Nestlé: «Tutta Perugia difenda il lavoro»

Filippo Ciavaglia (Cgil): «Lo sciopero di mercoledì alla Perugina è anche una chiamata alla corresponsabilità e alla solidarietà per un’intera città e per un’intera regione»

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«Lo sciopero di mercoledì alla Perugina non rappresenta solo la sacrosanta protesta dei lavoratori, che vedono la multinazionale Nestlé tradire gli accordi e mettere a rischio il futuro di centinaia di famiglie, oltre che quello di una delle più importanti realtà produttive dell’Umbria e dell’Italia», a dirlo è Filippo Ciavaglia, segretario della Cgil di Perugia.

#IoDifendoLaPerugina «Lo sciopero di mercoledì – spiega Ciavaglia – è anche una chiamata alla corresponsabilità e alla solidarietà per un’intera città e per un’intera regione. Per questo invitiamo tutta la comunità a rispondere compattamente alla chiamata della Rsu e dei lavoratori di San Sisto: #IoDifendoLaPerugina. L’appuntamento è davanti ai cancelli della fabbrica (inizio presidio alle 5 della mattina di mercoledì 27 settembre, concentramento e interventi dalle 10)».

Le richieste Il segretario, poi, spiega che «come Cgil abbiamo mobilitato tutte le nostre categorie anche perché ci sono molte altre vertenze aperte che vogliamo portare sotto i riflettori, dalla situazione sempre più critica dei lavoratori ex Merloni, alle vertenze Colussi, Novelli, Trafomec, senza dimenticare le tante altre realtà medio piccole che sono in sofferenza. Ecco perché, per la Cgil, l’appuntamento di mercoledì riveste un’importanza straordinaria: crediamo che intorno alla vertenza Perugina possa e debba crescere una mobilitazione generale per chiedere un’inversione di rotta che fermi il declino che il nostro territorio sta subendo. Intanto dal tavolo al Mise di mercoledì ci aspettiamo passi concreti da parte di Nestlé e del governo per riportare la discussione nel solco dell’accordo del 2016».

Le adesioni Ci saranno anche le lavoratrici e i lavoratori del pubblico impiego, davanti ai cancelli della Perugina in occasione dello sciopero e della mobilitazione contro i licenziamenti annunciati da Nestlé nella storica fabbrica di cioccolato. A comunicarlo in una nota è la Fp Cgil dell’Umbria che annuncia la partecipazione al presidio di delegate e delegati delle Rsu del pubblico impiego e dei servizi pubblici: «Si può provare ad uscire dalla drammatica crisi sociale ed economica del Paese e dell’Umbria solo con l’unita del mondo del lavoro – afferma Fabrizio Fratini, segretario generale della Fp Cgil Umbria – per questo non faremo mancare il supporto di chi quotidianamente opera nei servizi pubblici, cercando di contrastare diseguaglianze, ingiustizie, vecchie e muove povertà. Al contempo – conclude il segretario Fp – auspichiamo che l’intera comunità cittadina risponda alla chiamata dei lavoratori della Perugina, come avvenuto in passato in altri territori, perché la loro battaglia è in realtà una battaglia di tutti».

Il gruppo consiliare del Partito Democratico «Esprimiamo la nostra massima solidarietà ai lavoratori Perugina in difesa del proprio lavoro e di una eccellenza regionale, vanto dell’intero territorio», si legge in una nota del gruppo consiliare del Partito Democratico di Perugia. «Le maestranze Perugina per lunghi anni hanno sofferto una crisi aziendale fatta di promesse non mantenute di rilancio dei marchi storici emblema della qualità del comparto agro alimentare da sempre la punta di diamante dell’industrializzazione del nostro territorio. Sono ormai lontani gli anni in cui gli aerei Alitalia sfoggiavano la livrea argentata dei Baci Perugina e il motto ‘Baci dall’Italia. Baci da Alitalia’, attualmente lo stabilimento di San Sisto rischia di trasformarsi in una piccola fabbrica di nicchia fuori dalle grandi produzioni di una multinazionale alimentare come Nestlé che controlla centinaia di marchi legati al comparto food». Nell’ultimo anno, scrivono, «il comparto alimentare made in Italy ha registrato un incremento di quasi l’11% sfondando il muro storico dei 38.400.000.000,00 di euro, segno evidente che il cibo italiano è ancora il prediletto nel mondo; non capiamo quindi perché Nestlé non voglia investire sulla Perugina, ma si limiti a gestire l’esistente ed anzi cerchi di ridurre la produzione dello stabilimento di San Sisto». Il rilancio dello stabilimento di San Sisto «passa anche dal miglioramento infrastrutturale di cui è stata oggetto la nostra regione in questi anni. L’ottimizzazione dei collegamenti stradali fa si che le merci prodotte a San Sisto in poco tempo possano arrivare ai porti dell’Adriatico e da lì essere consegnate in tutto il mondo. Difendere la Perugina non è solo la difesa, sacrosanta, di posti di lavoro, è la difesa di un simbolo della nostra città: la Perugina è un emblema di Perugia da quel giorno di novembre del 1907 quando aprì i battenti la ‘Società Perugina per la fabbricazione dei confetti’ tanto quanto la Fontana Maggiore o l’Arco Etrusco. Per questo dovremmo far si che la città tutta raccolga l’appello delle RSU e si stringa attorno ai lavoratori della Perugina affinché si riesca ad ottenere garanzie occupazionali, aumento dei volumi di lavoro e di rilancio dei marchi».

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