Perugia e Terni, mense al veleno

Città diverse, amministrazioni diverse, ma problema comune: i genitori alzano le barricate e la questione necessita di una soluzione

Condividi questo articolo su

di M.T.

Quello che sta succedendo, a Perugia e a Terni, intorno alle questioni relative alle mense scolastiche, deve necessariamente imporre una riflessione seria. La battaglia ingaggiata dai genitori merita, quanto meno, un approfondimento da parte di chi – maggioranze diverse, è bene ricordarlo – amministra le due città.

IL CORSIVO DI WALTER PATALOCCO SULL’ARGOMENTO

Perugia Durante i pasti, è la denuncia dei comitati mensa e delle associazioni dei genitori di Perugia, ai bambini vengono consegnate bottigliette d’acqua minerale in plastica. Ma una volta finito il pranzo, quando le cucine sono chiuse, i bambini «sono costretti ad attaccarsi ai rubinetti dei bagni, con rischio per igiene e sicurezza, sul quale si è già espressa negativamente anche la ASL alla riunione del 23 settembre col gestore». Ma non solo: «A scuola oramai iniziata – dicono – i genitori hanno scoperto che il Comune non ha predisposto alcuna misura di controllo dell’acqua a tutela dei bambini laddove, in particolare, le scuole siano in edifici anni Settanta, senza successivi adeguamenti idraulici ed elettrici, oppure siano in zone a rischio esondazione in cui può verificarsi il blocco della somministrazione per rischio contaminazioni». Il Comune, denunciano ancora i comitati, non ha ancora rivelato gli esiti delle analisi dei controlli. «Chi li ha fatti? Dove? Con quali risultati?» chiedono i genitori sempre più spazientiti per i disagi provocati dal cambiamento nel servizio di gestione mense da quest’anno in mano al privato.

La replica All Foods ha replicato che «dai controlli effettuati dal gestore e dalla Asl l’acqua risulta possedere i requisiti di potabilità prescritti dalla normativa vigente. I risultati saranno presentati ai comitati genitori l’8 gennaio durante la riunione del tavolo paritetico». E per chiarire la situazione, il gestore specifica che, come da capitolato, vengono effettuati due controlli l’anno, uno ogni sei mesi, in tutte in tutte le cucine in modo da accertare che l’acqua sia potabile al fine della preparazione del pasto. I controlli, dunque, sarebbero tutti positivi. Secondo il gestore l’acqua è potabile.

Terni Dopo la battaglia verbale e le polemiche che hanno fatto seguito all’ultimo consiglio comunale, i genitori ternani hanno voluto evidenziare quanto strano sia apparso loro che il presidente del consiglio, Giuseppe Mascio (in rete è stato fatto circolare un video, con uno scambio di batture ‘rubate’ – tra lui ed il sindaco Di Girolamo – che li ha mandati su tutte le furie) abbia chiarito che «entro il 30, così come era stato informato malamente qualcuno di voi, non verrà presa alcuna decisione in un verso o in un’altro rispetto all’unico centro di cottura o meno, non è il 30 dicembre la data ultima per prendere questa decisione, come è stato comunicato in maniera impropria», mentre pochi giorni prima «l’assessore Carla Riccardi non abbia saputo dare delucidazione alcuna all’utenza, e dopo soli dieci giorni sia stato già sdoganato il concetto di centro unico di cottura».

La politica Secondo i genitori «alcuni consiglieri comunali» starebbero «tentando di sminuire quanto accaduto in consiglio comunale come una bagarre orchestrata da pochi scalmanati fomentati dai partiti di minoranza». E contestano «i questionari somministrati all’utenza, da informazioni in nostro possesso risulta che siano state scelte a campione due scuole per ciascuna tipologia di erogazione del pasto. Per quanto riguarda le scuole comunali, quindi, il caso ha voluto che i questionari venissero somministrati solo alle scuole dell’infanzia di Campitello e Borgo Trebisonda, che sempre per puro caso hanno le cucine in loco. Invitiamo l’Assessore Riccardi a rendere pubblici e consultabili, quanto prima, i risultati emersi dall’indagine. Ipotiziamo che gli stessi non siano utilizzabili, perché viziati dalle incongruenze dello strumento utilizzato per la rilevazione».

 

 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli