Nesta come Breda, ma oggi il Perugia ci crede

L’andamento in campionato è molto simile, ma il tecnico romano non è mai stato messo in discussione dal Perugia, che crede in lui e nei playoff. Club uniti contro il Palermo: «Via dalla B»

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di P.C.

Ci sono due modi opposti, ma altrettanto validi per leggere la situazione del Perugia, a 180 minuti dalla fine della stagione regolare.

Il bicchiere mezzo pieno

Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, si può sottolineare come, dopo due prestazioni scialbe e oltre un mese senza vittoria, il Perugia non solo sia ancora pienamente in corsa per la promozione in serie A, ma ancora incredibilmente padrone del proprio destino. Facendo sei punti nelle ultime due partite, infatti, Nesta e i suoi sarebbero matematicamente certi di giocare i playoff, visto che supererebbero la Cremonese e almeno una fra Cittadella e Verona, che devono giocare lo scontro diretto.

Ottimismo della volontà

Anzi, a voler essere ottimisti, anche facendo 4 punti (un pareggio a Foggia e una vittoria in casa con la Cremonese) il Grifo potrebbe farcela lo stesso, sperando in un passo falso di una delle squadre che si ritrova davanti, a cominciare dallo Spezia (che va a Lecce all’ultimo turno) e dallo stesso Cittadella (che dopo il derby va a Palermo). Insomma, pur con un cammino balbettante, Nesta ha ancora 180 minuti per tenere vivo il sogno promozione e dare così ragione alla società, che gli ha sempre dato fiducia nonostante gli ultimi risultati. La società ci crede, come ha detto chiaro e tondo Santopadre con il suo tweet.

Stesso calo, trattamento diverso

Il tecnico romano non è stato mai messo in discussione dall’ambiente biancorosso – né dalla società né dagli addetti ai lavori – nemmeno dopo il recente calo in cui ha fatto addirittura peggio del peggior Breda, che viceversa, lo scorso anno, era costantemente sulla graticola: nonostante avesse ereditato una situazione difficile e fosse riuscito a portare, pur con un gioco non entusiasmante, la squadra dalla zona retrocessione alla zona playoff, fu cacciato dopo la serie nera post derby. Nelle ultime cinque partite della sua gestione Breda raccolse la miseria di 3 punti; esattamente quelli che ha fatto Nesta nelle ultime 5. Volendo allargare il paragone alle ultime 10, addirittura Breda passa in vantaggio, con 13 punti a 12.

La differenza di crederci

Perché allora Nesta non ha trovato lo stesso destino toccato (in quel modo così beffardo) a Breda? Ovviamente le due stagioni non sono paragonabili, così come le due rose; ma entrambi a ben hanno le loro attenuanti. Se è vero che Nesta è partito da zero, con una squadra molto giovane e con una rosa radicalmente cambiata; è pur vero che Breda partiva forse da sotto zero, considerando la condizione psico-fisica di quella squadra quando fu chiamato in fretta e furia al posto di Giunti; peraltro con un ambiente fumantino. La differenza va cercata altrove e si trova appunto in quella professione di fede fatta da Santopadre: ‘Io ci credo’. La società non solo crede nella promozione, ma crede nel tecnico e nel suo progetto; crede nel modo che Nesta ha di intendere il calcio. Breda fu una soluzione d’emergenza, Nesta è stata una scelta ponderata e difesa.

Il bicchiere mezzo vuoto

Ora però tocca a lui perché gli esami di riparazione sono finiti. E c’è chi comincia a vedere anche il bicchiere mezzo vuoto, chiedendosi come mai potrebbe fare una squadra incapace di vincere da oltre un mese e con le polveri bagnate in attacco a trasformarsi in poche settimane, vincere due partite difficili con Foggia e Cremonese e poi cominciare d’incanto a vincere contro le squadre più forti, dopo che per un campionato intero ha saputo battere solo il Pescara, fra quelle che la precedono.

Il vino lo versa Nesta

Insomma, le riflessioni che si possono fare sono tante. Ora possiamo vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Ma la bottiglia è in mano a Nesta e alla squadra. Fra 180 minuti sapremo se il bicchiere era pieno davvero o vuoto davvero.

Club uniti contro il Palermo: «Decidete prima dei playoff»

Nove club di serie B (Benevento,Carpi, Cremonese, Lecce, Padova, Perugia, Pescara, Venezia e Verona) hanno presentato un esposto a presidente e Procura Coni e Figc chiedendo un giudizio immediato di esclusione dal campionato del Palermo, da poco deferito per irregolarità di gestione. I club chiedono subito un giudizio “per salvaguardare la regolarità dei campionati e fornire un ristoro a club pregiudicati dall’illegittima partecipazione del Palermo ai tre campionati a cui si è iscritto fraudolentemente”.

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