Perugia perde Brignoli? «Non dipende da me»

Il portiere verso la serie A: «Ma il problema non è la categoria». Il responsabile dell’area tecnica Roberto Goretti non smentisce

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di P. C.

Le strade del Perugia e di Alberto Brignoli sembrano sempre più lontane. Finora da più parti ci è sempre stato detto che la palla era in mano al giocatore: era lui, e solo lui, che doveva decidere se valutare una proposta dalla serie A o tornare in serie B a difendere la porta del Perugia. In realtà le cose non stanno esattamente così.

Brignoli al suo arrivo a gennaio

Parla Brignoli Lo conferma in esclusiva a umbriaOn proprio Alberto Brignoli, che non ci sta a passare per irriconoscente verso una piazza dove è stato benissimo e decide di rompere il silenzio: «Sembra che la decisione debba prenderla solo io – dice il portiere – ma posso assicurare che non dipende solo ed esclusivamente da me». Brignoli non rivela dove sia il problema né se la trattativa coinvolga ancora le due società o solo il Perugia, ma ci tiene a smentire la ricostruzione che lo dipinge come unico arbitro dell’operazione che dovrebbe riportarlo in biancorosso dopo l’esperienza positiva della seconda parte della passata stagione.

Nulla da invidiare alla serie A «Devo decidere io? Non è esattamente così. Posso dire che il Perugia ha la mia disponibilità, io l’ho data a maggio, lo sanno tutti. Ho parlato col direttore e con altri. Ma – ripete – non dipende solo da me. Ci sono delle cose da risolvere. Non posso dare altri dettagli – dice Brignoli – c’è una trattativa, ci sono persone che stanno lavorando». Gli chiediamo se almeno conferma la sua dichiarazione d’amore nei confronti del Grifo («In B solo al Perugia»): «Non solo la confermo, ma dico di più. Non è questione di categoria. Il Perugia non ha nulla da invidiare alla serie A, ci mancherebbe. I problemi sono altri. Ripeto: non dipende solo da me».

Spesso decisivo

Goretti in attesa Per provare a capirci di più abbiamo contattato anche il direttore dell’area tecnica Roberto Goretti, che – comprensibilmente – non si è voluto sbilanciare sulle trattative in corso ma, di fatto, non ha smentito la ricostruzione di Brignoli. Con il suo consueto gusto dell’iperbole, Goretti risponde che per Brignoli sarebbe disposto ad aspettare «fino al 31 gennaio» (data di chiusura del mercato invernale). Quindi, a voler leggere fra le righe, la società apprezza il portiere e gradirebbe un suo ritorno. Non c’è alcuna chiusura.

BRIGNOLI, PERUGIA, I MODELLI, IL RAPPORTO CON ROSATI – VIDEO

Chiudere subito (o mai più) Il problema però è il tempo: chiaro che tutti abbiano intenzione di chiudere quanto prima, possibilmente entro i primi di agosto. Se lo aspetta Brignoli – che intanto si allena da solo a Torino – ma se lo aspetta anche Antonio Rosati, che ha fatto già trapelare la sua indisponibilità a fare una stagione intera da secondo. Nessun problema, per carità: i rapporti personali fra i due ‘numeri 1’ sono ottimi. Il punto è che Rosati si sente ancora un titolare. Dopo l’infortunio, lo scorso anno, ci poteva stare fare la riserva. Ora no. Quindi o resta da titolare oppure (se torna Brignoli) è destinato ad andar via. Non sappiamo se sia anche questo ad aver frenato gli ardori perugini nell’inseguire il portiere di proprietà della Juve. Ma è chiaro che degli intoppi ci sono.

Roberto Goretti

Monetizzare gli investimenti La sensazione è che – come già per Gnahoré e Dezi – c’entri anche la volontà della società proprietarie del cartellino (in questo caso la Juventus), desiderosa di non disperdere il patrimonio, anzi provare a valorizzarlo in una categoria superiore (si parla con insistenza di Benevento) o magari (come ha fatto il Napoli con i due centrocampisti) a monetizzarne la cessione, riservandosi eventualmente il diritto di recompra in caso di exploit del giocatore.

Le strategie di mercato Queste dinamiche – la trattativa con Brignoli, i casi Gnahoré e Dezi, ma prima ancora anche i ‘fine prestito’ di Ricci e Nicastro – dicono cose importanti sulle strategie della dirigenza perugina, fra l’altro spesso illustrate anche dal presidente Massimiliano Santopadre: nessun investimento importante, nemmeno sui giocatori che – come quelli citati – hanno ampiamente dimostrato di poter far bene in serie B e poter crescere ancora a Perugia. Il terreno di caccia del Grifo è in Lega Pro (come per Terrani) o fra società medie di B (Mustacchio, dalla Pro Vercelli). Per il resto solo prestiti. Fisiologico, quindi, che quando arrivano società disposte a mettere subito sul tavolo denaro sonante (Palermo e Parma, ad esempio), il Grifo sia destinato a perdere il banco.

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