Pendolari in Umbria: «Sogni e realtà»

Gianluigi Giusti: «Ci dicono che si aprirà un nuovo capitolo per l’Umbria, ma alcuni particolari sembrano non essere tenuti nel debito conto». Ecco quali

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Gianluigi Giusti

di Gianluigi Giusti
Coordinamento Comitati Pendolari Umbri (Comitato Pendolari RomaFirenze, Comitato Pendolari Terni, Comitato Viaggiatori Bacino Gubbio Urbino, Comitato Pendolari exFCU Alto Tevere, Comitato Pendolari Teverina)

Abbiamo appreso dai giornali che a breve inizierà trionfalmente il “new deal” del trasporto ferroviario nella nostra Regione. “Habemus Freccia Rossa!!”, potremmo dire o magari, utilizzando un nomignolo che già circola, il “Freccia Rossana”, in memoria delle ben più famose e gustose caramelle.

Ci dicono, con non poca enfasi, che si aprirà un nuovo capitolo per l’Umbria, perché finalmente si aprirebbero i collegamenti con il nord del paese, un po’ come i pionieri americani che seguivano le strade ferrate per la conquista del selvaggio west.

Forse a causa della forte emozione, alcuni particolari sembrano non essere tenuti nel debito conto.

La coppia di treni ad alta velocità è a mercato.

La circostanza non è di poco conto, perché, nella assai probabile ipotesi, visto l’orario antelucano di partenza e quello oltremodo tardo di arrivo nel capoluogo, di mancanza di un numero adeguato di viaggiatori in partenza da/in arrivo a Perugia i costi ulteriori per il sostentamento economico delle corse rimarrebbero a carico della Regione Umbria.

Ad oggi sembra che la Toscana non abbia stanziato alcun finanziamento anche se il medesimo treno in partenza ad Arezzo alle 06:04 non avrebbe una grossa affluenza iniziale, a Firenze salga un numero significativo di passeggeri che si implementa poi a Reggio Emilia con il pendolarismo lavorativo su Milano. Analoga situazione si verifica per il rientro.

Occorrerebbe senz’altro meglio comprendere se in sede di stipula della convenzione con il vettore ferroviario, il quantum sia stato definito come “sussidio o corrispettivo”, ma resta il fatto che la differenza tra costi e ricavi sarà comunque a carico della Regione.

Cosa che accadrebbe anche qualora l’IC Tacito Terni/Milano, che oggi è nel Contratto di Servizio Universale del Ministero Infrastrutture e Trasporti, diventasse un servizio Freccia come auspicato da più parti.

A questo punto si apre una questione spinosa: dove saranno reperiti i fondi necessari (si parla di circa un milione e cinquecentomila euro) nell’esiguo bilancio regionale?

Facendo i cosiddetti conti della serva su base dodici mesi e tenendo in considerazione l’importo presunto, il costo andata e ritorno per la tratta Perugia-Arezzo sarebbe di Euro 53,92 per chilometro al giorno.

Una somma significativa, sol se si considera che la Regione Basilicata, portata da molti come esempio, per un servizio analogo da e per Milano, sosterrebbe un costo chilometrico di gran lunga inferiore (senza considerare il fatto che la regione incassa le Royalty per l’estrazione del petrolio dal suo territorio, cosa che l’Umbria non ha).

Una somma notevole, se invece si considera l’utenza preventivata di sole trenta persone in partenza da Perugia (per renderlo un servizio redditizio, ne servirebbero minimo settanta), anche perché difficilmente un turista partirebbe alle cinque del mattino da Perugia o arriverebbe nella città in tarda serata. E poi, per chi conosce un po’ i flussi turistici, sa bene che il nostro è un turismo in gran parte religioso (tra tutte Assisi) e quindi proveniente dalla Capitale e gravitante di riflesso in gran parte sull’aeroporto di Fiumicino.

In tutto ciò, ci dicono che non ci sono i soldi per nuovi servizi sovraregionali o per aumentare il budget della Carta Tutto Treno Umbria che permette di utilizzare i servizi freccia bianca e intercity ai possessori di abbonamento regionale mensile o annuale, di cui si vuole addirittura limitarne l’uso, introducendo come parametri di riferimento per l’accesso al beneficio quelli ISEE, come se fosse un sussidio elargito in favore dei poveri pendolari, costretti per poter lavorare a vere e proprie odissee e che con i loro sacrifici contribuiscono al benessere di questa Regione.

