Perugia, caso Agriflor: scorre nuovo veleno

Ennesimo episodio in commissione: dopo le opposizioni, la maggioranza parla di ‘vulnus democratico’ e se la prende con la Mori

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In consiglio comunale si litiga un lunedì sì e l’altro pure. Ancora sulla vicenda Agriflor, come la scorsa settimana, sono volati veleni.

Litigi Se lunedì scorso, infatti, la protesta era finita con le opposizioni che abbandonavano l’aula perché la maggioranza era riuscita a imporre il rinvio in commissione della relazione finale firmata dal capogruppo 5 stelle Cristina Rosetti, a una settimana di distanza i consiglieri di maggioranza provano a ribaltare le carte in tavola. La storia è sempre quella dell’azienda di Villa Pitignano, specializzata nel recupero dei rifiuti non pericolosi attraverso un processo di compostaggio volto alla produzione di fertilizzanti destinati all’agricoltura, che da anni è al centro delle polemiche e di recente è finita sotto inchiesta per gestione di rifiuti al di fuori dell’area autorizzata dalla provincia, in particolare un’area di interesse agricolo.

Il caso In commissione controllo e garanzia la Rosetti ha parlato di una «evidente incompatibilità tra la destinazione urbanistica della zona destinata all’impianto ed il tipo di attività industriale di Agriflor certificata anche dai dirigenti comunali che, tuttavia, nel 2000 si sarebbero contraddetti dichiarando la conformità urbanistico-edilizia dell’impianto cui è seguita, da parte della Regione, l’autorizzazione alle emissioni in atmosfera ed ulteriori autorizzazioni da parte della Provincia nel 2006 e 2016». Dall’analisi degli atti la Rosetti ha ribadito che le condotte amministrative citate hanno permesso ad Agriflor di avviare a Villa Pitignano un’attività industriale «non compatibile col piano regolatore ed in contrasto con la destinazione dell’area a zona di particolare interesse agricolo».

Un impianto illegittimo, secondo la capogruppo del M5S e troppi pareri contrastanti, emessi negli anni anche dallo stesso Comune non sono riusciti comunque a far trovare l’accordo sulla relazione della minoranza. Così lunedì, la maggioranza ha provato ad inoltrare un atto, ma quando si sono visti imporre un niet da parte della presidente Mori è scoppiata di nuovo la protesta. «Una questione già ampiamente conclusa – ha chiarito la Mori – diversamente facendo la commissione potrebbe essere sempre bloccata in consiglio a colpi di maggioranza», mentre secondo il consigliere Tracchegiani, in risposta alla diffida presentata dal Movimento 5 stelle, gli uffici stavano preparando una propria relazione che, invece, non è stata accolta su decisione della presidenza della commissione controllo e garanzia.

Il comunicato Tempi conclusi, dunque, per poter produrre ancora materiali. Intanto, in attesa che sulla vicenda si pronunci il presidente del consiglio Varasano, il veleno scorre ancora su carta. Sul comunicato, firmato da sette consiglieri della maggioranza, Ivan Nucciarelli, Carla Castori, Massimo Perari, Angela Leonardi, Maria Grazia Marcacci, Lorena Pittola, Michelangelo Felicioni, che recita: «Esprimiamo ferma condanna per la decisione arbitraria della Presidente della Commissione controllo e garanzia Emanuela Mori che oggi, violando la volontà del consiglio comunale, ha impedito l’esame della relazione di maggioranza che, facendo proprie le istanze del Comitato Antipuzza di Villa Pitignano, concludeva invitando  gli uffici a prestare la massima attenzione e considerazione alle problematiche emerse e investiva,  per quanto di relativa competenza, sia il dirigente, sia il segretario generale per gli eventuali ed ulteriori adempimenti di legge».

Vulnus democratico «Si tratta di un atto gravissimo che mina il necessario equilibrio istituzionale fra maggioranza ed opposizione determinando un vulnus democratico. Per questo chiediamo un immediato intervento da parte del Presidente del Consiglio e del Segretario generale».

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