Narni, la GoSource si svela ma non troppo

‘Open day’ per festeggiare la ripresa delle produzioni. Tele e fotocamere off limits. Mister Yan: «Occupazione stabile e sicurezza»

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di Fra. Tor.

‘Open day’ di fabbrica, martedì pomeriggio, nel sito industriale di Narni Scalo. Per GoSource un vero e proprio evento inaugurale per la ripresa dell’attività produttiva di elettrodi di grafite. Per le testate giornalistiche, telecamere, macchine fotografiche e smartphone rigorosamente ‘off limits’ all’interno della struttura. No foto, no video. Quasi un museo.

Mister Yan

Il compito di aprire l’incontro di martedì pomeriggio è stato affidato a mister Yan, recentemente nominato alla carica di presidente della GoSource. «La storia lunga e prestigiosa di questo stabilimento – ha detto – risale alla fine degli anni ‘800, un luogo che ha costituito parte integrante della città di Narni e della regione Umbria, garantendo posti di lavoro alla comunità locale. Il nostro obiettivo è quello di garantire occupazione stabile per il territorio e mantenere un ambiente di lavoro pulito e sicuro. Vogliamo essere buoni cittadini per molti anni a venire».

L’obiettivo

Alcuni numeri sono stati forniti dal vicepresidente Tom Burkett, amministratore delegato pro-tempore dopo la partenza di Luca Stinchelli: «Al momento produciamo mille tonnellate al mese, ma il nostro obiettivo è arrivare a 2 mila tonnellate/mese nel corso dell’anno e 30 mila tonnellate all’anno nel 2019, la capacità massima. Siamo certi di riportare lo stabilimento ai livelli di un tempo con lo spirito giusto. Vogliamo creare uno stabilimento che faccia parte della comunità di Narni, della città di Terni e della regione dell’Umbria. Un buon luogo dove lavorare e un ottimo fornitore a livello globale».

L’augurio di Alunni

Il presidente di Confindustria Umbria Antonio Alunni è intervenuto ricordando che «nel 1901 è stata costruita questa azienda, oggi valore importante per il territorio che crea mestire e ricchezza. Terni e Narni sono la testimonianza dell’esperienza di mestieri tramandati da generazioni. Auguriamo a tutti che questa sia un’ulteriore esperienza che tra 20 anni possa rappresentare esempio a livello mondiale. L’Umbria è una regione operosa dove lavorano tante multinazionali e questo noi dobbiamo valorizzarlo. La crescita economica avviene attraverso l’industria e speriamo di tornare qui tra qualche tempo a festeggiare importanti traguardi».

Castano e Lattanzi

Il funzionario del Mise Giampietro Castano ha voluto ringraziare «gli investitori cinesi che danno prova di intelligenza economica nel credere in questo stabilimento. Spero che le promesse fatte in questi mesi vengano mantenute e spero di non tornare qui tra qualche tempo ed essere smentito». Per il presidente della Provincia di Terni, Giampiero Lattanzi, «questa è una bellissima risposta per questo territorio, ma saremo attenti e vigili sulle prospettive della proprietà. I tre punti da cui ripartire, come detto da mister Yan, sono: occupazione stabile ai lavoratori, rispetto per l’ambiente e l’essere buoni cittadini. Sono convinto che siamo sulla strada giusta».

La Marini e gli investimenti

«Oggi non siamo qui solo per ripercorre la storia di questo sito, ma in modo particolare perché come istituzioni vogliamo raccontare un possibile futuro per questo impianto e le vostre prospettive future», ha sottolineato la presidente delle Regione Umbria, Catiuscia Marini, nel suo intervento. «Possiamo farlo a cominciare dalla conoscenza del piano industriale e di sviluppo, le modalità e la serietà con la quale vi confronterete con i lavoratori e con le organizzazioni sindacali. Saremo a disposizione al fianco del Governo nazionale per quella parte di politiche pubbliche e industriali, cercando di capire quali saranno gli investimenti strategici e cosa la proprietà immagina in termini di produzione, di innovazione nell’impiantistica e nelle strutture tecnologiche».

La fabbrica dei narnesi

In conclusione il sindaco di Narni, Francesco De Rebotti, ha evidenziato «lo spirito e la voglia di non far chiudere la nostra fabbrica, la fabbrica dei narnesi, l’abbiamo testimoniata fin dall’inizio. Ringrazio col cuore dal primo all’ultimo degli operai, i sindacati e il consiglio comunale di Narni: l’obbiettivo era non permettere a nessuno di chiudere la fabbrica. Un segnale importante per il territorio da parte della nuova proprietà potrebbe essere quello di riassorbire quella parte di personale al momento rimasta fuori dall’azienda. Lavoro e ambiente sono i due modi in cui una fabbrica riesce ad essere componente indispensabile del territorio e per questo sono sicuro che siamo in buone mani».

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