Narni, San Giovenale: restaurato il portale

Concluso l’intervento messo in atto grazie allo sforzo sinergico fra più soggetti. Dai Lions alla Corsa all’Anello, fino alle imprese private

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Inaugurato, mercoledì a Narni alla presenza delle autorità civili e religiose, il restauro del portale laterale della cattedrale di San Giovenale, risalente fra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo ed uno dei più antichi ed integri dell’Umbria.

In campo

L’opera è stata messa in atto dal restauratore Simone Deturres di Arianova 999 di Narni che lo ha realizzato su richiesta della Parrocchia Santissimi Giovenale e Cassio di Narni. Il sostegno economico è invece giunto dal Lions Club di Narni, l’Ente Corsa all’Anello, i Terzieri e gli sbandieratori di Narni, le ditte Santicchia Paolo e Fratelli Canalicchio Spa.

La soddisfazione della Soprintendenza

«Il restauro – spiega Marica Mercalli, Soprintendente archeologi, belle arti e paesaggio dell’Umbria – è stato eseguito i tempi molto rapidi, tra la metà di maggio e il mese di giugno, e ha riguardato non solo interventi di pulitura delle superfici lapidee, che presentavano spesse incrostazioni di sporco, croste nere, patine giallastre di ossalato di calcio e patine di sporco carbonatato, incrostazioni che avevano alterato la delicata bicromia tra il bianco del travertino ed il rosa dell’archivolto caratterizzante la facies del portale, ma anche un importante ripristino della originaria configurazione del suo rosoncino collocato in alto in posizione centrale. È stata infatti rimossa la parete di mattoni che accecava la finestra del rosoncino permettendo così alla luce di tornare a penetrare all’interno della chiesa, posizionando poi una nuova chiusura di vetro che impedisce l’ingresso dei volatili. Ancora una volta si può così dimostrare che ogni intervento di restauro è principalmente un atto critico che permette, attraverso una profonda conoscenza del manufatto su cui si opera, di riproporre, come in questo caso, la configurazione originaria dell’edificio che era stata alterata da precedenti interventi. E questo si deve sempre alla perizia dei restauratori e al continuo confronto con i tecnici della Soprintendenza che non solo hanno il compito di approvare i progetti ma anche di indirizzarli per il migliore conseguimento del risultato di restauro, dando quindi senso scientifico a quella che si definisce ‘alta sorveglianza’ dei lavori».

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