Caso Boeri, Alemanno: «Non ce la faccio più»

Il sindaco di Norcia: «Così non si può lavorare, forse mi dimetto». Boeri: «Amareggiato, il centro trattato come struttura abusivo»

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«Sto valutando la possibilità di rimettere il mio mandato perché così non si può andare avanti»: così Nicola Alemanno, sindaco di Norcia, dopo la notizia dell’avviso di garanzia per il caso del centro polifunzionale Boeri.

ALEMANNO AMAREGGIATO AI GIORNALISTI: «FORSE MI DIMETTO»

Sotto la statua di San Benedetto

Il concetto di ‘temporaneità’ «Ho ricevuto un secondo avviso di garanzia per ‘abuso edilizio’, come per Ancarano – racconta Alemanno in piazza – immaginavamo che la discussione che si era sviluppata attorno a quella circostanza fosse stata utile per chiarire la complessità della vicenda, ma evidentemente così non è stato. Il tema è legato a due concetti importanti: quello della ‘temporaneità’ e della ‘destinazione d’uso’. Noi abbiamo scelto la strada più breve, quella che le ordinanze di protezione civile consentono al sindaco; il problema è che c’è chi interpreta le leggi in un modo e chi le interpreta in un altro. Perché non è comprensibile come una cosa che va bene nelle Marche non va bene in Umbria. Volevo fortemente essere il motore della ricostruzione, ma se non me lo consentono è giusto che mi faccia da parte e magari venga il commissario prefettizio a fare le cose meglio di me».

LE TESI DELLA PROCURA, LE DIFESE DELLA POLITICA – LE REAZIONI

Serve Testo Unico «Paghiamo lo scotto di non avere un testo unico delle emergenze – prosegue Alemanno – ed ora siamo in mezzo ad una diatriba tra due componenti dello stesso sistema istituzionale, ma questo non può avvenire sulla pelle di un Sindaco: a questo punto ci dicessero cosa dobbiamo fare, ho bisogno di avere chiarezza. Personalmente sto valutando anche la possibilità di rimettere il mio mandato. Questa vicenda – continua Alemanno – rischia di paralizzare il sistema. La mia preoccupazione è come i nostri funzionari pubblici potranno continuare a sottoscrivere ed assumersi delle responsabilità se ogni volta si entra nei cavilli, in uno stato di emergenza come questa che è la più terribile che il nostro Paese abbia mai avuto».

Il sindaco parla in piazza

«Abbiamo paura e siamo disorientati» «Devo chiudere le scuole? Devo mandare via la gente dalle casette? Devo chiudere i ristoranti? Tutte queste strutture sono realizzate su platee in calcestruzzo armato. La temporaneità delle strutture non è data dalla modalità di costruzione. Bisogna concepire che in queste strutture i nostri cittadini devono stare per anni. Abbiamo paura, siamo disorientati, non sappiamo più quale strada percorrere. Secondo noi la ‘temporaneità’ termina con la fine dell’emergenza, ma non quella stabilità dal consiglio dei ministri, che comunque dura fino ad agosto (visto che c’è stata la proroga; ndr). L’emergenza finisce quando avremo ricostruito e fino ad allora, secondo noi, queste strutture avranno ragione d’essere. La follia è che un sindaco, con tutti i problemi che ha, deve porsi il problema di come sarà interpretata la norma. Se dovesse passare il principio che una struttura tempèoeanea può essere solo in tenda bisognerà dire ai nostri bambini che domani non possono andare a scuola perché noi abbiamo costruito le scuole sul calcestruzzo».

IL SINDACO SI COMMUOVE IN PIAZZA DAVANTI AI CITTADINI – VIDEO

«E se arriva una scossa?» «Il sindaco gli avvisi di garanzia li può supportare, ma la cosa che non si comprende è il sequestro preventivo di una struttura che noi usiamo da un anno. Il sequestro della struttura colpisce la comunità, che non potrà più utilizzarla. È uno dei centri più belli e importanti che abbiamo fatto dopo il terremoto ed è diventato il punto di riferimento della comunità. Se domani mattina arriva un terremoto noi non possiamo utilizzare quella struttura per ripararci? Lo dico con tutto il rispetto nei confronti dei magistrati, che sono persone serie, ma io li invito a venire qui a vedere cosa sta succedendo perché secondo me non se ne rendono conto. Lo sanno che noi quel centro lo stiamo utilizzando da un anno?».

A RISCHIO ANCHE IL DELTAPLANO DI CASTELLUCCIO, COSTRUITO CON LO STESSO CRITERIO

Il post di Stefano Boeri

Boeri: «Un equivoco». E condivide Mentana L’architetto Stefano Boeri, a cui è arrivato l’altro avviso di garanzia, si dice «sereno e tranquillo» e parla di «un gigantesco equivoco». Poi argomenta: «Non so come si faccia a dire che non sia temporaneo. Il centro è smontabile e rimontabile completamente, impianti inclusi. Mi spiace, veramente, per la popolazione che ha vissuto una vicenda drammatica e si vede privata dell’unico luogo di aggregazione sicuro che viene usato per le scuole, per il teatro, per le sedute del consiglio comunale. Come si fa a dire che non è temporaneo? È un esempio di temporaneità. Allora anche tutte le casette non sono temporanee». Poi sul suo profilo Facebook, ha condiviso – hastag del post: #ungigantescoequivoco – il passaggio del Tg La7 in cui Enrico Mentana parla della notizia: «Il sequestro è stato deciso perché la struttura che doveva essere temporanea non lo è. Dimostreremo che non è vero e poi chiederemo chi pagherà il danno reputazionale che si vuole dare a una sottoscrizione popolare e a chi l’ha portata avanti senza fini di lucro. Cosa succederebbe se, Dio non voglia, ci fosse una nuova scossa visto che non si può disporre di quella struttura, che è antisismica?».

«Nessun illecito» «Sono amareggiato nel rilevare come un lavoro finanziato dai cittadini italiani, svolto dal mio studio in totale gratuità e con grande attenzione alle esigenze della comunità di Norcia venga trattato alla stregua di una speculazione abusiva», dice poi all’Ansa. «Avendo totale fiducia nel lavoro dei magistrati – aggiunge Boeri – sono certo che ogni equivoco verrà chiarito e che il Centro Polivalente e di Protezione Civile di Norcia tornerà al più presto a disposizione dei suoi cittadini. Il sequestro della struttura priva infatti una comunità già duramente provata di uno spazio di grande utilità sociale».

«Struttura temporanea» «In soli tre mesi di una struttura temporanea di 450 mq di classe 4 (la massima nella sicurezza antisismica), un edifico polivalente che in situazioni di emergenza sismica può essere utilizzato per accogliere i cittadini. Un’architettura in legno inaugurata nel giugno scorso alla presenza delle massime autorità locali e nazionali. La struttura, leggera e di grande solidità – prosegue l’architetto – si compone di pannelli, pilastri, travi e rivestimenti in legno lamellare, con connessioni in viti e bulloni, costruita a secco e dunque totalmente smontabile. Anche gli impianti e i serramenti potranno essere ricollocati. La struttura in legno è opportunamente ancorata al terreno tramite una griglia di travi e cordoli in cemento armato (una tipologia di fondazione necessaria in situazioni di rischio sismico) interposti ad un ‘vuoto sanitario’ in modo da ridurre al minimo l’impatto sul suolo e da essere facilmente rimovibile. Sono convinto – conclude Boeri – che si tratti di una buona dimostrazione di come il legno permetta di realizzare in tempi rapidi architetture di qualità e in grado di garantire la massima sicurezza».

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