‘Odissea’ in ospedale: «C’è chi non ha capito»

Terni: dopo la denuncia di una donna per i disagi vissuti dalla madre anziana, arrivano le scuse e le puntualizzazioni – tutt’altro che tenere con i ‘suoi’ – del dg Dal Maso

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Dopo la denuncia di una donna ternana che aveva raccontato ad umbriaOn l’odissea vissuta dalla madre, anziana e malata, al Santa Maria, arriva ora la replica dell’Azienda ospedaliera di Terni che pubblichiamo integralmente e in cui il direttore generale Maurizio Dal Maso, oltre a scusarsi per il disagio vissuto dalle utenti del nosocomio, ‘bacchetta’ in maniera decisa i ‘suoi’.

 

Maurizio Dal Maso (foto Mirimao)

In riferimento a quanto da Voi pubblicato, la direzione dell’Azienda ospedaliera di Terni si scusa con le signore che hanno vissuto questa spiacevole situazione che, da verifiche interne, risulta corrispondere a grandi linee a quanto riportato nell’articolo. La complessità clinica del caso in questione spiega anche il problema della terapia che è stata adeguata, ma non altrettanto si può dire della dimensione relazionale e comunicativa.

Il Direttore Generale Maurizio Dal Maso, tuttavia, tiene a puntualizzare che quanto raccontato non è collegato alla ‘quantità’ del personale presente in servizio, ma alla ‘qualità’ del lavoro di alcuni, pochi, che non sono evidentemente ancora riusciti ad entrare in quella logica di cambiamento che mira a rafforzare, in tutti i professionisti dell’azienda ospedaliera Santa Maria di Terni, quell’attenzione costante ai fondamenti etici professionali e alla umanizzazione del servizio per rispondere sempre meglio ai  bisogni del paziente.

L’anziana con le coperte portate da casa

La resistenza ad accettare la proposte del cambiamento organizzativo e di un nuovo approccio alla professione, in questo caso, ha arrecato un danno non soltanto all’immagine dell’ospedale, ma a tutti e tanti colleghi che invece lavorano con dedizione e passione, consapevoli dei diritti e della vulnerabilità delle persone malate, e che, per fortuna, rappresentano la maggioranza nel nostro ospedale.

Purtroppo pochi quanto recenti esempi fanno capire quanto ancora ci sia da lavorare sui comportamenti ma anche sulle competenze di professionisti che ancora pensano a quello che si faceva – o meglio non si faceva – anni fa, non capendo che quei tempi sono definitivamente chiusi e ora si è valutati, tutti, per le competenze, le capacità professionali, il raggiungimento dei risultati attesi dalla nostra utenza e non più per l’appartenenza.

Si ricorda, inoltre, che i cittadini che vogliono segnalare un qualsiasi disservizio, compresi episodi legati alla mancanza di comunicazione o a comportamenti che non rispettino in qualche misura i propri  diritti, sono sempre invitati a contattare l’Urp (Ufficio relazioni con il pubblico) autonomamente o per il tramite di associazioni od organismi deputati alla tutela dei diritti del malato: infatti i reclami, i rilievi e i suggerimenti presentati entrano in un percorso che prevede verifiche interne, una risposta chiara, rapida e precisa al cittadino e, soprattutto, l’attivazione di azioni di miglioramento nel percorso terapeutico e assistenziale.

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