Perugia, caso mense: «Non siamo tranquilli»

Via libera dalle verifiche ‘sul campo’ da parte dei genitori. Il comitato: «Passo avanti ma serve un regolamento condiviso»

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di L.P.

I controlli a sorpresa dei genitori ci saranno. Un segno di disgelo dopo mesi di tensione e polemiche tra comitati mense e il Comune di Perugia. La notizia è arrivata già venerdì scorso, dopo la riunione del tavolo paritetico con l’amministrazione che, di fatto, ha reintrodotto una pratica già consolidata negli anni. «È la prima volta che il servizio mense è stato totalmente esternalizzato in tutte le scuole del Comune – afferma Patrizia Tabacchini del comitato mense – e in questo primo mese e mezzo di scuola sappiamo come mangiano i nostri bambini solo attraverso i loro racconti. È un passo in avanti, ma ora serve il regolamento Comunale e chiediamo che, almeno questo, sia condiviso».

La battaglia Quella dei genitori è una battaglia che inizia lontano. «Quando gestivamo noi la refezione scolastica – dice ancora Patrizia Tabacchini – tutto funzionava al meglio. Acquistavamo le derrate, discutevamo come preparare le pietanze con le cuoche in base al menù predisposto dalla Asl e poi con i rappresentanti del Comune si effettuavano controlli a campione. Tutto quello che si risparmiava, a fine anno, veniva reinvestito in attività didattiche o giochi per bambini». Tra i 3-4 mila euro risparmiati ogni anno per ogni istituto che, oggi, non ci sono più.

«Nessun risparmio» «Dal Comune inizialmente ci hanno detto che l’esternalizzazione avrebbe rappresentato un risparmio per l’amministrazione, ma ogni singolo pasto ora costa 4,88 euro mentre quando il servizio era in mano alle associazioni di genitori il costo era di 4,60». Dopo anni di gestione virtuosa nel 2015, però, le regole sono cambiate. Durante l’estate, con una delibera del Comune, è stato indetto il bando di gara per la gestione e l’acquisto degli alimenti oltre che per la preparazione dei circa 4.500 pasti che ogni giorno vengono serviti nelle mense di una sessantina di scuole dell’infanzia e primarie.

Meno prodotti freschi «Che cosa è effettivamente cambiato ancora non possiamo dirlo con certezza fino a che non torneremo a controllare, direttamente, cosa mangiano i nostri figli – afferma l’esponente del comitato – . Per certo, al momento, sappiamo solo che tutte quelle accortezze che l’associazione genitori aveva nell’acquisto dei prodotti da preparare ora non ci sono più. Non c’è più il pane portato caldo direttamente dal forno vicino scuola, ma un pane già affettato e confezionato, non c’è più la pasta fresca e il pesce ora è solo surgelato. Inoltre la Asl ha predisposto un nuovo menu che introduce più legumi e fibre e diminuisce le grammature di carne, pesce, formaggi e frutta fresca per contrastare l’obesità infantile. Siamo certi – continua – che il valore nutrizionale di questo menù sia equilibrato. Ma spesso i nostri figli tornano a casa ancora affamati e in certi casi non finiscono il pasto».

Brutte sorprese Aumentano i costi, diminuisce la qualità del servizio. «Negli ultimi tempi alcuni genitori hanno raccontato che i propri figli hanno trovato delle lische nel pesce e, in un caso, un osso di tre centimetri nel petto di tacchino. Non sempre, poi, vengono aperte delle procedure di conformità per verificare la situazione. I genitori sono preoccupati».

Il ricorso al Tar Dopo l’ordinanza del Tar, che lo scorso 22 ottobre ha rigettato la richiesta dei comitati mensa di sospendere il servizio gestito da un raggruppamento di aziende guidato da All Foods, ora il tribunale amministrativo regionale si dovrà pronunciare sul merito del ricorso presentato dai genitori in piena estate.

Controlli a campione Intanto proseguono i contatti tra il Comune e le associazioni che chiedono maggiore partecipazione in questa delicata fase di passaggio all’esternalizzazione. «Abbiamo chiesto al dirigente del Comune, il dottor Zampolini, che a questi incontri partecipino tutti i soggetti coinvolti, anche la Asl. Intanto portiamo a casa un grande risultato: dalla prossima settimana dovrebbero riprendere i controlli a campione nei vari istituti scolastici. I rappresentanti dei comitati, due per volta, potranno assaggiare le pietanze e controllare la qualità dei cibi serviti».

Grandi assenti Ma ancora tutto non è risolto. «Ci dispiace, in particolar modo – continua Patrizia Tabacchini – di non aver avuto come interlocutore né il Sindaco Romizi né l’assessore alla scuola Waguè. Già lo scorso marzo, in un consiglio comunale aperto, parlammo della questione apertamente e il primo cittadino si era detto disponibile ad occuparsi direttamente della questione. Dopo quell’episodio, però, lui e anche l’assessore si sono fatti vedere poco. Il Comune è stato un muro di gomma. I genitori dovrebbero essere considerati come una risorsa, coinvolti e resi partecipi nelle decisioni piuttosto che estromessi in un settore così importante come l’alimentazione dei bambini a scuola».

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