Perugia, dopo il furto squadra sotto shock

Il tecnico del Grifo Roberto Breda ripercorre quei momenti e fa i complimenti alla squadra: «Temevo perdessero lucidità invece sono stati bravissimi»

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Mentre in sala stampa ci si chiedeva se fosse il caso di affrontare il delicato argomento, è stato lo stesso Breda a rompere gli indugi: «Vorrei parlare di quello che è successo martedì».

IL FURTO AL CURI DURANTE PERUGIA-BRESCIA

Roberto Breda

Ritorno in campo col dubbio E lo fa non per lamentarsi, ma per fare i complimenti ai ragazzi: «Ero convinto di perdere – dice Breda – perché non è facile rientrare in campo e mantenere lucidità, temevo cali di tensione o un eccesso di nervosismo che poteva portare magari ad un’espulsione. Invece sono stati bravissimi, mi hanno stupito».

LE PAROLE DI BREDA

La ricostruzione Il tecnico biancorosso conferma che il furto è avvenuto fra primo e secondo tempo: «L’intervallo è stato normale, abbiamo recuperato i liquidi, abbiamo studiato la partita, poi mentre ci preparavamo a tornare in campo abbiamo scoperto l’ammanco. Anche l’arbitro è rimasto stupito. Poi l’abbiamo detto anche ai giocatori del Brescia e anche loro sono andati a controllare se fosse successo qualcosa anche a loro». Invece no: ad essere colpito è stato solo lo spogliatoio biancorosso.

Ingresso laterale nel tunnel degli spogliatoi

Perché solo al Perugia In realtà, facendo un giro nella pancia dello stadio Curi, si capisce anche perché a subire il furto sia stato solo lo spogliatoio di casa. Per entrare in quello ospite, infatti, bisogna esporsi troppo, passando a ridosso della gradinata, dove più intensa è la presenza di steward e addetti al campo. Viceversa, lo spogliatoio del Perugia è collegato anche col magazzino, cui è facile accedere dall’area antistante, quella che porta alla sala stampa e al parcheggio interno.

Cosa è stato rubato Questa l’ipotesi ‘logistica’ ma non se ne escludono altre, che inevitabilmente porterebbero ad una azione mirata: come se chi ha agito lo abbia fatto con la consapevolezza di cosa si sarebbe trovato di fronte. Confermata nelle ultime ore anche l’entità del danno, che supera ampiamente i duecentomila euro, con un orologio che sarebbe la ‘punta di diamante’ del bottino, poi anelli, portafogli, contanti. Tra le vittime diversi calciatori. Sul furto indaga la Digos, che sta visionando anche le immagini delle telecamere.

Non minimizzare Si è ironizzato sul valore degli orologi, ma Breda non ci sta: «Non è solo un discorso economico ma anche di sensazione di impotenza, difficile da gestire: penso che sappiate di cosa parliamo perché a ognuno di noi è successo, purtroppo, di ricevere un furto. Ora bisognerà capire come il gruppo ha gestito e metabolizzato questa storia nei giorni immediatamente successivi. Inevitabile che questa storia aleggerà su di noi per un po’, dentro e fuori lo spogliatoio, ma dobbiamo essere bravi a separare le cose e concentrarci a ciò che avverrà sul campo».

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