Pd Terni, Sbarzella: «Posare le armi»

A Sergio Sbarzella, membro della direzione umbra e di quella Unione comunale, risponde subito Sandro Corsi, membro della direzione comunale del partito

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di Sergio Sbarzella 
Membro della direzione Pd Umbria e della direzione Pd Unione comunale Terni

Nei commenti di alcuni esponenti, tra i quali si è particolarmente distinto Sandro Corsi, stretto collaboratore dei vertici del Partito Democratico di Terni, resi agli organi di informazione in risposta alla dichiarazione del senatore Gianluca Rossi, appare tristemente chiara la speciosità di argomenti tesi a rimuovere ogni riferimento al drammatico contesto politico che ha riguardato le vicende politiche pre e post elettorali, nel Paese e, con specificità non banali, a Terni.

Non solo. Tesi a rimuovere il forte significato politico dell’atto compiuto dal senatore, un drammatico allarme e un energico richiamo affinché si ponga fine al riproporsi, persino in queste ore, di pratiche e modi dello stare insieme in un partito, caratterizzati a Terni da arroganza e da decisionismo consumato fuori dalle sedi di partecipazione democratica (la vicenda delle candidature per le politiche ne è stata la più grottesca testimonianza), e, infine, dal rifiuto sistematico della partecipazione democratica alle scelte che contano, e di consentire una discussione sulle conseguenze delle scelte prese, tanto quanto più dimostratesi sbagliate e quindi controproducenti e fallimentari rispetto a quel che sarebbe dovuto essere l’obiettivo, ovvero quello di attenuare i contorni di una sconfitta annunciata, la più pesante subita dalla nascita del Pd ad oggi , rispetto a tutte le precedenti tornate elettorali, a Terni come in tutta Italia.

Appaiono pertanto inaccettabili e fuori tempo attacchi da vera macchina del fango alla dignità della persona; essi fanno solo il paio con i tentativi di negare la disfatta di Terni, spacciando l’esito elettorale come una sostanziale ‘tenuta’. Appare curioso che la presidente Marini, nel farsi autrice di questa stravagante tesi, arrivi a prefigurare, nella imminenza delle elezioni amministrative, il ruolo del Pd ternano come semplice lista aggregata a una ipoteca lista civica capeggiata da un super candidato sindaco. La contraddizione tra le due asserzioni è enorme, mostra solo un punto di coerenza: da un la volontà di sottrarsi alla fatica di una comune ricerca delle ragioni della sconfitta a Terni e in Umbria, che riguarda e non poco anche la Regione, dall’altro continuare a editare una narrazione che ripropone un ruolo sempre più subalterno di Terni e della sua classe dirigente. Un vero viatico per nuove sconfitte.

Il risultato ternano ci pone ormai del tutto in linea con i nuovi equilibri tra forze politiche che contraddistinguono il panorama nazionale. Si è aperta una fase drammaticamente nuova con all’ordine del giorno il rischio tremendo della progressiva residualità del Pd, ovvero l’avvio di una svolta radicale in grado di rianimare il Pd, quale forza plurale e inclusiva, e quindi l’intero centro sinistra.

Si è dimesso il segretario nazionale e il segretario regionale dell’Umbria, appare ovunque come ineludibile una fase di riapertura del dibattito interno e con l’esterno, che presuppone nuovi profili di responsabilità collettiva e di gruppo dirigente, inequivoca discontinuità, ricostruzione di un difficile quanto urgente percorso di ricostruzione e rigenerazione del Pd e di un campo largo di forze e di singole persone e di un nuovo centrosinistra, credibili quanto più attenti e vocati all’ascolto e al recupero della fiducia dei cittadini innanzitutto nella politica. Se si abbattono gli steccati e si abbandonano le armi della cattiva politica, il Pd potrà di nuovo essere il motore politico della rinascita di Terni protagonista del suo destino.

Risposte, repliche e controrepliche continuano inesorabilmente. Alle parole di Sbarzella, infatti, non tarda ad arrivare la risposta da parte di Sandro Corsi.

di Sandro Corsi
membro della direzione comunale del partito

Di fronte alle perentorie affermazioni di Sbarzella non resta che, umilmente, ammettere: è vero sono un convinto sostenitore del nuovo gruppo dirigente del Pd di Terni. Nella mia storia politica ho votato sia Sbarzella che Rossi e non mi pento ed ho avuto anche duri confronti con veri dirigenti nazionali e regionali ma nessuno si è mai piccato di lesa maestà. Le ‘armi’ da abbandonare per tutti sono quelle dell’insulto denigrante non quella della veritiera ed anche aspra dialettica politica.

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