Omphalos vs Smacchi: «Atto ‘salva omofobi’»

Il consigliere del Pd ha presentato un emendamento alla legge contro la transfobia, ma l’associazione non ci sta: «Ha il chiaro intento di svuotare la legge regionale»

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Martedì è quasi arrivato; a quattro giorni dalla discussione in aula sulla legge contro l’omotransfobia il consigliere Pd Andrea Smacchi ha presentato un emendamento con cui vuole «ribadire l’alto principio costituzionale della libertà di manifestare il proprio pensiero e di attuare attività conformi ai valori di organizzazioni giuridicamente legittime». Ma l’Omphalos non ci sta e risponde: «Martedì alle 11 saremo di nuovo davanti a Palazzo Cesaroni per chiedere l’approvazione della legge e il respingimento chiaro e secco di quell’emendamento vergogna, che sta mettendo a rischio il lavoro di 10 anni».

L’emendamento «Il mio emendamento – sottolinea Smacchi – mira a ribadire l’alto principio costituzionale della libertà di manifestare il proprio pensiero e all’articolo 1 (1 ter), cioè  quello che definisce principi e finalità della legge, stabilisce che: “non costituiscono discriminazione, violenza, istigazione alla discriminazione o istigazione alla violenza, il manifestare liberamente il proprio pensiero, le proprie opinioni o i propri convincimenti riconducibili al pluralismo di idee, né attuare condotte conformi al diritto vigente o ai principi e valori di organizzazioni riconosciute dall’ordinamento giuridico, che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione, di religione o di culto”».

‘Salva omofobi’ La risposta dell’Omphalos a quello che definiscono ’emendamento salva omofobi’ non ha tardato ad arrivare. «Il consigliere Andrea Smacchi del Partito Democratico – dicono dall’associazione – presenterà un emendamento con il chiaro intento di svuotare la legge regionale contro l’omofobia e la transfobia prevista in aula martedì 28 per il voto finale. L’emendamento ‘salva omofobi’ ricalca esattamente quello che nel 2013 ha affossato la legge nazionale contro l’omofobia in discussione in parlamento, rendendola inutile e pericolosa e bloccandone definitivamente l’iter».

Legge inutile «La scelta di presentare questo emendamento è folle e irresponsabile – commenta Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos – con questa modifica non solo si rende la legge completamente inutile ma il testo diventa profondamente pericoloso. L’emendamento ‘salva omofobi’ di Smacchi crea una sorta di salvacondotto per gli omofobi di turno perché mira a legittimare di fatto le discriminazioni in molti ambiti, creando eccezioni ad hoc tutelate addirittura dalla legge. Con questa assurda proposta, nella nostra regione, gli ospedali, le scuole, i luoghi di culto e le associazioni potranno essere zone franche per il pensiero discriminatorio. Siamo increduli anche per le modalità con cui l’emendamento è stato presentato. Ci sono state commissioni, riunioni di gruppo e riunioni di maggioranza nelle quali il consigliere Smacchi non è mai intervenuto con nessuna proposta o richiesta di modifica. Uscire adesso, a pochi giorni dal voto, è un chiaro tentativo di mettere in difficoltà la sua stessa maggioranza per ricavarne una misera visibilità e il favore del mondo dell’estremismo religioso».

L’appello di Omphalos «Ancora più forte di prima chiediamo a tutte le forze che hanno veramente a cuore la lotta contro le discriminazioni e le violenze, affinché questi folli tentativi di affossare la legge siano isolati con forza, anche se arrivano dall’interno. Per quanto ci riguarda vogliamo essere chiari sin da subito, se questo emendamento dovesse essere approvato, per noi non esisterebbe più nessuna legge contro l’omofobia e la transfobia e chiederemo immediatamente ai proponenti di ritirarla o all’aula di bocciarla».

‘Fuoco amico’ «Pensavamo di aver già visto tutto e di aver toccato il fondo con il pasticcio burocratico della settimana scorsa – conclude Lorenzo Ermenegildi, segretario di Omphalos – non pensavamo che il fuoco amico arrivasse a colpire così meschinamente. Martedì 28 marzo alle 11 saremo di nuovo davanti a Palazzo Cesaroni per chiedere l’approvazione della legge e il respingimento chiaro e secco di quell’emendamento vergogna, che sta mettendo a rischio il lavoro di 10 anni».

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