Non solo sbarchi, Terni casa per tanti nigeriani

La comunità africana è più che raddoppiata negli ultimi anni ma ci sono famiglie che vivono da decenni nella Conca

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di F.L.

Appena cinque anni fa, al primo gennaio 2013, erano solo 259 in tutta la provincia e 186 a Terni. Nel frattempo il numero è più che raddoppiato, passando rispettivamente a 581 e 429, uno degli aumenti più rilevanti tra le comunità straniere presenti sul territorio. Parliamo dei cittadini nigeriani, la cui crescita è dovuta agli arrivi di migranti sbarcati sulle coste italiane e poi ospitati nei centri di accoglienza del ternano, ai quali si accompagna però anche una presenza ormai consolidata di famiglie stabilite da anni, se non addirittura da decenni, soprattutto nel capoluogo.

Il fenomeno

Joe, Eddie, Martins, Esohe, solo per fare i nomi più conosciuti, sono i ‘veterani’, i primi nigeriani arrivati a Terni. «Ormai sono più ternano che nigeriano» scherza il primo, arrivato nel 1990 nella Conca, dove ha sposato una donna del posto con la quale ha costruito una famiglia, avendo avuto tre figli. «Allora eravamo pochissimi – continua Joe, che lavora nell’azienda di laterizi Wienerberger -, per lo più studenti universitari, era un’altra epoca di immigrazione. Noi oggi siamo a tutti gli effetti parte integrante di questa città, una città all’avanguardia in tema di accoglienza, avanti un palmo rispetto a tante altre, grazie ai ternani che sono persone molto aperte. Ma i nuovi arrivati hanno ancora un grado di integrazione molto basso».

Joe Nebo

La ricorrenza

Joe – fratello di Eddie Nebo, fondatore dell’associazione Namasté, a Terni addirittura dal 1978 – fa parte del Nido (Nigerians in diaspora organisation), un’associazione presente in tutto il mondo che s’impegna a collegare i connazionali residenti all’estero con la madrepatria e che solo pochi giorni fa, per la prima volta anche nella città dell’acciaio, ha festeggiato il 58esimo anniversario dell’indipendenza della Nigeria con una cerimonia che si è svolta nella sala consiliare della Provincia. «Il nostro è un Paese in via di sviluppo – spiega ancora Joe -, è fondamentale la collaborazione con le ambasciate e le autorità dei vari Paesi in cui noi nigeriami viviamo per avere una concreta cooperazione internazionale allo sviluppo, economico e della sicurezza. Noi emigrati continuiamo ad interrogarci sulle questioni del nostro Paese, per promuovere le misure per poter far vivere bene le persone ed evitare certi fenomeni».

Sul territorio

Delegata del Nido è anche Esohe Ehihiator, arrivata in Umbria più di 25 anni fa e cresciuta in una famiglia ternana, infermiera in ospedale e presidente lei stessa dell’associazione ‘L’arcobaleno e il mare’, creata «per cercare di dare un aiuto concreto, soprattutto per quanto riguarda le pratiche burocratiche, ai connazionali e non solo». L’associazione fino a due anni fa gestiva inoltre un progetto di accoglienza rivolto alle ragazze madri all’interno dell’istituto Beata Lucia di Narni. Esohe ha dunque il polso della situazione rispetto alla comunità nigeriana: soprattutto i nuovi arrivati si radunano in alcuni locali trasformati in chiese apostoliche che si trovano tra viale Brin, piazza Valnerina, Città Giardino, dove si ritrovano tutte le domeniche. Poi ci sono i negozi gestiti dai connazionali, tra viale Brin, viale Lungonera oppure che vendono prodotti etnici nigeriani, come via Tre Monumenti e via Roma. «L’aumento di residenti è evidente – conclude Esohe – purtroppo ho paura che i nigeriani sul territorio siano molti di più, perché non tutti riescono ad ottenere la residenza». Un problema per tutti.

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