Perugia muore: chiude la profumeria Rossi

Ha riempito le tolette dei perugini per 80 anni. Crisi del centro storico, calo del turismo e scelte politico-economiche sbagliate tra le cause dell’addio

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di E.M e L.P.

«Siamo stufe». Perugia perde un altro, grande, pezzo di storia che, inevitabilmente, porterà con sé un vuoto incolmabile.

La profumeria in via dei Priori

La profumeria Era lì, all’angolo tra via dei Priori e corso Vannucci, dal 1938. A fine agosto la profumeria Rossi abbasserà per sempre la saracinesca. Sono già iniziati gli sconti e, a breve, completato l’inventario, si darà avvio all’ultima grande svendita di profumi, creme, prodotti di bellezza e make up. «Mia madre ormai può concedersi il lusso di andare in pensione – spiega Fiorella Rossi, figlia dei proprietari – questo genere di esercizi commerciali non riesce più ad essere al passo coi tempi. Le grandi catene e i franchising, ormai, ci hanno invaso».

Il centro storico L’amarezza e i sentimentalismi hanno lasciato il posto alla razionalità e alla lucidità nelle scelte della famiglia che per più di 80 anni si è presa cura della bellezza dei perugini. «Appena l’hanno saputo è stato un via vai di clienti storici e affezionati, che non ci potevano credere. Ma ogni storia ha una fine e per noi è venuto il momento di salutare Perugia». Una decisione irrevocabile, dunque, che prende le mosse dall’analisi di una realtà in cui i problemi tipicamente perugini si mescolano con quelli di una crisi economica che ormai da nove anni morde tutta Italia e non solo. «Riguardo al centro storico di Perugia, – continua la signora Fiorella – si è ormai svuotato. Ma questo lo sanno anche i muri. Politiche e scelte gestionali sbagliate, non solo quelle fatte dall’attuale amministrazione, ma anche dalle amministrazioni precedenti, risalendo indietro di almeno 15, 20 anni. A questo si deve aggiungere il calo pesantissimo che è stato causato dal terremoto. Nell’ultimo anno è stata una strage».

Prodotti in offerta speciale

Turismo Anno nero per il turismo, il 2017, anche a causa del terremoto, i cui effetti hanno travolto i commercianti a più di cento chilometri di distanza dall’epicentro del sisma. Ma non è solo questo: «Anche le ‘nuove’ manifestazioni, gli eventi, le iniziative organizzate a livello di amministrazione, non riescono a dare nuovo impulso a un turismo di qualità, non portano persone interessate a spendere soldi nelle città che visitano. E’ un turismo mordi e fuggi, figlio di questa crisi economica e di questo generale decadimento della spesa dei consumi».

Il terremoto Se fino a un annetto fa, nonostante le difficoltà, gli affari andavano bene per la famiglia Rossi, dopo il terremoto dello scorso 24 agosto e 30 ottobre, gli incassi sono andati sempre più scemando. «La nostra scelta è stata dettata da un mix di fattori. La situazione di crisi cronica del centro storico di Perugia, il terremoto che ha portato via turismo, ma anche il nuovo modello economico che spinge sempre più clienti a comprare direttamente online anche prodotti di bellezza. Gli stessi profumi, su internet, costano meno. E allora chi ce lo fa fare? Noi siamo fortunati, c’è tanta gente là fuori che non si può permettere il lusso di abbassare la saracinesca perché poi, dopo, come ti mantieni?».

Una cliente guarda la vetrina

Crisi Questione di soldi, certo. «Ma ovvio, con questa crisi sempre meno persone possono permettersi prodotti di lusso. Noi abbiamo venduto solo prodotti di qualità a un target medio-alto. Adesso qui vengono ragazzine che mi chiedono le stesse creme che trovano al supermercato per pochi euro. In una giornata media magari entrano dieci clienti, ma a fare acquisti poi sono solo in tre o quattro. Non ha senso continuare a restare aperti solo perché siamo una presenza fissa da 80 anni. Una bella vetrina, una cartolina e poco più».

Centri commerciali A riconvertirsi in una catena in franchising, come quelle di cui Perugia si è riempita, dal centro alla periferia, non ci hanno pensato neanche un secondo. Rossetti, ciprie, essenze e olii per il corpo, smalti, profumi e bigiotteria che hanno riempito le tolette di tantissime donne che sceglievano di acquistare in via dei Priori proprio perché si fidavano dei consigli e della qualità dei prodotti scelti con cura dalla famiglia Rossi. «Ma oggi – prosegue la signora Fiorella – anche chi vive in centro poi decide di andare a fare la spesa fuori, in periferia. Dove ci sono i centri commerciali, le offerte, il parcheggio gratuito». Ma la nuova ztl? «Non servirà a nulla – sorride – la gente ormai ha adottato altri modelli economici, più veloci, meno di qualità e meno costosi. Il centro storico continua a perdere attrattività e, si fidi, ci sono tanti miei colleghi che se solo potessero chiuderebbero e si metterebbero a fare altro. Gli affitti sono troppo alti, è per questo che l’acropoli si è riempita di negozi tutti uguali, gli stessi dei centri commerciali, solo le grandi catene ormai possono permettersi di pagare locazioni così alte. E allora se in centro ci sono gli stessi negozi che trovo al centro commerciale, conviene di più andare a fare compere fuori. Almeno il parcheggio è gratis».

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