Sono scesi i tre operai che protestavano all’ex Tabacchificio

Perugia, dopo una giornata di trattative estenuanti anche il terzo ha lasciato la gru. Portati via dai carabinieri. Protestavano per il mancato rinnovo del contratto e per le spettanze

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di P.C.

Si è conclusa poco dopo le 21 la clamorosa protesta di tre operai egiziani che nella mattinata di martedì sono saliti su una gru sospesa a decine di metri di altezza nel cantiere dell’ex Tabacchificio, in via Cortonese a Perugia.

LE IMMAGINI DI UNA GIORNATA DI TENSIONE – GALLERY

Momenti di paura

Era ormai buio quando ed era terminata anche la pioggia quando anche il terzo operaio rimasto sul ponteggio si è convinto a scendere. Il primo era sceso nel tardo pomeriggio, convinti da sindacalisti e rappresentanti delle società che operano nel cantiere. E proprio con lui parlavano animatamente i due operai rimasti su, intorno alle 20, quando si è registrato il più alto momento di tensione: da terra si notava una accesa discussione e si sentivano le urla, i due si agitavano e c’era la forte preoccupazione che potessero mettere un piede in fallo, considerando che non erano equipaggiati e che nel frattempo era cominciato a piovere. Per fortuna poi la situazione è tornata serena e l’opera di convincimento ha avuto successo. I tre sono saliti su un’auto scortata dai carabinieri e sono usciti dal cantiere senza rilasciare dichiarazioni, ma stando a quanto ci risulta non sarebbe stata formalizzata alcuna denuncia. Sul posto sono rimasti fino alla fine anche i vigili del fuoco e i rappresentanti sindacali (Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil) che hanno partecipato alle trattative. C’era anche Vincenzo Sgalla mentre nel pomeriggio era passato il candidato a sindaco Giuliano Giubilei, che aveva postato un video sulla sua pagina.

Mancato rinnovo del contratto e stipendi arretrati

La clamorosa protesta era cominciata nella tarda mattinata di martedì. I lavoratori edili – dipendenti della Carpedil, una società che ha preso un subappalto dalla Sea nel cantiere dove sta nascendo un quartiere di housing sociale – sono saliti su una gru a decine di metri di altezza per contestare il mancato rinnovo del contratto, in scadenza ad aprile, il mancato pagamento delle ultime mensilità, oltre ad altre presunte irregolarità precedenti. Poco dopo l’allarme, la Sea aveva inviato una nota in cui chiariva che gli operai erano dipendenti della ditta in subappalto ma che, in caso di mancati pagamenti, proprio la Sea si sarebbe fatta carico delle spettanze, come peraltro previsto dai contrarti, sostituendosi alla Carpedil nel riconoscimento delle spettanze.

IL CANTIERE PER HOUSING SOCIALE

A novembre il blitz dell’ispettorato

In una nota, i sindacati parlano di una situazione «sintomatica delle storture e dell’illegalità diffusa che esiste nel settore e che il sistema di appalti e subappalti aggrava. In queste situazioni, purtroppo, l’azione del sindacato è limitata dal continuo ricambio dei lavoratori, quasi esclusivamente stranieri, che vengono assunti per brevi periodi dalle aziende appaltatrici». Nella stessa nota si fa riferimento al blitz di polizia e ispettorato del lavoro, nello scorso mese di novembre, durante il quale furono elevate diverse contravvenzioni per il mancato rispetto delle normative di sicurezza, mentre invece tutti gli operai stranieri risultarono in regola con i permessi. Avvicinati da umbriaOn, i rappresentanti dell’azienda hanno chiarito di aver fatto il possibile per la positiva conclusione della vicenda e, relativamente agli addebiti dell’ispettorato, di essere in regola con le prescrizioni.

EX TABACCHIFICIO: COM’ERA E COM’È – GALLERY

La riqualificazione

Nell’area dove una volta sorgeva il tabacchificio di Perugia, uno dei vanti della città, sta nascendo ormai da un anno un complesso residenziale di housing sociale: oltre ad uffici ed aree commerciali, sorgeranno 117 appartamenti destinati ad edilizia sociale su un’area di 27mila metri quadrati. Prevista anche la realizzazione di un asilo. In passato l’area era stata al centro di polemiche perché all’interno del mega complesso poi abbattuto (resta in piedi solo la ciminiera) spesso si intrufolavano tossici e balordi. Ora invece l’area è recintata. I tre operai sono riusciti a introdursi in quanto nella giornata di martedì il cantiere era aperto ma – chiariscono le imprese – la loro squadra non doveva lavorare quel giorno, quindi i tre si sarebbero intrufolati «furtivamente» nell’area dei lavori.

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