Omicidio-suicidio, all’origine del dramma

Gli investigatori si concentrano su computer e telefoni della vittima e dell’assassino-suicida per ricostruire gli ultimi giorni prima della tragedia di venerdì

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I primi rilievi

Si cerca nelle ‘memorie’. Dei computer, dei telefoni e – per quanto doloroso possa essere – di chi ha vissuto accanto a Silvia Tabacchi, uccisa con un colpo di pistola alla testa da Francesco Marigliani, che poi ha rivolto la stessa arma contro se stesso. Potendo fine, in una drammatica manciata di secondi, alla sua vita e a quella di chi non voleva più esserne parte.

La Mègane di Silvia Tabacchi

Le indagini L’omicidio-suicidio di venerdì pomeriggio, lungo la strada fra Vasanello e Orte, in provincia di Viterbo, nella dinamica finale sembra essere chiaro – si attende solo l’esame autoptico, che dovrebbe essere svolto lunedì – ma gli investigatori dei carabinieri del Reparto Operativo di Viterbo stanno tentando di ricostruire la tragedia dalle origini e per questo hanno ottenuto dal pm Chiara Capezzuto il via libera per il sequestro dei device dell’assassino e della vittima, che ora sono passati al setaccio elettronico.

La scena della tragedia

I fatti Secondo la ricostruzione dell’Arma, Francesco Marigliani è partito da Amelia venerdì pomeriggio in sella alla sua Kawasaki con la pistola – una Glock calibro 9 acquistata il giorno prima e per la quale era riuscito ad ottenere, mercoledì, un porto d’armi per uso sportivo – una lettera-testamento (nella quale ci sarebbe un goffo tentativo di far passare quello che aveva già in mente come una scelta condivisa con la vittima) e nella testa l’intenzione di distruggere la vita di Silvia e poi la sua. 

I dramma Dopo essere salito a bordo della Mègane di Silvia, dal lato del passeggero, il 28enne di Amelia – forse durante l’ultima discussione in cui ha capito che per lui non c’era davvero alcuna speranza di tornare insieme alla giovane – ha estratto la pistola e ha fatto fuoco contro l’ex fidanzata: un colpo, unico e fatale, che l’ha raggiunta alla testa. A quel punto Francesco Marigliani si è sparato all’addome e poi, subito dopo, alla testa. Anche per lui non c’è stato scampo.

 

 

 

 
 
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