Palasport, c’è efficacia dell’aggiudicazione

Il rup Giorgini e il dirigente Manciucca firmano il documento decisivo. Creata una società di progetto da 510 mila euro di capitale sociale

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di S.F.

C’è la firma digitale del Responsabile unico del procedimento, Piero Giorgini, e del dirigente ai lavori pubblici Mauro Manciucca. L’iter di gara per la realizzazione del nuovo palasport di Terni è concluso: il documento che accerta l’efficacia dell’aggiudicazione alla Salc S.p.A. di Simon Pietro Salini è stato completato giovedì mattina a palazzo Spada. Creata la società di progetto – previsto nel bando di gara – che si occuperà della costruzione.

LA FIRMA DELLA SALC AD AGOSTO

L’interno prospettato

Il passaggio conclusivo

Lo step risolutivo arriva ad oltre due anni e mezzo di distanza dall’approvazione del progetto di fattibilità, con bando pubblicato il 24 febbraio 2017 e aggiudicazione provvisoria risalente allo scorso 9 agosto. Da allora sono state svolte le ultime verifiche sui requisiti e soprattutto da Milano è arrivata una comunicazione fondamentale: la creazione di una società di progetto per la realizzazione della struttura. L’atto costitutivo della PalaTerni s.r.l. C’è stato lo scorso giovedì e quindi il Comune può procedere.

PALASPORT, LITE SUL FORO BOARIO CON I COMMERCIANTI

L’area

La società

L’aggiudicazione è dunque efficace. L’amministratore unico della neonata PalaTerni – durata fino al 31 dicembre 2060 – è Simon Pietro Salini – sede legale a Milano in via Forlanini, la stessa della Salc insomma – e il capitale sociale è di 510 mila euro: «Ha per oggetto – si legge nell’articolo 4 dello statuto – la progettazione, la costruzione e la gestione del palasport polifunzionale di Terni opere correlate e connesse, ai sensi dell’articolo 164 e seguenti del decreto legislativo 18/04/2016 n°50. In particolare, ha ad oggetto la progettazione definitiva, esecutiva e realizzazione delle opere, correlate, connesse e delle urbanizzazioni, della gestione funzionale ed economica delle opere, dello sfruttamento economico delle opere Connesse, con esclusione dalla gestione delle urbanizzazioni». Per quel che concerne il capitale sociale potrà essere aumentato nel corso del tempo. Sullo sfondo – chiesta la convocazione in III° commissione consiliare – resta la diatriba da risolvere con i gestori del mercato ortofrutticolo: il ‘diktat’ di sgomberare entro il 2019 resta.

Filipponi, Orsini e De Angelis

Contesa politica

Lunedì mattina prevista una conferenza sul tema e i consiglieri del Pd passano all’attacco: «Nella foga della campagna elettorale – le parole di Francesco Filipponi, Valdimiro Orsini e Tiziana De Angelis – e nel suo ego voluminoso l’assessore Enrico Melasecche si è intestato anche il palazzetto dello sport, un’opera che quando era oppositore in consiglio comunale aveva avversato e che anche una volta divenuto assessore lo ha visto protagonista di un braccio di ferro con l’allora suo collega Fabrizio Dominici. Il palazzetto dello sport è un’opera fortemente voluta dalla precedente amministrazione, con un percorso avviato e ideato dall’allora assessore ai lavori pubblici che con tenacia ha portato avanti un progetto che non ha costi per il Comune ma che ha grandissimi benefici per la città, in quanto dota Terni di una struttura polifunzionale di primissimo livello e che porterà all’intera riqualificazione dell’area del Campo Boario. Una zona – altra intuizione e programmazione della passata amministrazione – che svolgerà una funzione attrattiva importantissima, a ridosso del raccordo autostradale, ma vista la sua vicinanza con il centro cittadino, anche un ruolo di supporto per la zona centrale di Terni. Troviamo irrispettoso delle dinamiche del confronto elettorale e delle sue regole che il palazzetto diventi una preinaugurazione utilizzando la sala del consiglio comunale e palazzo Spada che non è la sede di partito di questa o quella forza politica, ma la sede delle istituzioni cittadine. D’altronde l’assessore non ha alcuna remora arrivando persino ad utilizzare vicende che sono ancora ferite aperte per la città di Terni e che solo l’opportuno intervento della prefettura ha impedito che diventassero occasione di inaugurazione in campagna elettorale. L’assessore, nonché candidato alle regionali, è da tempo preda di una bulimia elettorale che lo porta ad annunci frettolosi, come quelli per la fontana di piazza Tacito, o per il Verdi con un’ipotesi progettuale che è stata spacciata per la definizione di una vicenda che è ancora lontano da concludersi, o come l’annosa vicenda di piazza del Mercato, ancora in attesa della sentenza del Consiglio di Stato e di un accordo con la società Superconti ma già data per risolta. D’altronde le sue capriole sono note alla città, ad iniziare dal taglio degli alberi pericolanti – uno scempio quando lui era a fare opposizione, divenuto ora una misura di sicurezza indispensabile. Per non parlare del riuscito cavalcavia di Cospea che ha visto Melasecche fare fiamme e fuoco negli anni scorsi per poi arrivare addirittura ad inaugurare l’opera».

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