Norcia, seconda notte all’aperto per protesta

Nicola Alemanno contrattacca e chiede agli agricoltori di mettere da parte «strumentalizzazioni di carattere politico». Ma loro non mollano

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Seconda notte lì fuori, per gli agricoltori che, a Norcia, protestano e non vogliono mollare. Le temperature scenderanno ancora sotto lo zero, ma nessuno riuscirà a farli tornare a casa, almeno fino a quando non avranno ottenuto ciò che chiedono.

LA PRIMA NOTTE DI PROTESTA – IL VIDEO 

La protesta degli agricoltori

La protesta E’ iniziato col sole il secondo giorno di protesta degli agricoltori che già lunedì avrebbero dovuto dare avvio alle operazioni della semina della lenticchia. Oltre che per l’economia delle famiglie, i tempi sono stretti per salvare il turismo e il marketing dell’intera regione messo già a dura prova dal terremoto ma rinunciare alla semina e allo spettacolo della fioritura, proprio quest’anno, non piacerebbe a nessuno. 

Trattori Più che una protesta è una sensibilizzazione, continuano a ripetere gli agricoltori che, dopo le manifestazioni delle scorse settimane avevano già ottenuto la riapertura della galleria di Forca Canapine per portare i trattori fino al Pian Grande. «Ma questo non basta – continuano a ripetere da lunedì. Non possiamo arrivare a Castelluccio e poi rimanere bloccati lì. Il sindaco non capisce quali sono le nostre necessità». Dopo un faccia a faccia piuttosto duro con Alemanno, intanto la prima vittoria è che mercoledì ci sarà un nuovo incontro.

Nuovo incontro Attorno a un tavolo torneranno a sedere gli agricoltori che assieme a Coldiretti potranno tentare la trattativa con l’assessore regionale Fernanda Cecchini,  il direttore del settore agricoltura della Regione Ciro Becchetti e con il capo della protezione civile umbra Alfiero Moretti. «E il sindaco? Non so se ci sarà, ci ha minacciati di far presidiare dall’esercito la vecchia strada, la Sp477, ma non ha capito che se noi non seminiamo va a finire male per tutta l’Umbria».

Le richieste Intanto martedì gli agricoltori hanno consegnato al Comune i documenti necessari per far passare all’incirca venti trattori qualora di decidesse, dopo l’incontro di mercoledì, di dare il via alle operazioni di semina. I trattori, dunque, passerebbero attraverso la galleria di Forca Canapine, che verrebbe riaperta sotto stretta vigilanza dell’Anas, mentre il trasporto delle seminatrici e delle sementi resterebbe a cura dell’Esercito. «Ora speriamo di trovare la soluzione per evitare di percorrere ogni giorno 90 chilometri in andata e altrettanti al ritorno con le macchine», dice Gianni Coccia, portavoce degli agricoltori. «Se sarà totalmente impossibile – precisa – riaprire le strade più brevi, devono assolutamente garantirci l’apertura dei due residence ancora agibili a Castelluccio, così da poterci trascorrere la notte senza dover per forza tornare a valle».

Aiuto reciproco Resterebbe, anche in questo caso, aperto il problema della sicurezza. «Se qualcuno si fa male e deve tornare in fretta a Norcia? O se c’è un’emergenza?». Intanto, però, si guarda avanti e gli agricoltori pensano a come auto organizzarsi nel caso in cui ci sia qualcuno impossibilitato a rimanere a dormire a Castelluccio per poter continuare a dare da mangiare agli animali in allevamento. «Faremo di tutto per aiutare questi agricoltori-allevatori: alla loro semina penserà chi non ha il bestiame, in questi momenti è fondamentale aiutarsi a vicenda».

Nicola Alemanno

lemanno La posizione del sindaco di Norcia, Nicola Alemanno è chiara. Dopo aver ripercorso le tappe della trattativa, spiega che «sentite le esigenze degli agricoltori sono state elaborate delle soluzioni da richiedere agli organi competenti su alcune delle quali l’amministrazione comunale stava già lavorando da tempo» e che Alemanno dice di aver comunicato «al rappresentante degli agricoltori, signor Gianni Coccia».

