Nestlè, tagli a Perugia e promesse miracolose

Settimana di mobilitazione in vista dell’incontro al ministero, ma il Ceo garantisce che il gruppo «aiuterà 10 milioni di giovani in tutto il mondo»

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di L.P.

Mark Schneider

Mentre a Perugia si continua a tremare per le decisioni – che Nestlé ha ribadito – relative agli esuberi previsti, altrove la multinazionale fa promesse roboanti: il gruppo, infatti, ha annunciato che entro il 2030 aiuterà 10 milioni di giovani ad avere accesso ad opportunità lavorative in tutto il mondo. A dirlo è stato il Ceo Mark Schneider, intervenuto durante una serie di eventi organizzati per la settimana dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York.

Le promesse Schneider ha anche parlato del progetto ‘Nestlé needs YOUth’, iniziativa che riunisce tutte le attività promosse dal gruppo a sostegno dei giovani. Attività che «si focalizzeranno anche sul supporto a una nuova generazione di agricoltori e imprenditori nella catena del valore di Nestlé». Per Schneider anche l’Italia «continuerà a dare il suo contributo alla sviluppo del programma, in particolare con attività finalizzate ad avvicinare la scuola al mondo del lavoro: solo nell’ultimo anno 229 studenti sono stati accolti nei nostri stabilimenti e nella nostra sede centrale di Assago».

Settimana cruciale A Perugia, intanto, «siamo arrivati in Confindustria con l’azienda che dichiarava 364 esuberi e siamo usciti con l’azienda che ripropone 364 esuberi senza voler discutere di soluzioni industriali per la Perugina». Resta l’amaro in bocca, lunedì sera, dopo il primo di due importanti incontri che, da qui a una settimana, saranno decisivi per il futuro del sito industriale di San Sisto. Una settimana di agitazione e mobilitazione, quella che è in programma per tutte le sigle sindacali da tempo schierate in difesa degli oltre 800 lavoratori della Perugina. Una settimana cruciale che, secondo Luca Turcheria, coordinatore Rsu Cgil Perugina Nestlé, servirà per far capire all’azienda che ora non si scherza più. 

Il ‘Bacio’

L’accordo del 2016 parlava di investimenti per 60 milioni e altri 45 per il marketing con il rilancio del cioccolato nel mondo. Che cosa è successo? «C’è stata una congiuntura internazionale  – spiega Turcheria – che ha fatto cambiare la strategia di Nestlé. Non solo, è cambiato l’amministratore delegato di Nestlé mondo che, anche su spinta di fondi di investimento e di alcuni importanti azionisti, pensa che l’azienda abbia problemi finanziari. Non lo nascondono, anche il Sole 24 Ore ha scritto che Nestlé impegnerà delle risorse per evitare scalate esterne e in questa ottica finanziaria e non produttiva c’è un desiderio e una volontà espressa di razionalizzare quei settori più marginali e meno profittevoli. Tra questi rientra il confectionery e il settore cioccolato e questo ha avuto riflessi in Europa e, a cascata, in Italia».

L’incontro di lunedì a Confindustria

Rilancio del brand «Il piano che avevamo sottoscritto prevedeva un rilancio proprio dello stabilimento di San Sisto e, in un’ottica più globale, di Perugia come capitale del cioccolato, in cui si sarebbero dovute concentrare tutte le produzioni. ‘Porteremo il brand Bacio nel mondo’ significava vendere un’emozione, avere una visione di dove andare. Questa era una visione strategica e industriale, oggi però è tutto fermo. A testimonianza il fatto, e a volte la forma diventa sostanza, che i nostri interlocutori del 2016 non sappiamo più che fine hanno fatto. Sono letteralmente spariti, questi manager non li vediamo più fisicamente da quel giorno».

Carta straccia Sarebbe facile, spiegano, stracciare quell’accordo e provare a rinegoziare. «Ma oggi noi non ci stiamo a dire che quell’accordo è carta straccia. Per noi quell’accordo resta valido e pretendiamo venga attuato, perché quel piano prevedeva degli impegni industriali per 60 milioni. Sono stati attuati? In parte sì, in parte no ma Nestlé ci ha detto chiaramente: se volete quel piano lo stracciamo. No, sarebbe troppo facile dirlo oggi. Se stracciamo quel piano noi partiamo solo dalla questione esuberi. E invece noi pretendiamo che Nestlé sieda a un tavolo con noi a discutere di come portare avanti quel piano».

Dipendenti davanti allo stabilimento di San Sisto

Esuberi «L’alternativa all’accordo – prosegue il coordinatore Rsu – sarebbe semplicemente fotografare gli esuberi attuali, quello che vuole la Nestlé. Noi invece vogliamo parlare di lavoro, abbiamo firmato un accordo che rilanciava la Perugina. Noi vogliamo partire da lì, dal lavoro. Poi, dal momento che siamo un sindacato responsabile, non ci tiriamo indietro di fronte a delle problematicità. Ma se di fronte al problema la soluzione è licenziare, servono i manager? Siamo partiti con 180 esuberi, dopo lo stanziamento di 60 milioni di euro di investimenti ci ritroviamo il doppio degli esuberi. Dobbiamo ringraziare che non hanno investito più soldi!», prova a scherzare.

Il tavolo in Regione

Mobilitazione cittadina La strada da portare avanti da qui a una settimana quando l’azienda siederà di nuovo a un tavolo con sindacati e istituzioni, al Ministero dello sviluppo economico, è quella tracciata dalla mobilitazione continua. Il 27 ci sarà uno sciopero importante, per dimostrare all’azienda che non può far finta di nulla. «La politica sta facendo il suo compito, tutte le istituzioni, comunali e regionali, ci hanno pienamente sostenuto in questo periodo, non solo con la presenza fisica. Io spero che la prossima settimana Nestlé faccia marcia indietro, altrimenti chiederemo alla città di unirsi in quella che non può che essere considerata una lotta di tutta la comunità. La Perugina è orgoglio identitario, il territorio darà una risposta importante».

«Comune attento» «L’Amministrazione comunale – recita una nota diramata dal Comune di Perugia nel pomeriggio di martedì – segue con grande attenzione le vicende che riguardano lo stabilimento di San Sisto della Perugina. L’auspicio e l’impegno sono quelli di superare la fase di stallo in cui sembrerebbe trovarsi la trattativa. Così come fatto anche dai rappresentati del Ministero del Lavoro, l’invito rivolto alle parti coinvolte è quello di trovare un ampio spettro di proposte, da presentare già il prossimo 27 settembre a Roma, e di mettere in campo, ognuno per le proprie competenze, tutti gli strumenti possibili per accompagnare il delicato percorso, di intraprendere la via del dialogo e dell’ascolto reciproco al fine di trovare una soluzione quanto più possibile condivisa. Il fine è quello di salvaguardare i livelli occupazionali e di far mantenere centralità allo stabilimento di San Sisto il cui nome e la cui storia sono legati strettamente a quelli del capoluogo. Il sito perugino di Nestlé è un pilastro della produzione e dell’industria manifatturiera della nostra città e dell’intera regione, nonché motivo di orgoglio e patrimonio da proteggere».

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