Dimissioni Marini, in aula il 7 maggio

Fissata la seduta a palazzo Cesaroni dopo il ‘terremoto sanitopoli’. Intanto l’ospedale di Perugia rassicura il personale sugli stipendi

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Approderà in aula a palazzo Cesaroni martedì 7 maggio la discussione sulle dimissioni della presidente della Regione, Catiuscia Marini, presentate dopo lo scandalo di ‘concorsopoli’: a fissare la seduta, giovedì, è stata la presidente dell’assemblea legislativa, Donatella Porzi, sentiti l’ufficio di presidenza e la conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari.

L’INCHIESTA SULLA SANITÀ IN UMBRIA

L’iter secondo lo Statuto

Secondo lo Statuto regionale (art. 64, comma 3) nell’ipotesi di dimissioni volontarie non determinate da ragioni personali, il presidente della giunta deve motivarle di fronte all’assemblea legislativa che, a maggioranza assoluta dei componenti, può invitarlo a recedere dalle dimissioni. Entro 15 giorni il presidente comunica, quindi, sempre davanti all’assemblea, se intende confermare le dimissioni o recedere dalle stesse. La Marini ha comunque già annunciato che la sua scelta è «irrevocabile».

Ospedale, arrivano gli stipendi

Intanto una nota dell’ufficio stampa dell’azienda ospedaliera di Perugia rassicura i dipendenti sul pagamento degli stipendi, ostacolato da alcuno impedimenti burocratico-amministrativi dopo che l’inchiesta ha di fatto ‘decimato’ i vertici del Santa Maria della Misericordia, tra arresti e sospensioni. Decisiva un’ultima riunione che si è svolta giovedì tra le strutture organizzative dell’ospedale, della Regione e del tesoriere, che ha permesso la conclusione delle procedure. L’assessore regionale alla salute, Antonio Bartolini, che ha seguito da vicino le varie fasi emergenziali, ha espresso «il personale compiacimento per il lavoro svolto da tutti gli operatori che si sono adoperati per garantire questo prioritario obbiettivo». «Per il superamento di questa oggettiva criticità – ha sottolineato il professor Giuseppe Ambrosio, attuale direttore generale – importante la collaborazione e disponibilità di Unicredit, che fin dal primo incontro ha manifestato attenzione al problema».

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