Nel rapporto Pendolaria così è riportato: “sette anni fa, prima dei tagli, circolava il 6,5% di treni regionali in più e il 20% di treni Intercity. Il nuovo orario invernale fotografa al contrario un boom di collegamenti veloci, come per esempio le 50 corse al giorno di Frecciarossa e le 25 di Italo da Roma a Milano, per un aumento dell’offerta del 78,5% dei treni in circolazione in sette anni, con un treno ogni 10 minuti negli orari di punta. Eppure i viaggiatori che beneficiano dei servizi ad alta velocità sono 170.000 contro i tre milioni circa di pendolari che si spostano ogni giorno sulle linee ordinarie dove la situazione non vede miglioramenti. Rispetto al 2009 le risorse a disposizione per il servizio ferroviario regionale sono diminuite del 29,5% . Il problema del trasporto ferroviario in Italia è che manca una strategia di potenziamento complessivo, al di fuori dell’Alta Velocità, – secondo Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – che permetta di migliorare l’offerta a partire dalle grandi città e dalle situazioni più difficili sulle linee secondarie”

Strategia, aggiungiamo noi, mancante non solo da parte dello Stato, ma anche di alcune Regioni, tra cui l’Umbria.

Un signore francese, che ai più sarà sconosciuto, tal Jacques Jaujard diceva “Dirigere significa prevedere”.

Nella nostra Regione sembra invece regnare l’improvvisazione perché manca una pianificazione strategica e sostenibile dei trasporti che sia realmente funzionale allo sviluppo del territorio ed efficacemente integrata.

Da troppo tempo non si fanno più tavoli, una volta addirittura periodici, per discutere preventivamente le necessità dell’utenza, dei territori e gli orari ferroviari.

Per quanto riguarda i treni regionali e sovraregionali, Trenitalia Direzione Regionale Umbria da anni ripropone stancamente gli stessi servizi.

Le uniche novità, per altro a costo zero per la Regione, degne di nota sono state dopo lungo penare, da giugno scorso, l’introduzione di una coppia di treni dal Capoluogo di Regione alla Capitale e da quest’ultima sino a Foligno nel pomeriggio del sabato, e da settembre scorso, l’anticipo della partenza di un treno regionale diretto ad Ancona, dal lunedì al sabato, e questo grazie soprattutto all’interessamento del Ministero dei Trasporti, visto che la Regione non era a conoscenza della modifica dell’orario di partenza decisa dal Ministero dei Trasporti nel Dicembre 2016, dell’IC Roma/Ancona dalle ore 09:30 alle ore 07:40.

Purtroppo, nonostante le richieste più volte avanzate, nei giorni festivi di calendario è rimasto un buco di cinque ore e mezzo al mattino, dalle ore 07:58 alle ore 13:28, dalla Capitale verso la direttrice Roma/Terni/Foligno e nel pomeriggio tra le ore 13:56 e le ore 17:48 nella Capitale non arriva nulla dalla stessa direttrice.

Tutto ciò perché, ci dicono in Regione, non ci sono i soldi a bilancio per poter introdurre una coppia di treni da e per la Capitale, il cui costo complessivo annuo sarebbe di Duecentocinquantamila euro.

Mentre evidentemente per altre tipologie di servizi i fondi si riescono a reperire.

Ma le opzioni strategiche, per quel minimo di strategia che si riesce a mettere in campo, devono essere valutate nel loro insieme.

Un esempio su tutti: il treno RV1603, primo treno del mattino nei giorni festivi da Perugia verso Assisi, Foligno, Roma ha subito il 24 e 25 dicembre scorsi e subirà il 29 Aprile, il 15 Agosto e il 01 Novembre, alcune modifiche di orario in partenza, con allungamento dei tempi di percorrenza.

Questa variazione è stata decisa da Trenitalia, non sappiamo se con il parere favorevole della Regione, per consentire l’arrivo a Roma del treno Freccia 9403 da Venezia.

Si potrà obiettare che le modifiche interesseranno solo pochi giorni e, dunque, sono irrilevanti nell’economia complessiva della questione, ma il problema in realtà sussiste.

In primo luogo, perché in questo modo si accettano supinamente le scelte di RFI sull’accesso alla linea AV/AC Roma/Firenze dei treni a mercato, quali le Frecce o Italo, a scapito dei treni contribuiti come lo sono i regionali e sovraregionali (da parte delle regioni) e gli IC (da parte dello Stato).

