Omicidio Anna Maria, più di un colpo mortale

Città di Castello, i risultati dell’autopsia saranno depositati nei prossimi giorni, ma il quadro che emerge farebbe propendere più per un omicidio

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Più di un colpo mortale, forse uno anche alle spalle. E’ quanto è trapelato dall’esame autoptico condotto sul cadavere di Anna Maria Cenciarini, la donna di 55 anni trovata morta in una pozza di sangue lunedì mattina all’interno della sua abitazione a Varesina, sulle colline vicino a Città di Castello.

L’esame L’autopsia, eseguita mercoledì dai medici legali Mauro Bacci e Laura Panata su incarico della procura del capoluogo umbro che coordina le indagini dei carabinieri, avrebbe fornito un quadro più chiaro in merito alle cause che hanno portato alla morte della donna. Un esame lungo e complesso, condotto all’ospedale Silvestrini di Perugia, a cui era presente anche il consulente Sergio Scalise Pantuso, nominato dalla difesa di Federico Bigotti, il figlio minore della donna e del marito Antonio.

I colpi L’esito dell’autopsia avrebbe rivelato come sarebbero stati più d’uno i colpi fatali inferti sul corpo di Anna Maria. I risultati dell’esame, che è durato quasi dieci ore, saranno depositati solo nei prossimi giorni. Nonostante le indagini proseguono nella massima cautela gli inquirenti, comunque, sarebbero vicini alla risoluzione. E sembrerebbe prendere sempre più corpo la pista dell’omicidio in ambito familiare, piuttosto che quella, quanto più improbabile, del suicidio.

La versione del figlio Sin da subito Federico, che al momento della morte della madre era solo in casa con lei, aveva raccontato di aver visto Anna Maria, ancora in pigiama, di prima mattina, colpirsi da sola con un coltello mentre si trovava in cucina. Non essendo riuscito a fermarla, aveva quindi riferito di essere scappato per paura in camera sua dove aveva chiamato il padre e il fratello che erano a lavoro insieme. Questa versione contrasterebbe, però, con i colpi rinvenuti sul petto e sulla gola e inferti con un coltello da cucina, quello che probabilmente è stato ritrovato accanto al cadavere. Non è escluso che un colpo sia arrivato anche alle spalle della vittima.

Varesina Le indagini, comunque, proseguono su vari fronti. Mercoledì pomeriggio i carabinieri sono tornati sul casolare della famiglia, a Varesina, posto sotto sequestro dal giorno della morte della donna. Lì hanno acquisito altri elementi e non è escluso che, nei prossimi giorni, possano tornare per esaminare l’ambiente con il luminol per cercare tracce ematiche. L’intera comunità è praticamente sconvolta per l’accaduto. Tutti, nel borgo ma anche in città, conoscevano Anna Maria e la ricordano come una donna buona, solare, disponibile. Del figlio minore, Federico, che ha poco più di vent’anni, raccontano che recentemente si vedeva poco in giro. Ma nessuno avrebbe mai immaginato una simile tragedia. Il giovane, che al momento è l’unico indagato per omicidio volontario aggravato, è ora con il padre e il fratello. Davanti ai giornalisti non ha risposto nulla, mentre il suo difensore, l’avvocato Vincenzo Bochicchio, si è limitato a dire: «aspettiamo i risultati ufficiali dell’autopsia».

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