Omicidio Moracci: parla la colf arrestata

Terni, Angela Cioce è stata interrogata dal gip Simona Tordelli: «Il pranzo con i rapinatori? Abbiamo parlato di ricette rumene»

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di F.T.

Una difesa che i suoi legali – gli avvocati Emidio Gubbiotti e Sara Giovannelli – definiscono «accorata e al tempo stesso lucida». Nell’interrogatorio di garanzia che si è tenuto martedì mattina in tribunale, Angela Cioce, la colf 48enne arrestata in seguito alla rapina dello scorso 28 aprile, sfociata nell’omicidio del 91enne Giulio Moraccci, ha replicato punto su punto alle accuse della procura.

Le conferme Di fronte al gip Simona Tordelli, Angela Cioce avrebbe confermato i rapporti di conoscenza e frequentazione con i due presunti basisti finiti in carcere, il romano Gianfranco Strippoli (60) e il ternano Claudio Lupi (44). In particolare la donna ha riferito del rapporto di amicizia che la lega da anni alla compagna del Lupi. È proprio frequentando la sua abitazione che avrebbe conosciuto, poche settimane prima del tragico fatto di via Andromeda, Gianfranco Strippoli. Una conoscenza diventata qualcosa di più con il passare dei giorni: «Ci sentivano spesso e per amicizia – ha detto al giudice – ma non lo ho mai sentito parlare di presunti progetti criminali o ‘colpi’ ai danni di chicchessia. I nostri dialoghi erano incentrati sulle cose di quotidiane, di ogni giorno, dalla famiglia ai problemi che derivano dal non avere un lavoro stabile».

Le chiavi di casa Sempre a Strippoli, la 48nne avrebbe riferito di lavorare saltuariamente, come donna delle pulizie, per la famiglia Moracci: «Non mi sono mai occupata direttamente dell’appartamento dei due anziani coniugi – ha spiegato al gip -. Il mio lavoro era limitato all’abitazione del figlio e della nuora». Sul fatto che possa essere entrata in possesso delle chiavi della palazzina, poi utilizzate da basisti e rapinatori per accedere con facilità, Angela Cioce ha detto di non averle mai avute né tanto meno consegnate a nessuno: «Ogni volta che entravo lì – ha aggiunto – erano i familiari ad aprirmi».

Il pranzo La colf ha ammesso anche di aver partecipato al ‘famigerato’ pranzo, quello che si è tenuto a casa Lupi nei minuti precedenti il ‘colpo’, insieme allo stesso Strippoli e ai tre rumeni – Elvis Katalyn Epure (20), Gheorghe Buzdugan (21) e il terzo complice, Daniel Budzugan (43), zio di Gheorghe – che hanno compiuto materialmente la rapina. Angela Cioce ha spiegato di aver conosciuto in quell’occasione i tre: «Non li avevo mai visti prima e ho dato per scontato che fossero tre persone legate in qualche modo all’edilizia e ai lavori di Lupi e Strippoli che, per quanto mi riguarda, si sono sempre dichiarati muratori, imbianchini e parquettisti». Durante il pranzo – con la colf che sarebbe giunta a casa di Lupi intorno alle 13.20 del 28 aprile – si sarebbe parlato più che altro «di ricette di cucina rumena», così ha spiegato al Gip, «anche perché l’incontro è stato veramente rapido, giusto pochi minuti».

Passaggio in auto Altro passaggio delicato dell’interrogatorio è stato quello in cui la colf ha dovuto spiegare perchè, nei minuti successivi la rapina, sia stata contattata telefonicamente da Gianfranco Strippoli e perché il pomeriggio stesso lo abbia accompagnato a Roma, insieme a Claudio Lupi alla sua compagna, per poi rientrare a Terni in serata. Circa la telefonata, Angela Cioce ha spiegato che quella era «una delle tante» che si faceva con Strippoli, ogni giorno, sin dall’inizio della frequentazione. Poi, sul viaggio verso la capitale: «Al telefono – ha riferito – Strippoli mi ha chiesto un passaggio a Roma, dove abita. Non mi sono chiesta più di tanto il perché, sapendo che lui vive lì. Abbiamo usato la mia auto che è quella messa meglio, lo abbiamo lasciato a Roma e siamo rientrati. Tutto qua».

Le richieste Alla luce dell’interrogatorio di garanzia, i legali di Angela Cioce hanno formulato alcune richieste al gip: in primis la revoca degli arresti domiciliari o, in subordine, l’applicazione di misure meno afflittive che le consentano di lavorare. «Ciò – spiegano gli avvocati Gubbiotti e Giovannelli – in ragione delle condizioni di vita oggettive della donna, madre di famiglia e deputata al sostentamento dei propri cari». L’ultima parola spetterà al gip Simona Tordelli.

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