In secondo luogo, perché così si realizza di fatto una gerarchia di importanza tra tipologie di trasporto che può portare a conseguenze anche gravi: chi ci può dire se in futuro, per consentire la percorrenza dei treni AV, i treni sovraregionali umbri non si ritrovino a percorrere la linea storica, meglio conosciuta come lenta, con un maggior aggravio dei tempi, già di per se lunghi, di percorrenza e di disagi?

Una gerarchizzazione che non potrà non avere come diretta conseguenza anche l’ampliamento del divario sociale tra i cittadini, con viaggiatori di serie A e di serie B, lavoratori di serie A e di serie B, con riproposizione di una suddivisione da far impallidire quella tra prima, seconda e l’ormai abolita terza classe.

Senza poi considerare che se è vero che RFI è una S.p.A., il cui socio unico è comunque il Ministero dell’ Economia, con propri obiettivi e logiche giustamente tipiche del privato, è altrettanto vero che le infrastrutture ferroviarie sono dello Stato e, quindi, dell’intera comunità nazionale.

Di fronte a tutto ciò la nostra Regione rimane passiva ed inerte.

E infatti non siamo stati ancora convocati dalla Commissione Trasporti della Regione, così come richiesto a suo tempo da alcuni gruppi consiliari, per essere ascoltati sulle problematiche del Trasporto ferroviario regionale e ce ne sono.

Non si ricerca da parte della Regione di attivare con i Comitati Pendolari e con Trenitalia Trasporto Regionale quella sinergia che altre Regioni attuano.

Però, nel frattempo, si è finalmente concretizzata la possibilità per i viaggiatori di ottenere un abbonamento integrato regionale dal peculiare nome Umbria.Go, che ricorda tanto il titolo di una canzone del famoso artista americano Jimmy Durante.

Una possibilità di certo non particolarmente economica visto che il costo annuale è di circa 1.080 euro, soprattutto se rapportato ad analoghe situazioni in altre regioni, come ad esempio il Lazio dove l’abbonamento integrato Metrebus Lazio per tutte le 7 zone ha un prezzo massimo di circa 695,00 euro.

A questo punto, vorremmo comprendere sulla base di quali parametri è stato deciso tale importo, visto che l’Umbria ha un territorio più piccolo del Lazio e che i gestori dei servizi su gomma, lacuali e su ferro fanno riferimento allo stesso gruppo cioè Ferrovie dello Stato Italiane, mentre nel Lazio vi sono differenti gestori (Trenitalia Direzione Regionale Lazio per i servizi ferroviari regionali, Cotral per i servizi regionali su gomma, oltre ad ATAC per i servizi urbani di superficie e alla metropolitana della città di Roma).

A tal proposito, ci piacerebbe altresì sapere quanto ha incassato annualmente la Regione Umbria dalla Regione Lazio (o da chi per essa) per l’utilizzo dei treni sovraregionali a contratto di servizio della Regione Umbria da parte dei viaggiatori titolari di abbonamento integrato Metrebus a zone Lazio o del Birg (Biglietto Intergrato Regionale) che fanno capo alla stazione di Orte, visto che gli incassi di tali titoli di viaggio sono ripartiti solo tra ATAC, Azienda di Trasporto Pubblico di Roma, Cotral SpA, Compagnia Trasporti Laziali, Direzione Regionale Trenitalia del Lazio, così di fatto finanziando il TPL del Lazio, mentre i costi delle corse da e per Roma, dei treni sovraregionali umbri, che fermano ad Orte sono sopportati per il loro intero percorso dalla Regione Umbria.

Riepilogando, non siamo contrari ai collegamenti Alta Velocità, lo abbiamo più volte ribadito, ma occorre guardare al mondo trasporto nel suo insieme e fare chiarezza su numerosi aspetti.

Ciò che, infatti, conta al di là delle opinioni, delle chiacchiere o delle prese di posizione campanilistiche, è quello che le persone vivono quotidianamente sulle loro spalle, con tutti i disagi, i disservizi, i ritardi e le soppressioni varie.

Perciò val bene quanto scrisse Giovanni Pascoli nelle sue Prose “Piove sul bagnato: lagrime su sangue, sangue su lagrime”.

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