Parità di genere, polemica a Terni

Botta e risposta fra la consigliera di parità della Provincia di Terni Teresa Di Lernia e l’assessore del Comune Valeria Alessandrini sul progetto ‘Bambole azzurre e soldatini rosa’

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È bastato un titolo ‘Bambole azzurre e soldatini rosa’, scelto dal forum ‘Donne di Amelia’ per un progetto di educazione emotiva e alla parità tra donne e uomini nella scuola primaria Mameli di Fornole, per scatenare una polemica a distanza tra la consigliera di parità della Provincia di Terni Maria Teresa Di Lernia – che ha sostenuto e finanziato il progetto stesso – e l’assessore alla scuola del Comune Valeria Alessandrini, che sul suo profilo Facebook ha scritto: «Rispetto per tutti, ma giù le mani dai bambini. Nelle scuole di Terni non entrerà mai un progetto del genere. Come assessore della Lega esprimo fin da subito il mio disappunto. La scuola non può e non deve sostituirsi alla famiglia».

Botta e risposta

Non si è fatta attendere la replica della consigliera Di Lernia, che venerdì mattina ha convocato appositamente una conferenza stampa in Provincia. «Evidentemente è bastato un titolo per scatenare un putiferio ingiustificato – ha detto – su un progetto che non è innovativo, ma solo di buon senso. Quella di Valeria Alessandrini è stata un’ingerenza politica sgarbata in un altro territorio. Vorrei sottolineare che in contemporanea a Terni si svolge un corso rivolto agli educatori di nidi e ai docenti della scuola dell’infanzia del Comune su tematiche molto simili». Il progetto, secondo i promotori, «è finalizzato a stimolare, attraverso la lettura di fiabe e attività laboratoriali, la riflessione delle bambine e dei bambini sulla parità tra uomini e donne nella vita sociale, economica e politica, per contrastare gli stereotipi di genere».

La nota della Alessandrini

Valeria Alessandrini

L’assessore dal canto suo ha ribadito che «la lotta alle discriminazioni e alla violenza sulle  donne è anche una mia battaglia. Nel progetto che sto avviando a Terni in collaborazione con prefetto e questore, tale questione, insieme a quelle relative al contrasto alla droga o al bullismo, è ben affrontata. Trovo, tuttavia, fuorviante sia il titolo dell’iniziativa ‘bambole azzurre e soldatini rosa’, sia alcuni passaggi contenuti all’interno del progetto dove, ad esempio, si fa specifico riferimento a tematiche, cito testualmente ‘legate alla personalità, stimolando la riflessione su sé stessi, sulle proprie aspirazioni, su come siamo e come vorremmo essere’ e riflessioni ‘sulla propria identità di genere’. Esistono dei passaggi di tale progetto, insomma, che non mi convincono  del tutto soprattutto in relazione all’effettiva efficacia delle  metodologie utilizzate per far passare un messaggio universale e condiviso: quello della lotta alla discriminazione. Come leghista, come mamma e come insegnante, sono assolutamente contraria all’inserimento delle teorie gender nelle scuole, ribadendo il  ruolo primario e imprescindibile della famiglia nell’educazione dei  figli come riconosciuto dalla Costituzione italiana».

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