Neofil Terni, sindacati: «Solo chiacchiere»

Dura presa di posizione di Filctem Cgil e Femca Cisl, che denunciano uno stato di tensione sempre più forte all’interno dell’azienda

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di Filctem Cgil e Femca Cisl

In mezzo a tante brutte notizie relative al mondo del lavoro, fa piacere leggere che qualche azienda punti decisamente sulla valorizzazione e la compartecipazione di tutti i lavoratori. L’approccio sopracitato è musica all’orecchio attento del Sindacato. Nel progetto Industry 4.0 infatti, tra le altre cose, gli investimenti nelle nuove tecnologie applicate ai sistemi produttivi hanno sempre più bisogno di lavoratori formati e responsabilizzati, in grado di gestire questi nuovi processi.

A voler muovere un appunto all’idilliaco comunicato stampa di qualche giorno fa della soc. Neofil, questa è l’azienda in questione, manca soltanto un piano di formazione mirato, naturalmente condiviso, che renda i lavoratori pienamente soddisfatti della loro azienda.

Non è un problema quindi di tentare di bypassare o meno il sindacato se si vogliono valorizzare i lavoratori – a proposito, il tasso di sindacalizzazione aziendale supera abbondantemente il 70%.

Il problema forse, quello reale, è molto più profondo e riguarda direttamente le reali condizioni dei lavoratori che da quasi tre mesi non prendono lo stipendio, che hanno saputo della variazione dei propri turni di lavoro dall’oggi al domani e che si trovano in difficoltà qualora provino ad accettare la candidatura per farsi eleggere nel ruolo di RSU (rappresentanti sindacali in fabbrica).

Ultimamente poi onde evitare ulteriori problemi, i lavoratori trovano persino più opportuno non esprimere il loro parere durante le assemblee sindacali. Si, di questo loro comportamento ci assumiamo anche noi le nostre colpe, ma a questa parziale e superficiale risposta possiamo aggiungere una domanda che suona più preoccupante. Ma siamo sicuri che il clima aziendale, al netto dei palesi problemi economici, sia così idilliaco?

Non vorremmo che in azienda il concetto delle scelte condivise e della libertà di ognuno di esprimere un giudizio, si traduca in realtà in quello più preoccupante di “libere volpi in libero pollaio.” E’ evidente che il grado di libertà in questo ultimo caso, non è lo stesso tra azienda e lavoratori.

Il fatto che per parlare di questioni tecniche l’azienda si organizzi con un portavoce che si interfacci con i lavoratori non è un problema per il Sindacato. Altra cosa è però la rappresentanza dei lavoratori e delle loro istanze. Qui non ci sono sotterfugi o giochi di parole che tengano. Il Sindacato il bavaglio non se lo fa mettere, e se i lavoratori non possono manifestare il proprio disagio per tutte le cose che non vanno, si accolla esso stesso l’onere di denunciarle.

Nella fase di avvio della Neofil il Sindacato è stato nei confronti dell’azienda molto comprensivo – oggi però gli diciamo che è ora di crescere innanzi tutto nei modi di comportarsi e nelle scadenze da rispettare.

Se l’azienda è ben disposta, come dice di essere nei confronti dei lavoratori, convochi chi li rappresenta e risponda alle domande che vengono poste. Prima fra tutte la questione legata agli stipendi e alle altre scadenze non rispettate.

Le buone volontà si riassumono in buone prassi ed altrettanti buoni accordi. Le chiacchiere senza riscontri invece rimangono chiacchiere.

 

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