutto campo Le attività svolte durante il progetto hanno coinvolto, oltre la matematica, altre discipline come la storia, la geografia, l’astronomia, la tecnologia e l’arte, un percorso interdisciplinare e trasversale sia per i contenuti affrontati sia per la tipologia di apprendimento utilizzata. Attraverso lo studio dei filosofi e matematici greci si è scoperta la figura di Talete e il suo metodo per calcolare l’altezza della piramide di Cheope: misurando la sua ombra avendo come riferimento quella di un bastone perpendicolare al terreno, Talete intuì quando la lunghezza dell’ombra era uguale alla sua altezza e formava un triangolo rettangolo isoscele che aveva come ipotenusa i raggi del sole.

Il risultato Anche i bambini della scuola primaria di San Liberato durante le uscite didattiche hanno proceduto alla misurazione dell’ombra della torre, quando la sua lunghezza era il triplo della sua altezza, utilizzando come strumento di riferimento sia un bastone sia un’App. Quest’ultima ha consentito di simulare e monitorare la localizzazione dell’ombra nel campo adiacente la torre. Infine per ricavare la misura dell’altezza della torre i bambini hanno diviso la lunghezza dell’ombra per tre e hanno ricavato la sua misura che è di circa 17 metri.

Soddisfazione «Il pensiero si è spinto oltre – raccontano i coordinatori – quella visione iniziale è diventata azione. Siamo usciti dalle mura, confini fisici della scuola, per entrare in contatto con quelli naturali: la comunità locale, le tradizioni, il borgo antico e la sua storia. Abbiamo imparato a riflettere non solo osservando, ma anche attraverso l’uso delle mani, del corpo in movimento nello spazio, con l’ausilio dei diversi materiali e strumenti tecnologici utilizzati in questa breve ma intensa ed entusiasmante tappa della vita che ha dato corso a studi scaturiti dalle osservazioni fenomeniche» .

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