Ospedale di Terni: «Criticità croniche»

di Giorgio Lucci,  Nicola Ambrosino e Mauro Candelori
di Cgil Cisl e Uil

Magari fosse solo per l’influenza! Nei giorni scorsi i quotidiani locali hanno parlato delle difficoltà dell’Ospedale di Terni nel garantire ai cittadini che si presentano al Pronto Soccorso,un ricovero rapido e dignitoso.

In questa criticità cronica ci sembra giusto dare voce anche ai lavoratori che si trovano esposti a molteplici pressioni e pagano quotidianamente anche loro il prezzo per le conseguenze di annunciate e mai realizzate riorganizzazioni. Medici, infermieri, Oss. sono, per i cittadini utenti, il volto dell’Azienda a cui, spesso sono esternate in modi non sempre pacifici, rabbia e delusione.

Contemporaneamente, Medici, infermieri, Oss., sono i destinatari dei sacrifici che l’Azienda quotidianamente chiede loro (doppi turni, mancati riposi, straordinari ), senza gratificazioni e con la continua e pesante sensazione di essere abbandonati a se stessi nelle giornaliere vicende lavorative..

Poiché è l’unica struttura sanitaria di pronto intervento nel territorio, al Pronto Soccorso accedono circa un 50% ed oltre di utenti (codici bianchi e verdi) che invece dovrebbero essere assistiti da strutture territoriali e medici di famiglia, riservando gli accessi esclusivamente a quei cittadini che necessitano di cure importanti e tempestive.

Questa molteplice ed eterogenea presenza affolla per ore i locali del PS in attesa di un ricovero che, sovente,si realizza nel tardo pomeriggio quando nei reparti si liberano dei posti letto. Questo ingorgo diventa più acuto nei giorni festivi, dove al PS , la presenza dei medici scende da 3 a 2, causa l’esiguo organico, mentre gli accessi rimangono costanti.

E’ sempre più necessaria una profonda ristrutturazione del Pronto Soccorso adeguandolo alle esigenze attuali, ricercando spazi che consentano una dignitosa accoglienza e utilizzando una adeguata dotazione di personale.

Il notevole afflusso al PS, inevitabilmente, si riverbera nelle degenze dove è diventata una costante la presenza dei letti nei corridoi, negando al malato privacy e tranquillità costringendo il personale Medico, Infermieristico e di Supporto ( O.S.S. ) a lavorare in una situazione di disagio e confusione.

Occorre, da un lato, rivedere il modo di lavorare di degenze e servizi per limitare al minor tempo possibile la lunghezza del ricovero permettendo un più rapido turn over e dall’altro avere una disponibilità maggiore di posti letto per le patologie di minore intensità di cure, magari anche in altro polo ospedaliero che può essere l’Ospedale di Narni.

Crediamo altresì che le necessarie riorganizzazioni non possono prescindere dall’indispensabile adeguamento delle Dotazioni Organiche del Personale, ferme al 2004, e non sono più adatte a garantire standard assistenziali per un Ospedale di alta complessità e specializzazione.

I reparti di alta complessità assistenziale come le terapie intensive cardiologiche, dove vengono effettuati trattamenti di supporto vitale per contrastare patologie polmonari o cardiache in occasione di interventi a cuore aperto necessitano di personale adeguato al numero di pazienti, preventivamente formato e specializzato. Analoga situazione si presenta nell’ Emodialisi, in Rianimazione, nei Reparti di Terapie Oncologiche e in quasi tutte le degenze dove i malati necessitano di una assistenza e vigilanza costante onde evitare incidenti che possono causare danni irreparabili.

Come Organizzazioni Sindacali, nell’ interesse dei Cittadini e dei Lavoratori chiediamo:

alla Direzione Aziendale uno sforzo straordinario nell’individuare di concerto con Le Scriventi il reale fabbisogno di personale in termini di Medici, Infermieri, O.S.S. Tecnici, Fisioterapisti, e personale Amm.vo

Alla Politica a partire da quella locale nella persona del Sindaco e all’Assessore Regionale alla Sanità un impegno affinché si realizzi la tanto annunciata e mai realizzata integrazione con il territorio (USL UMBRIA2 ) che si faccia carico attraverso anche gli ospedali di Narni e Amelia di quei malati che pur avendo bisogno di assistenza non necessitano di cure immediate, intensive e specialistiche che la situazione attuale può rendere più difficili da erogare poiché si è sommersi da un lavoro routinario.

 

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