Ospedale di Terni: «Classismo 2.0»

L’esperienza del consigliere comunale Thomas de Luca (M5S): «Letti in corridoio, bagni non adatti ai disabili e mancano anche i cuscini»

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Thomas De Luca

di Thomas De Luca
Capogruppo M5S Terni

Una tenda contro gli inceneritori, in un Consiglio regionale occupato, ha violato per sempre la sacralità dei luoghi delle Istituzioni tanto da far intervenire i vertici territoriali dello Stato per ordinarne la rimozione.

In alcun modo però tocca la sensibilità dei signori della sanità umbra vedere decine di barelle nelle corsie dei reparti del Santa Maria di Terni che ormai in maniera permanente occupano i corridoi. Per questa vergogna non arriverà mai una telefonata ad ordinare lo sgombero e la conseguente immediata sistemazione degna di un paese occidentale.

In molti dicono solo chi ci è passato può saperlo: vero. Nessuna privacy e riservatezza per il malato che spesso proprio a causa del suo stato di vulnerabilità ha necessità, bisogni personali e medici che preferirebbe non condividere con il resto del mondo.

In particolar modo persone anziane e con gravi difficoltà di deambulazione se non del tutto non autosufficienti. Il bagno è quello delle persone con disabilità in corsia.

Per questo spesso ci si ritrova, quando lo stato di urgenza non lo richiede, di fronte ad una domanda: mi ricovero sapendo che andrò a finire in corsia oppure aspetto e mi “trattengo” fino alla disponibilità di un letto?

Due unità lavorative a presidiare un intero reparto, dai casi più eterogenei, costretti a correre da un angolo all’altro del reparto a fronte di costanti solleciti. Personale medico ed infermieristico eroico che fa ben più del proprio dovere con grande umanità.

Per i letti in corsia non ci sono nemmeno materassi e cuscini. Diverse ore per reperire un materasso e grande imbarazzo di fronte alla richiesta di un cuscino: “mi dispiace purtroppo non ne abbiamo più posso darle solo delle lenzuola da appallottolare e sistemare sotto la testa”.

Com’è possibile che a fronte di un appalto global service dal costo di diverse decine di milioni, in cui è compresa anche la fornitura della biancheria, l’ospedale si trovi a corto di cuscini?

Quello di cui siamo certi è che di fronte a questa vergogna le istituzioni non si indigneranno come per la tenda. Un classismo 2.0 tra chi può permettersi la dignità e chi non può, tra nord e sud, tra poveri e ricchi, tra tutelati e non tutelati.

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