Paparelli: «Pioggia di milioni per Terni»

Il vice presidente della Regione rivendica l’impegno in favore del territorio («tante risorse ma migliorare le infrastrutture») e giudica la campagna elettorale in corso

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Elezioni amministrative, riequilibrio territoriale, investimenti, Pd: con il vice presidente della Regione Umbria, Fabio Paparelli, abbiamo toccato alcuni dei temi di attualità per Terni e il suo territorio. Partendo, appunto, dal voto del prossimo 10 giugno.

Paparelli, che campagna elettorale è stata, a suo giudizio, finora?

«Piuttosto strana. Ciò che manca è il confronto politico sulla visione di città, su come ciascun candidato sindaco immagini il futuro di Terni. In questi anni la Regione ha dato un contributo fattivo, da questo punto di vista, che possiamo ritrovare nel programma del Pd e del candidato del centrosinistra Paolo Angeletti. Una ‘Terni innovativa e sostenibile’ che, nonostante il default – peraltro modesto nell’ammontare e tutto da scrivere per come si è determinato – lascia un’eredità piena di risorse e opportunità a chiunque vincerà».

Eppure il clima che si respira a Terni, attorno alla Regione e al netto degli aspetti elettorali e ‘di parte’, non sembra così favorevole. La sensazione diffusa è che anche le presunte ‘disparità di trattamento’ con Perugia abbiano contributo alla crisi cittadina.

«Dalla Regione in questi anni sono arrivate solo opportunità e risorse. Le dò una cifra su tutte: 100 milioni di fondi comunitari negli ultimi dieci anni e 40 milioni per la riqualificazione del tessuto produttivo della città, sono fatti inconfutabili di cui ha beneficiato solo Terni. Dal punto di vista delle risorse messe a disposizione credo che questa impressione sia smentita dai dati oggettivi. Certo si può fare più e meglio, specie sul piano delle infrastrutture, e qualcosa si sta muovendo nel senso che auspichiamo, ma la città moderna, innovativa e sostenibile che abbiamo immaginato, e finanziato, non è così lontana. Area di crisi industriale complessa a parte, che porterà lavoro ed opportunità, la Regione ha messo sul piatto 10 milioni di euro per ‘Agenda urbana’ che consentiranno di disegnare la città moderna. Per fare qualche esempio concreto, le risorse permetteranno di installare 4 mila pali della pubblica illuminazione ‘intelligenti’. In questo programma rientra anche il tema della mobilità e la possibilità, attraverso il sistema di ‘smart parking’, di ottimizzare i propri spostamenti in base alla disponibilità di posti auto nel parcheggio più vicino. La digitalizzazione dei servizi relativi alla cultura e al turismo e dei servizi amministrativi al cittadino, farà da supporto alla smart city. Il ‘piano periferie’, frutto di sinergie locali e nazionali, è un ulteriore tassello di rigenerazione urbana sulla zona est di Terni, così come progetti come il ‘living lab’ che sorgerà in alcuni teatri di posa dell’attuale Cmm, rappresenta un fattore importante per creare cultura d’impresa tra i giovani e fungere da acceleratore di start up incentrate su ambiente e digitale, con circa 1,6 milioni di euro di risorse regionali messe a disposizione. Sui temi della Terni sostenibile, altri assi strategici sono rappresentati dalla realizzazione della ‘bretella’ di San Carlo che può contare su fondi regionali già disponibili – 2,5 milioni – e dal collegamento della piastra logistica con il sistema ferroviario nazionale, per un investimento di 9,5 milioni che alleggerirà ulteriormente il traffico pesante. Altra opera infrastrutturale fondamentale e in corso di realizzazione su Terni da parte di ‘Open Fiber’, con fondi propri e regionali, è l’installazione della fibra ottica, fondamentale per la riqualificazione del tessuto produttivo e per una Terni al passo con la modernità».

E allora, se come dice lei non è un problema di risorse, perchè l’impressione di cui sopra appare largamente maggioritaria?