La protesta

Le esigenze manifestate Il sindaco dice che le richieste fatte si riferivano a «autorizzare i trattori ad attraversare il traforo ‘San Benedetto’ Forche Canapine, per poter raggiungere Castelluccio, senza passare per i 90 chilometri di Pretare di Arquata del Tronto. Trasporto fino a Castelluccio di seminatrici e aratri. Le sementi, divise per ciascuna azienda, potessero essere consegnate con idoneo mezzo sui piani di Castelluccio. Installazione sui piani di Castelluccio di 3 tunnel: 2 per il ricovero dei mezzi; 1 per le sementi. Consentire agli agricoltori di poter pernottare in una struttura idonea a Castelluccio. Assicurare agli agricoltori i pasti. Garantire la presenza sul piano di un meccanico, che risponda ad ogni eventuale immediata emergenza presentata. Garantire il rifornimento dei mezzi attraverso un’autobotte. Garantire il passaggio da località Pretare di Arquata del Tronto, verso la metà del mese di giugno per i mezzi di trasporto delle ‘rotoballe’. Garantire il passaggio per metà luglio delle trebbiatrici. Riapertura del transito ordinario per raggiungere Castelluccio, prima della fioritura. Consentire il passaggio con le proprie autovetture attraverso il traforo ‘San Benedetto’ Forche Canapine, a coloro che non avessero voluto pernottare a Castelluccio, una volta al mattino, una alla sera».

La strada chiusa

Le risposte Dei punti in questione, dice Alemanno, «soltanto uno, l’ultimo, il passaggio delle automobili due volte al giorno, non ha potuto trovare accoglimento da parte di Anas per evidenti motivi di sicurezza. Per quanto concerne invece la prima richiesta, Anas aveva autorizzato il passaggio dei trattori in galleria ad intervalli temporali, necessari per far fronte alla mancata ventilazione del traforo, nei giorni individuati in lunedì 27 marzo e lunedì 3 aprile. L’esercito si sarebbe fatto carico di trasportare con idonei mezzi le seminatrici, gli aratri e le sementi attraverso la viabilità ordinaria (punti 2-3); a tal proposito la Polizia Municipale del Comune di Norcia era già allertata per raccogliere le esigenze degli agricoltori (numero di mezzi, tipologia, targhe, nome e cognome del conducente) e le Questure e Compartimenti della Polizia Stradale delle Province di Perugia, Rieti ed Ascoli Piceno erano già state avvisate per il passaggio dei suddetti mezzi ‘pesanti’. Nella riunione del 17 marzo la regione Umbria (4) aveva garantito che per il 24 e il 27 marzo sarebbe stata terminata l’installazione dei 2 tunnel per i mezzi e di quello per il ricovero delle sementi. Per i pernottamenti a seguito delle esigenze manifestate, si sarebbero messi a disposizione idonee strutture per il pernotto e per erogazione dei pasti (punti 5-6). Sarebbe stata garantita la immediata reperibilità di un meccanico durante le ore di lavoro e garantito il rifornimento dei mezzi mediante un autobotte dalla Protezione Civile (punti 7-8). Il trasporto delle rotoballe (9) sarebbe stato garantito attraverso l’adeguamento del varco di Pretare di Arquata del Tronto. Il passaggio delle trebbiatrici (10) sarebbe stato garantito, come da richiesta, per metà luglio: per quel periodo infatti Provincia e Regione hanno garantito la riapertura della viabilità, o attravero la SP 477 o il traforo ‘San Benedetto’ Forche Canapine, quindi la SS 685 e ultimo tratto 477 (punti 10-11). Queste soluzioni individuate sono state puntualmente comunicate al portavoce degli agricoltori signor Gianni Coccia».

L’affondo In sindaco di Norcia, poi, va all’affondo: «Non avrei mai immaginato che portare ad un tavolo di coordinamento dodici quesiti ed uscirne con undici soluzioni, questo avrebbe generato comunque ulteriori proteste. Le esigenze di Castelluccio non sono solo quelle legate alla semina e alla riattivazione delle attività economiche per le quali comunque si è avviato un percorso di soluzione, vi sono ancora altre esigenze che debbono trovare risposta per le quali ancora non si è invece trovata soluzione. Tra questi le Sae per i pochissimi residente abituali e continuativi, oppure le soluzioni per il pernotto di coloro che esercitano attività agricola ed economica nella frazione di Castelluccio, pur non avendo residenza abituale e continuativa così come disposto da vigenti norme; la possibilità di rendere fruibile Castelluccio da tutti gli oriundi che solitamente lo abitavano nella bella stagione». Alemanno conclude dicendo di confidare «nel senso di responsabilità di tutti coloro interessati da tali problematiche» e si dice convinto che «se si abbandoneranno posizioni pregiudiziali e strumentalizzazioni di carattere politico, si potrà riuscire, tutti insieme a trovare le migliori soluzioni per la comunità intera. Castelluccio è e resta prima di tutto dei suoi abitanti ma è però anche un bene prezioso per la comunità regionale, nazionale ed internazionale».

 

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