Ospedale di Terni, donazione da record

Mauro Tosi, a 68 anni, giovedì ha effettuato la 160esima donazione di sangue e raggiunto i 50 anni di iscrizione all’Avis

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di Francesca Torricelli

«Non c’è niente di straordinario in quello che ho fatto. Non è un traguardo, ma solo un passo in più». Per Mauro Tosi, ternano di 68 anni, giovedì è stata una giornata speciale, da festeggiare e da ricordare. Ma non solo per lui.

Mauro Tosi

Doppio record «Oggi è un giorno molto importante per noi dell’Avis comunale di Terni – ha sottolineato il presidente Patrizio Fratini – il ‘nostro’ grande Mauro Tosi ha raggiunto due record molto lusinghieri: 50 anni di iscrizione all’Avis e la 160esima donazione. Questo dimostra che non bisogna essere dei supereroi per fare delle cose eccezionali, basta essere delle persone normali che perseguono l’obbiettivo con costanza e dedizione. Tosi, dal 18 gennaio 1968 ad oggi, ha fatto 3,2 donazioni l’anno».

MAURO TOSI: «SOLO IL MIO DOVERE» – IL VIDEO

«Nulla di straordinario» Tosi, però, è subito intervenuto: «Vorrei precisare che questo per me non è un traguardo, perché quando uno lo raggiunge poi si ferma. Io, invece, continuerò. Questo è soltanto un passo, finché il Signore mi darà la salute e le leggi me lo permetteranno, io intendo continuare. Ai giovani vorrei lanciare un appello: non abbiate paura di donare, perché fa bene anche fisicamente, permettendo un ricambio continuo di sangue. Basterebbero 2 donazioni l’anno, per ogni donatore, a risolvere i problemi della raccolta di sangue. Non c’è niente di straordinario in quello che ho fatto».

OSPEDALE E AVIS: «CERCHIAMO DONATORI» – IL VIDEO

Donazioni diminuite Fratini ha ricordato, però, che «purtroppo non tutti i nostri donatori sono come Mauro Tosi, anzi, in questi ultimi 2 anni hanno diminuito il numero di donazioni pro capite. Questo sta creando dei serissimi problemi a tutta la sanità, anche all’ospedale di Terni, che ricordo essere ai primi posti in Italia nell’alta chirurgia. Un ospedale d’eccellenza che spesso è costretto a rallentare l’operatività, a cercare sangue da altre regioni, perché i donatori non riescono a fare donazioni sufficienti per garantirne l’operatività. E’ veramente un grande peccato. Donare è una pratica che salva la vita degli altri, ma anche la propria».

Molteplici motivi Anche il direttore del servizio Immunoematologia dell’ospedale di Terni, Augusto Scaccetti, ha evidenziato come «la carenza di donazioni ad oggi è un fatto reale, perché abbiamo perso circa 4 mila sacche in due anni, più di 2 mila nel 2016 e 1.800 nel 2017, a livello regionale. Nella nostra provincia abbiamo riscontrato una riduzione del 4, 7% nel 2016 e rispetto a quella c’è stato un altro 2,2% nel 2017. I motivi sono molteplici e dipendono da una serie di limitazioni emerse con la modifica della legge nel 2016, ma anche dal fatto che la maggior parte dei nostri donatori sono anziani, e non vengono sostituti dai giovani. Noi facciamo tutto il possibile, ma il problema purtroppo persiste».

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