«Credo che la questione sia la definizione di un nuovo ruolo territoriale per Terni, dopo l’abolizione delle province come le abbiamo conosciute e la giusta rivendicazione di una posizione più baricentrica nel contesto regionale. Che non sia un fatto di risorse mi pare evidente. Se pensiamo alla legge speciale sul decoro urbano, legge speciale a mia firma che destìna alla città risorse ingenti dai canoni idrici, ai patti per la sicurezza, ai grandi eventi come il ritorno di Umbria Jazz, ai fondi per il teatro Verdi e per gli attrattori culturali – circa 5,2 milioni complessivi -, a quelli destinati ai lavori nelle scuole che devono essere in gran parte eseguiti (2 milioni e 900 mila euro per la primaria ‘Matteotti’, 3 milioni per l’istituto ‘Oberdan’ con il programma ‘scuole innovative’, 550 mila euro per il ‘Donatelli’, 242 mila per il ‘Galilei’, 465 mila per il ‘Metelli’, 275 mila per il liceo classico ‘Tacito’, 710 mila euro per l’Itt ‘Allievi-Sangallo’), allora direi che si può ragionare di tutto, fuorchè dell’impegno della Regione».

Prima accennava al ruolo di Terni nel contesto regionale. Ma l’orizzonte umbro è l’unico per questa città?

«No, i collegamenti economici, turistici e culturali con Roma e le realtà limitrofe sono cruciali. Terni può e deve essere la porta dell’Umbria sulla capitale. Non è un caso che la presidente Marini abbia avviato un dialogo con Rfi per avere due ‘Freccia Bianca’ che colleghino Spoleto e Terni con Roma, in orari compatibili con le esigenze dei pendolari (l’ipotesi è che transitino da Terni alle 7 del mattino e poco prima delle 19, ndR) e con la possibilità di fare azioni di marketing sul versante edilizio e imprenditoriale. Credo che tutto ciò possa andare in porto e solo la Regione può riuscirci. Si tratta di un fronte che rappresenta una grande opportunità. Sul discorso riequilibrio, però, vorrei sgomberare il campo anche da ragionamenti strumentali che ho sentito in questi giorni: negli ultimi 10 anni il 17% dei fondi strutturali Fesr e Fse è stato dirottato su Terni che conta il 12% della popolazione regionale».

Tornando alle elezioni amministrative, che impressione ha dei candidati in lizza?

«Se da un lato colpisce l’assenza di una visione di città, dall’altro emerge l’arroganza di chi si sente già sicuro di vincere al primo turno o di andare comunque al ballottaggio, senza spiegare quale Terni vuole costruire e con quali strumenti. Latini, inutile girarci intorno, è un candidato di destra, non solo per i rapporti con Casapound ma per la cultura intrinseca nella sua storia personale e politica. La cultura democratica impone che a decidere siano gli elettori, al di là dei proclami vuoti. Su De Luca posso dire che buona parte delle ‘ricette’ del M5s sono state già attuate dal centrosinistra in questi anni o comunque non rappresentano alcuna novità concreta. Non vedo soluzioni diverse rispetto all’esigenza – perchè bisogna essere pragmatici – di trovare il giusto equilibrio fra ambiente, salute e la presenza in città della manifattura, senza la quale non c’è lavoro».

Infine due parole sul Pd e il centrosinistra che, a Terni e non solo, si sono semplicemente frantumati.

«Una volta si era rivoluzionari da giovani e conservatori in età avanzata. Nascere ‘rottamatori’ e solo dopo qualche tempo scoprirsi portatori di una sinistra che in parte ha contributo ai successi ed alle sconfitte della città, alimentando divisioni e non visioni, non mi pare una gran cosa, ma ai giovani è concesso sbagliare purchè ad alimentare il proprio agire sia il bene della polis. Forse Terni, su un piano diverso, ha bisogno di una nuova classe dirigente visionaria dove ciascuno torni ad assumere il proprio ruolo ma contribuisca collettivamente a disegnare il futuro. Vedo invasioni di campo che non fanno bene alla politica nè ad altri soggetti sociali. In questo contesto un partito riformista rinnovato e per certi versi rifondato è ancora indispensabile, anzi fondamentale. Occorre entusiamo, la politica con la P maiuscola richiede sacrificio e lavoro, chi non crede più in un progetto Democratico, non è utile nè al partito a cui si sta lavorando nè alla città. Risorse giovani e valide ce ne sono tante, a loro consiglio autonomia di azione e pensiero ma forse vanno solo responsabilizzate e lasciate lavorare».

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